Arrivano: nebbia sindaco e salotti

Arrivano: nebbia sindaco e salotti CRONACHE MILANESI Arrivano: nebbia sindaco e salotti Milano, 10 dicembre. Partì 11 sindaco Greppi ed arrivarono le nebbie; adesso il sindaco Greppi è ritornato, ma le nebbie sono rimaste. In queste nebbie si disciolgono morbidamente gli ultimi pentimenti e gli ultimi stupori per gì' Incidenti del caso Trollo e sopravvengono, altrettanto morbidamente, i primi saporosi sentori di panettoni natalizi in vendita libera. Ma 1 milanesi non pensano soltanto al panettoni per distrarsi da Greppi e dalle nebbie; sarebbe calunnioso supporlo; pensano anche alla coltura. E sono nati alcuni salotti letterari. Qui è una questione di puntiglio. Roma possiede alcuni salotti letterari in piena efficenza, intelligenti, briosi, riposanti: e si sa che, infine, anche gli uomini d'arte hanno bisogno del loro dopolavoro. Ma Milano, nel dopo-guerra, non riusciva ad organizzarsi salotti letterari; e gli artisti di Roma ridevano: «Ehi, lassù! Venite a Roma se volete imparare a conversare ». Poteva Milano sopportare più a lungo? A che serve dunque ospitare un sindaco scrittore? Ci si è messa di mezzo una a , 1 . l r e , e a , e r o a a n l a a o: a egrande sarta; e adesso, ogni giovedì nei' saloni dove hanno sfilato indossatrici e ruotato milioni di lire, investiti nella vestizione femminile, si raduneranno allegramente pittori scrittori, artisti d'ogri campo d'ogni posizione politica e culturale. Ma Milano non è Roma: qui anche l'allegria è diversa; qui anche i salotti letterari si fanno con serietà; diciamo pure con troppa serietà. Il primo giovedì, i saloni della grande sarta erano gremiti, con un enorme numero di pittori e di critici letterari. I pittori, si sa, parlano di pittura In proporzione inversa ai bagni che prendono. Bene, quanto parlavano di pittura alcuni quel giovedì! I critici letterari, poi, parlano di letteratura in proporzione Inversa alla capacità di farsi capire. LI, tra specchi stupendi, su tappeti da sogno, in quell'aria ohe sapeva di tulli freschi e di ciprie, il povero cronista passava da gruppo a gruppo di persone. Udiva da una parte: « L'essenza metafisica della pura sensualità cromatica»; passava oltre, e cadeva In un: « La catarsi esistenziale e ditirambica del limbo ungarettomontaliano »; passava oltre ancora, e precipitava in una lettura di Valéry, ascoltata da un gruppetto ad occhi chiusi. E vagolava il cronista, In cerca di una barzelletta, di un discorso non serio. La cultura italiana, pensava, ha bisogno di frivolezza per diventare seria davvero. La persona più divertente della serata era un pittore che spiegava come qualmente la pittura con 1 colori concreti sia finita; e come qualmente la pittura dell'avvenire sia rappresentata da una macchina che emette scie luminose multicolori. C'è il vantaggio che non ci si limiterà a contemplare un Cézanne, ma ci si farà inondare da un Cézanne; soprattutto c'è il vantaggio che non occorre saper dipingere, Ma il cronista si consolò quando apprese che era sorto già, a Milano, un salotto letterario semi clandestino, nel quale una volta la settimana si radunano letterati difficilissimi, ospiti di un editore. Per ogni convegno è fissato un tema, ossia un autore da discutere; una volta è Hemingway, un'altra è Glde, e cosi via. I letterati parlano, a turno, a colpi di « idee pure », « catarsi », « cieli della poesia », « geometrie astrali » ; e una stenografa trascrive il miele di tanta sapienza socratica; non sempre la stenografa capisce, naturalmente; qualche volta scrive catarro al posto di catarsi, ma, confondendo ulteriormente i discorsi, mentre da una parte non 11 oscura di più per via della raggiunta saturazione, dell'altra corre sempre 11 rischio di migliorare i testi. Al confronto, il salotto della sarta ha almeno la varietà del discorsi incomprensibili; e cioè: tutti noiosi, si, ma ciascuno a suo modo. Abbiamo la nebbia, il sindaco Greppi e 1 salotti. Nessuno sa dire che cosa e chi sia più mesto. Quelli da Roma guardano in su e canzonano: «Ehi, della metropoli! Allegria! » E dalla . retro peli nebbia, sindaco e salotti guardano sdegnati all'Eterna ed esclamano: «Sempre frivoli a Roma; occorre un po' di catarsi laggiù». La diva Hazel Court appartiene alla schiera delle nemiche delle gonne lunghe.

Persone citate: Greppi, Hazel Court, Hemingway