Appassionate arringhe dei difensori nel processo per l'assassinio Zei

Appassionate arringhe dei difensori nel processo per l'assassinio Zei Appassionate arringhe dei difensori nel processo per l'assassinio Zei rotti ammettono il furto ma negano l'omicidio - Oggi si avrà la sentenza Telefonano da Alessandra: Ieri mattina le ultime arringhe di difesa al processo per l'assassinio del cambiavalute Zei. Ha parlato l'avv. Manzone, in difesa di Dall'Armellino, l'imputato per II quale il Procuratore Generale ha chiesto la pena a 30 anni d- reclusione e non all'ergastolo come per gli altri due imputati. Il difensore ha ribadito che mentre il Dall'Armellino dormiva placidamente nel suo letto la notte del delitto, era stato chiamato dal Marchese per portare le ruote in casa del Trombetta. L'uccisione dello Zei era già avvenuta da tempo, quindi egli non aveva po-' tuto parteciparvi. Polche fu estraneo tanto all'omicidio quanto alla rapina, il suo difeso dovrà rispondere unicamente del reato minore, e cioè di complicità in furto. In difesa di Giovanni Marchese ha quindi parlato, nella tarda mattinata, l'avv. De Bellis, che ha rilevato subito come l'Oreste Trombetta sia stato il primo accusatore dei tre imputati, e soprattutto del Marchese, per quanto, quale ricettatore, abbia concorso anch'egU a smontare le gommt dell'auto appartenuta allo Zei. E' noto infatti come il Trombetta si fosse rivolto in precedenza al Marchese per avere qualche ruota gommata, e quando ne venne in possesso, la notte dell' 11 luglio 1945, pensò, a sua difesa, scoperta la refurtiva, di scaricare la colpa sul Marchese, proclamandosi completamente estraneo al duplico delitto. Questa la tesi difensiva assunta dal Trombetta — prosegue il difensore nel hi sua martellante arringa — ii quale intese cosi scaricare sul suo patrocinato, allora contumace, l'omicidio e la rapina, riversando bu di sè, sul Tripodo e sul Dall'Armellino 11 solo reato di ricettazione. L'avvocato ribatte tutte le argomentazioni del Procuratore Generale, il quale ha voluto stabilire dei punti ferrai, laddove invece per il difensore esistono solo delle congetture e dei giochi di fantasia. B'-sponde quindi all'avv. Giulio, della Parte Civile, circa l'appellativo di boia dato al Marchese, perchè questi avrebbe avuto, in quel delitto, le mani lorde di sangue. Ma l'accusa s; ritorce in danno di chi l'ha iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiii lanciata, poiché il Marchese, che ei pretende sia stato alla guida dell'auto rapinata, avrebbe dovuto lasciare impronte di sangue sul volante delia macchina, che invece fu trovato mondo da qualsiasi macchia. L'avv. De Bellis, che ha parlato per oltre due ore e mezzo del pomeriggio, conclude invocando la assoluzione del suo raccomandato, 0 quanto meno per insufficienza di prove. L'ultimo oratore è stato nel tardo pomeriggio, in un'aula stipato e infocata, l'avv. Ballestrero in difesa del Francesco. Tripodo. Questi ha'sémp're negato Ogni e qualsiasi partecipazione ai fatti, memore dei suoi precedenti penali che avrebbero indubbiamente influito sull'animo dell'autorità inquirente. Ha negato quindi anche il concorso nel possesso delle ruote gommate, perchè si sarebbe irreparabilmente compromesso per 1 reati maggiori. Fin dal primo momento inlatti egli ha previsto quanto'.'si'è-verifloato-nel primo giudizi»- davanti alla Corte d'AsBise di Torino il 5 marzo 1947, e quello che — secondo il Procuratore Generale — dovrebbe verificarsi in questa nuova fase di discussioni, cioè che il processo per '•irto sarebbe stato elemento suficiente per giungere alla condonna, gravissima, per entrambe le imputazioni: di omicidio e rapina. L'avv. Ballestrero spiega in seguito come non possa essere rinfacciata al Tripodo la sua colpevolezza per l'omicidio e la rapina, per il solo fatto di avere egli negato il furto. La prova, in questo caso, rimane fissata nel fatto che egli si trovava in possesso delle ruote rubate. Ma la sola ipotesi che altri abbia potuto prelevare lo Zei e ucciderlo, basta a Interrompere quel legame logico che, partendo dal possesso delle gomme, vuole giungere alla grave conseguenza della condanna per omicidio e rapino. E' noto a questo proposito che la macchina è stata abbandonata per un buon quarto d'ora dal cambiavalute per accompagnare l'amica a casa, e qu.ndi poteva essere rubata senza bisogno di ricorrere all'assassinio. Per queste e altre considerazioni, calorosamente esposte, l'avv. Ballestrero ha chiesto l'assoluzio¬ iiiiiiiiiii iiiiiiiiimiimiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiii ne del Tripodo in ord.ne al reato di omicidio per rapina. Alle ore 20 il Presidente toglie l'udienza e la rinvia a domattina, per le repliche del Procuratore Generale e di alcuni difensori. La sentenza tanto attesa non si avrà che nel tardo pomeriggio. ■■ —

Luoghi citati: Torino