L'internazionale della polizia di Francesco Argenta

L'internazionale della polizia L'internazionale della polizia La sola intesa che sia stata raggiunta in un mondo sempre diviso dalla paura e dal sospetto - Braccati senza scampo, i malfattori in fuga da un paese all'altro (Dal nostro inviato) ROMA, dicembre. Ogni giorno, alle 9 ed alle 21, su un'onda segreta e misteriosa, in u/u cifrario astruso ed impenetrabile, l'Interpol di Roma comunica con llnterpol di Parigi: trasmette nominativi, dati segnaletici, risultati di indagini, richieste di accertamenti... Molte volte la risposta giunge dopo pochi minuti e, anziché dalla centrale di Parigi, perviene da Bratislava o da Teheran, da Ankara o da Oslo, da New York o da Buenos Ayres} ohe le polizie degli stati aderenti alla « Commissione internazionale di polizia criminale» sono per cosi dire legati in circuito e la burocratizzazione è ridotta al minimo: non c'è bisogno di far capo a Parigi o di sformare » un fascicolo, di emarginare una pratica, per dare evasione ad una richiesta: se Oslo ha elementi utili da offrire in rapporto alla richiesta avanzata da Roma, li comunica senz'altro, sulla via dell'etere, in un'emissione che non può ' sfuggire a Roma, come non può sfuggire alle polizie degli altri paesi aderenti. Stretta cooperazione ha cooperazione non potrebbe essere più stretta, e fattiva; non potrebbe essere più veloce. E fa piacere constatare che in tanti urti e in tanti contrasti, in tante incomprensioni e in tante divisioni, ideologiche e sostanziali, quali tuttora permangono in campo internazionale, abbia potuto almeno sopravvivere o risorgere questa forma di umana e civile solidarietà, di pacifica collaborazione. Crii Stati aderenti all'Interpol, la cui sede è a Parigi (11, rue des Saussaies) sono attualmente ventiquattro e comprendono anche alcuni paesi posti ad di là del sipario d'acciaio (rimane assente, tuttavia, la Russia), oltre alle polizie francese ed americana delle zone occupate in Germania. L'idea di una cooperazione internazionale fra le polizie è remota; risale all'altro dopoguerra, quando, sotto la spinta, del dilagare della criminalità, il dottor Schober, che presiedeva . allora alla polizia di Vienna 0 che doveva assurgere, più tardi, alla carica di cancelliere federale, proponeva, in occasione di un congresso internazionale di polizia, la istituzione di una « commissione internazionale di polizia criminale » con lo scopo di garantire e di sviluppare la cooperazione maggiore fra tutte le polizie criminali, nel quadro delle legislazioni nazionali dei singoli stati. Paralizzata e travolta dalla guerra, l'organizzazione ideata dal doft. Schober è risorta l'altr'anno per iniziativa di F. E. Louwage, ispettore generale della polizia di stato belga, il quale è stato chiamato a presiederla. E al suo fianco, rispettivamente come segretario e referendari, sono L. Ducloux, direttore dei servizi di polizia giudiziaria alla « Sùreté nationale»; R. X. Howe, il capo di Scotlcvnd Yord; W. Miitler, capo della sicurezza della polizia di Berna, Harry BGdermann, direttore dell'Istituto di polizia scientifica di Stoccolma. Lo stato maggiore dell'organizzazione non potrebbe essere composto di elementi più preparati e più agguerriti, nella dura e quotidiana lotta contro il delitto. E i risultati che già si registrano nell'attività dell'organizzazione sono cospicui. Non &è scampo per il truffatore ed il ladro internazionale, per il trafficante in stupefacenti, per il falsario. Sulle onde della radio, la segnalazione lo insegue, qualunque sia la strada che prende, il mezzo che usa per dileguarsi, per sfuggire all'inseguimento ed alle ricerche. I/organizzazione dell'ufficio italiano dell'Interpol (e occorrerà ricordare che l'adozione di questa sigla è stata suggerita dal nostro rappresentante, il questore Dosi, un funzionario poliglotta e ricco d'esperienza anche in campo internazionale./ è di data ultrarecente, risale a poco più di due mesi.. Ma già il servizio è in piena efficienza, già si infoltisce e si moltiplica la casistica