Al trionfo dei letterati

Al trionfo dei letterati Al trionfo dei letterati Una proposta: nastrino con stellette ai vincitori di premi • Gli scrittori romani non hanno tempo di scrivere • Il sorriso di Angioletti Roma, 5 luglio. La notte di sabato scorso, nel giardino pensile di un grande albergo di Roma, hanno consegnato il terzo premio « Strega », 0 degli < Amici della domenica » fondato dagli Alberti di Benevento, a G. B. Angioletti per il libro La memoria, edito da Bompiani. Si sa che gli c Amici della domenica » sono i frequentatori del salotto Belloncl, al quali amici spetta traverso una duplice votazione indicare 11 vincitore. Del salotto Bellonci, nel quale ogni domenica numerose persone, fra le quali 1 letterati e gli artisti sono solo una scarsa maggioranza, si radunano a parlar di tutto, anche di letteratura, si è già detto molto, e spesso a sproposito; un giornalista, per esempio, tassato per spese voluttuarie a prova della sua vita mondana si è sentito rimproverate dall'agente delle tasse, che era frequentatore del salotto Bellonci. Molti vorrebbero farne parte, d'altro canto, che non ci riescono; a un altro giornalista è capitato di trovarsi una volta in una raffinata radunata di dame e gentiluomini, principi romani e principi del censo, 1 quali si rammaricavano che troppo poca gente della loro classe frequentasse quel salotto. Il giornalista dovette ammettere che avevano ragione: «Sa — disse al gentiluomo che si doleva — il salotto Bellonci ha il difetto di essere un po' troppo esclusive ». (Mi corre l'obbligo di aggiungere che in quella radunata per riguardo alla patria di una delle dame presenti, si parlava inglese). Sceltissimo quindi come si può immaginare era il pubblico presente alla cerimonia di sabato: poeti romanzieri artisti editori giornalisti; belle donne del teatro, della cultura, del cinema, moltissimi poetae laureati dato che ormai da noi si ha un premio letterario per ogni santo del calendario; e se 1 premiati, a somiglianza dei militari, portassero un nastrino cucslllpcscsmQlsuRrfintvdspanaul petto (magari con tante, stellette quanti sono stati ipremi ottenuto avreste visto che 1 decorati erano la maggioranza. A una tavola al trovarono in sei, tutti e sei vincitori di qualche pr»mio che prende il nome da una spiaggia o daun monte o da un'acqua o dalvino. Notammo fra questi re- duci illustri taluno con diritto a più di una stelletta: Moravia Negro Barzini Radice Brancatl Sibilla Aleramo Elga Morante Flaiano Palazzeschi ' Ungaretti Savlnio Blgiaretti Berto Maccarl, per tacere di Maria Bellonci vincitrice di un Premio Viareggio e soave padrona di casa. (L'idea del nastrino mi par da diffondere e da perfezionare; un nastrino blu per un premio letterario, un nastrino blu e bianco per chi pur non vincendo è arrivato in finale, un nastrino verde per chi ha avuto una recensione di Emilio Ceccbi, un nastrino- rosso per chi ha firmato un manifesto pubblicato da < l'Unità » e cosi via). Coloro che stanno attenti a queste cose hanno fatto notare che il premio è stato vinto da un milanese e che il secondo In classifica è un piemontese (Cesare Pavese, « Prima che il gallo canti ») e il terzo un napoletano, Michele Prisco, al quale è andata la medaglia d'oro per il primo libro (< Non se la conservi come cimelio — sussurrava affettuoso uno dei mecenati al giovane, — la venda, si farà sempre le sue sessanta mila lire, è oro zecchino »). Quindi lodi all'eclettismo dei letterati romani. Il fatto è che sarebbe stato difficile premiare uno scrittore romano perchè a Roma non si scrive. I letterati romani criticano, discutono, fondano premi e giurie, creano istituti e associazioni, preparano congressi, non gli resta il tempo per scrivere. Tanto è vero che l'anno scorso si è fondato a Roma un premio per lo scrittore che avesse resistito più di ogni altro all'Impulso e al vizio di scrivere, cioè a quello che scrivesse meno di tutti (premio allo scrittore resistenziallsta); e l'ha vinto Cardarelli. Angioletti gli anni non l'hanno nè invecchiato nè guastato E' venuto a prendersi II premio con la stessa aria dinoccolata, la stessa densa chioma castagna sulla fronte, lo stesso sorriso timido con i quali si presentò alla trattoria Bagutta, ventun anni fa, a cogliervi 11 primo premio Bagutta per un libro di racconti, Il giorno del giudizio, non ha concionato, non ha ballato, non ha bevuto, è andato a letto presto. Uno degli scrutatori per divertire un po' il pubblico ha fatto finta di avere perso l'assegno di mezzo milione, il premiato se lo stava a guardare paziente con un sorrisetto savio, aspettando la fine dello scherzo. Gli era successa la stessa cosa ventun anni fa, a Bagutta; allora allegrone era Tonino Nlcodeml. Pensava che in fondo tutto si ripete. Ma dal 1928 c'erano di nuovo, per Angioletti, le sue due leggiadre figliole, alunne delle Grazie e delle Muse e la Prisco , .ioro commossa gioia cpfdelltiam

Luoghi citati: Bagutta, Benevento, Roma, Viareggio