La luna e le farfalle

La luna e le farfalle di «buema. La luna e le farfalle In un certo giorno, verso la metà, di dicembre, quei frequentatori delle librerie che Anatole France ha Impersonato in eterno nel signor Bergeret, esulano dalle botteghe, dove ricompariranno dopo l'Epifania, dicendo: — Finalmente soli! — E un pubblico nuovo vi penetra: per soddisfare 1 capricci del marmocchio e della signora, o le convenienze mondane (c'è tuttavia qualcuno di mia conoscenza, che fa un regalo è se stesso, si compra una certa edizione, accuratamente riservata e vigilata in anticipo). I commessi, diventano allora del consiglieri segreti: — Che cosa crede che < vada bene» per una bambina di dieci anni, un ragazzo di otto, una signorina di venti?... Anche in questa materia ci sono, come in politica, i conservatori e i progressisti. Tutta una schiera di acquirenti si tiene ferma agli « immortali principi », ai classici della sua giovinezza, e non degnerà di uno sguardo libri che non siano di Verne o di Collodi, di 1Mi 11 ! 1111hI ! i rll 1111111 ii 111 !! ! i i u1 ] i i 1111 ! 11 1111 ti Salgari o di Andersen, di Grimm o di De Amicis. Più spregiudicati e moderni, altri seguon la moda, e sono capaci di pigliare l'ultima filastrocca, o magari le poesie di un ermetico, o il romanzo da leggere a porte chiuse. In realtà, ciò dipende dai propri! ricordi; dal bambino che si era addormentato sul Don Chisciotte, o su Fabiola, o su Ivanhoe, o sugli Ultimi ciomi di Pompei., persuadendosi che il bello è il nuovo.. Ai miei tempi, la scienza al tramonto era rappresentata da Camillo Flammarlon, e sorgeva l'astro di J. H. Fatare; 1 giovinetti della generazione precedente, si erano formati su un Darwin il quale aveva ispirato il Lucifero in maglietta carnicina, pizzo e battetti, di Mario Rapisardl. Adesso apro i lussuosi album di Mario Sturasi: Lia luna, e Vita delle farfalle (entrambi editi a Torino da De Silva, 1947) e trovo fotografie stupende nel primo, e incantevoli disegni dell'autore nell'altro, con un testo di chiarezza esemplare, Sturan! sente poeticamente la natura e gl'insetti, ma si tiene stretto alle nozioni più precise, con relativa bibliografia c'è da sognare e da istruirsi. Una scrittura limpida e sobria, che si vale della mitologia come dell' opuscolo accademico, ingemma di citazioni e di richiami i capitoli. Per la luna, 11 florilegio è ricco, e va da Saffo a Cesare Pavese. Peccato vi manchi Enrico Thovez, i cui Poemi (ora riediti, a cura di Ferdinando Neri, che 11 considera in una sottile prefazione, da discriminatore finissimo, qual' è, di bellezze e di metri. - Torino, Edizioni Palatine, 1947, L. 500) mi paiono sempre più avvincenti e singolari. Thovez ha visto < l'esile falce della luna — su le pallide nevi » invernali; ha contemplato Atene sotto la minaccia dei barbari « in una notte lontana di primavera e di luna... ». E il suo libro che torna, con tutta l'opera poetica, ne risuscita la figura malinconica e ardente, di sentimentale romantico sperduto nella placida felice e scettica Italia Glollttlana. Se c'è ancora qualcuno che sappia le sfumature e le delicatezze dell'amore fin de siede, questa è la sua strenna. Neri si sofferma, tra le folte pagine d'idilli e di languori, sul poemetto del «Tristano demente » così caratteristico per chi voglia conoscere, di colpo, tutto Thovez. Nessuno ch'io sappia, ha notato che nella vicenda leggendaria, con tanto di arco e di spada, un verso scopre l'avventura modernissima nella quale Thovez restò impigliato (come attestano le lettere, e i frammenti autobiografici) : «la morsa delle ginocchia nel buio di una carrozza». Dalla landa brettone fiabesca, eccoci, di botto, in fiacre al Valentino! L'ideale di Thovez fu un misto di Faust e di Tristano. Se pensiamo al ragazzi a cui vanno i libri di Sturani, è evidente la metamorfosi: Saffo è tradotta da Quasimodo anziché da Valgimlgli, e mancano solo V Endimione di Arturo Loria, o quello di Sibilla Aleramo, per essere in pari. E tutti i dati scientifici che sostituiscono definitivamente le ampollosità di Buffon, le ridicole immagini di Bernardin de Sain-Plerre, i presupposti filosofici di Haeckel e di Darwin, riflettono il gusto positivo e pratico degli odierni lettori, 1 quali forse non staranno a curvarsi sul versi o sulle fantasie, correndo piuttosto a misurare la distanza della luna dalla terra, o a cacciar 11 naso nella generazione delle farfalle, che con meravigliosi colori Sturani riproduce nelle sue pagine. Chi non s'interessa della faccenda delle uova e dei bruchi, risalga, dalle immagini del nuovo libro, alle strofe di Gozzano, e non gli sarà difficile. Tanto più che per noi,' osservò Mario Praz, « fiore è un fiore » mentre per gl'inglesi è un ranuncolo, una rosa, e via dicendo. Non vorrei dire una malignità, ma ai libri di Sturani arriderà gran fortuna. In Inghilterra, temo. Candido iiiiiiii iiiiiiiiiiiiiìmimiimimiiiiìikiiiiiimiiii Tempi duri anche per gli Inglesi: la mogli* e le figlie del governatore di Trinidad hanno aperto una bottega artigiana di ceramiche e v| lavorano otto Ore al giorno. < 11 [ 111 ( 111 ! 1 [ > iM1111111m11U f 11111111111 r 11M11 ; ! M [ 11111 [ IM111 [ 11111 i 1111 [ 11 r 11 ! 11tIM1111111111M11111 [ 11 [ 11111 ■ BIM1111 ! 11M M U [ ] 11H ; 111M11111 > h ! [ 1 1 r M111

Luoghi citati: Atene, Gozzano, Inghilterra, Pompei, Torino