in cui si compendia l'attività quotidiana. Le estradizioni Se rimane celebre, per la nostra polizia, la smascheratila del sedicente principe Muley Mustafà Raisumi, il quale diceva di appartenere a famiglia discendente dal Profeta, dichiarava di essere un capo riffano, e come tale era riuscito ad incannare le comunità mussulmane dell'India ed a farsi ospitare per lunghi mesi dal viceré, (si trattava, invece, di un fantasioso e diabolico truffatore), le operazioni più recenti non sono meno clamorose dal punto di vista della decisività dei risultati. Lo scompiglio originato dalla guerra ha fatto naufragare anche i trattati che regolavano la estradizione dei malfattori da paese a paese, ha creato un indiavolato caos in questa materia. Di qui una situazione che ha dischiuso possibilità insperate per i malfattori di oltre confine e che ha fatto intravedere l'approdo nel nostro paese oome l'approdo in un'oasi di impunita, nel paese della salvazione. Ma è una pura illusione. Se la materia delle estradiaioni è arruffata e controversa, elastica e lacunosa, llnterpol non dà tregua a chi cerca di sgusciare fra le maglie della procedura. Un olandese naturalizzato americano, tale Buick, dopo aver commesso in Belgio una serie di truffe vistose, aveva richiesto il visto per l'Italia e, su una lussuosa macchina, oon un'elegante donnina, aveva preso il volo verso il nostro paese, dove contava di trovare Vimpunità e sperava di godersi il pingue bottino. Sfuggito fortunosamente alle polizie francese e svizzera, nella sua vertiginosa corea verso il sud, egli non è più sfuggito alla nostra, che l'ha arrestato a Milano. Eguale la sorte toccata ad un avvocato di Zurigo, il Quale, per altro, vedendosi vinto, ha rinunciato ad opporre eccezioni e cavilli alla richiesta di estradizione... amichevole che ne faceva la Svizzera. € Siete contento di essere riconsegnato alla polizia del vostro paese?». — Si — balbettò l'avvocato. Era pianto da nei su una lussuosa mac- china: è ritornato al suo paese in « traduzione ordinaria». Più rocambolesco il caso dell'ungherese' che, per sottrarsi alle ricerche della polizia del suo paese, si era rifugiato a Roma, dove non aveva tardato a riprendere la sua attività truffaldina. Autonominatosi agente consolare dell'Honduras, aveva fabbricato una quantità inverosimile di passaporti falsi, facendoseli pagare profumatamente. Poi era scomparso, gabbando autorità e.... clienti. 1,'Interpol l'ha rintracciato a Bruxelles, e da Bratislava si è subito appreso che la sua avventura romana non costituiva che la seconda edizione di una analoga e vasta attività truffaldina svolta in quella città. La gigantesca truffa filatelica, di cui sono' stati vittime i collezionisti belgi per opera di falsari nostrani (sui francobolli del « volo di ritorno » di Balbo era stata falsificata non solo la soprascritta, ma anche l'autentica dei periti Bolaffi, Diena ecc. con il risultato che i pezzi; del valore di 2000 lire, erano stati venduti a 6000 fisj è stata messa in luce dalle segnalazioni dell'Interpol, a cui si' deve altresì, la caccia diuturna e fruttuosa che le polizie di tutti i paesi van dan¬ ■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiii^i iiiisiriiiiiiii>frrii do ai falsari ed ai trafficanti di stupefacenti. Fra le pubblicazioni dell'Interpol è una rivista: < Contrefagous et falsifications » ohe diffonde i facsimiU delle falsificazioni monetarie e delle opere d'arte. In Cecoslovacchia, Ignazio Chaim.ovitz' si era specializzato nella falsificazione delle sterline egiziane. Egli ne aveva messe in circolazione in quantità. Il 25 dello scorso novembre, scoperte le falsificazioni, le radio dell'Interpol diedero l'allarme, diffusero i dati segnaletici del falsario : il giorno dopo. Ignazio Chainovitz era arrestato sulla nostra riviera. Un rècord di abilità poliziesca, ma un rècord, anche, di velocità. Francesco Argenta L'« Interpol » tlen d'occhio I trafficanti di stupefacenti e conosce ogni loro segreto. Dall'accendisigaro alle scarpe, tutto serve per contrabbandare le droghe.