A che serve?

A che serve? A che serve? Un capocronaca de La Stampa sul tono di vita di un immaginario rag. Grosso, ii di impiegato di concetto di 2" categoria con uno stipendio di circa 40 mila lire, ha provocato repliche di centinaia di lettori, lettere e telefonate continuano. Questi documenti confermano che un uomo qualunque in una città industriale guadagna poco più di 30 mila lire mensili (anzi, non pochi operai, commessi, impiegati statali, insegnanti percepiscono anche meno), dimostrano i sacrifici di una famiglia che può spendere mille lire al giorno. Poiché sono cose note, altri lettori domandaito: a'ÓKé serve? IT capocrònaca sul rag. Grosso non aveva intenzioni polemiche Uà polemica l'hanno impegnata i lettori), ma altre volte La Stampa ha pubblicato ampie inchieste sulle regioni più povere del nostro paese, sulle Puglie, la Sicilia, la Calabria, e, sema spingersi tanto al Sud, sulla vita dei braccianti nelle insalubri zane situate alle foci del Po. Nelle grandi città del Nord vi è chi invidia il rag. Grosso, impiegato di concetto di 2» categoria, perchè guadagna 40 mila lire al mese, ma vi sono ancora milioni di itaUnni che guardano con ammirazione chi ha un reddito sicuro di mille lire al giorno. Anche per quelle inchieste dei lettori ci scrissero: perchè, a che servono? Dovrebbero servire a scuotere le coscienze, a far meditare le classi dirigenti sulla necessità di non accettare la miseria, la miseria degli altri, come un fenomeno naturale, come una fatalità. « Combattere la miseria», è facile scrivere queste tre parole; come? I semplici affermano: abolire o ridurre i I profitti del capitale. Certo, esistono delle ingiustizie nel- la distribuzione dei redditi, se fossero eliminate, la miseria sarebbe un po' mitigata. Ma il problema è un altro; cioè: pagare alti salari e produrre a buon mercato. Per produrre in fretta occorrono molte macchine, una perfetta organizzazione e disciplina di lavoro. Le stesstcose dicono gli economisti ed i politivi a Mosca ed a New York, i russi questi principU li ripetono ogni giorno, da anni, Con una insistenza allucinante. Sinora il neo-capitalismo americano ha dato migliori risultati del collettivismo russo; gli S. U. producono a buon-mercato e pagano caro il lavoro. Nei paesi occidentali europei, particolarmente in Italia, la situazione è diversa. Lo sviluppo del risparmio e degli investimenti, della tecnica e dell'organiszazione del lavoro è molto lento: lentezza dovuta non solo a ragioni naturali, ma al disordine, alla paura ed alla incertezza nella politica economica del Governo. In queste condizioni ben pochi hanno il coraggio di iniziare grandi imprese a lunga scadenza ed i privati lasciano allo Stato il compito di trovare lavoro, un qualsiasi lavoro, per milioni di disoccupati. E' probabile che nella lotta impegnata in Europa la decisione non dipenderà dalla bomba atomica (i recenti avvenimenti politici lo confermano) ma dalla maggiore o i minore capacità dei due sistemi a produrre, a distribuire, ad evitare crisi come quella del '29. L' Europa non deve temere il comunismo se riuscirà prima dell' U.R.S.S. a vincere la miseria. Anche per questa ragione è utile sollevare i veli pietosi e ricordare sovente: la mèta è lontana, la prudenza consiglia a non camminare troppo adagio, a. non perdere troppo tempo. g. d. b.

Luoghi citati: Calabria, Europa, Italia, Mosca, New York, Sicilia, U.r.s.s.