Sceiba mi ha detto...

Sceiba mi ha detto... Sceiba mi ha detto... "Ministro di polizia,, o "tutore dell'ordine,,?- Non un'intervista ma una conversazione con il più vituperato uomo del governo (Dal nostro inviato speciale) Roma, 10 dicembre. Contro Sceiba si scatenano i fulmini delle sinistre; a Sceiba guardano, con un senso di aspettazione trepida e sospesa, quanti paventano che gli elementi di ribellione saldantisi, oggi, nel Paese in una oscura guerra o in una più pericolosa alleanza, abbiano a prevalere, abbiano a determinare il caos. « Ministro di polizia » è chiamato dispregiativamente dagli uni il ministro dell'interno; tutore dell'ordine, è chiamato o affannosamente « invocato » dagli altri. Ora il problema è qui: cosa c'è di vero e di ammissibile, di fondato e di verosimile, in questa antinomia, in questo antagonismo di posizioni; quali intenzioni guidano il ministro dell'interno nel manovrare quello strumento riequilibratore o restauratore dell'ordine che è la polizia; quali affidamenti e quali possibilità offre, in concreto, il delicato e complesso strumento poliziesco nell'assolvimento delle proprie funzioni ? Il più osteggiato Ho posto questi quesiti a Scelta, che mi ha ricevuto al Viminale ad ora tarda, quando la sua giornata di lavoro che, si inizia, si può dire, nelle ore antelucane, era ancora lontana dal chiudersi. Si è parlato lunga¬ mente, fuori d'ogni schema restabilito, fuori della freda e stucchevole convenzioalità dell'intervista, in una tmosfera che era spoglia i infingimenti e di ritrosie, perta e cordiale. L'on. Sceia ha $6 anni, è avvocato ed nativo di Caltagirone. Ma er il fatto di risiedere da ungo tempo a Roma, si può ire di lui. come di tanti alri uomini del nostro scachiere politico, che è un siiliano « continentalizzato ». i temperamento isolano è mmorbidito, la parlata ha erduto l'esasperazione delle ue peculiarità regionali, gli tteggiamenti sono intonati, n ogni momento, a riflessività e pacatezza. Tuttavia, nella evoluzione conseguita agli anni ed all'ambiente, 'on. Sceiba non ha perduto od offuscato U tratto distinivo della sua personalità: la ermezza del carattere. A Montecitorio, Sceiba è 'oratore più rumoreggiato. Patrissì o Covelli, Benedetini o Russo-Perez, sono bersagliati di apostrofi e di invettive, ma finiscono per dire quello che vogliono; Giannini, in virtù della prestigiosa abilità con cui riesce a illeggiadrire quello che va dicendo di ostico per l'estrema, intercalandovi barzellette amene e scurrili, finisce per farsi ascoltare in ammirato silenzio anche dagli stessi avversari, nonostante le deputatesse socialcomuniste o democristiane siano costrette ed abbassare pudibonde gli occhi ed a nascondere U viso imporporato; Sceiba, invece, ha sempre di fronte a sé un uditorio irriducibile e scatenato che lo subissa di invettive e di vituperi, si studia, in mille guise, di impedirgli di parlare. Umanità e schiettezza Ma Sceiba non disarma: attende, quieto, che la tempesta si plachi; riprende a parlare al punto in cui è stato interrotto, non coglie le apostrofi e le interruzioni, dice quel che ha da dire, non siede fin che non ha concluso U proprio discorso. La canea non lo turba e non lo. smonta, non lo esaspera e non lo intimorisce. « Faccia di bromo » gli ha gridato, un giorno, qualcuno, dai banchi dell'estrema. E l'invettiva è rimbalzata subito sui giornali, ha echeggiato senza fine, propagandosi in un coro nutrito e convulso. Ma a vederlo qui, nel silenzio e nella solitudine del suo studio, lealmente impegnato in una conversazione che spazia fra tiiiiiiiiniiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiniiii argomenti delicati inquietanti e spinosi e che è interrotta, tratto tratto, dallo squillo dei telefoni, traverso cui giungono quesiti, si postulano istruzioni, si sollecitano soluzioni, sempre in tono concitato assillante premente perentorio, il mito crudele e sinistro onde l'estrema ha voluto rivestire la figura di Sceiba, crolla decisamente e ruina. Sceiba è pieno di schiettezza, ha palpiti di umanità che commuovono^ tradisce una sensibilità che è in antitesi netta con il ritratto della sua personalità diffuso dalla stampa d'estrema. Parla degli avversari con rispetto, con deferenza; di taluni con ammirazione aperta e convinta; degli inferiori e dei sottoposti, sempre con cordialità, mai con iattanza. Il bene supremo — TI questore X f (un questóre politico che è stato mantenuto in carica, ad onta delle direttive fissate a suo tempo dal consiglio dei ministri e volte a sostituire con funzionari di carriera gli elementi introdotti nell'amministrazione dai C.LJf.J. — E' un democratico sincero - osserva - e può essere utile alla sua città più di un funzionario di carriera. — E questo termine democratico ricorre nella parola di quegli che è definito da tanta parte dell'opinione pubblica come il gelido inflessibile « ministro di polizia », indaffarato a sostenere con l'apparato poliziesco del quale dispone un governo di parte e autoritario, con un calore una frequenza ed una sincerità che colpisce e sconcerta. Non si può parlare di democrazia se l'idea democratica non è connaturata in noi, non è intesa e sentita; se non ne siamo permeati, se non ci protendiamo con lealtà e schiettezza, in ogni campo, in ogni momento, verso la sua attuazione E schiettamente, sanamente democratica è la struttura data, aggiunge il ministro, al corpo della polizia. » Parli con i capi, si mescoli ai gregari; li interroghi; faccia una capatina nelle scuole dove vengono addestrati gli agenti ed i sottufficiali...; è gente che viene dal popolo e che veglia e si sacrifica per il bene del popolo... ». E' quello che ho fatto. E dirò quello che ho visto e quello che ho inteso. Dirò come l'apparato poliziesco sia stato aggiornato e modernizzato nella sua struttura e nella sua attrezzatura; come iRiiiiiiiiinin sia stato trasformato nella sua funzionalità, alla luce dei principi che han da governare la nostra vita collettiva dopo il ventennale buio della tirannide; quale compattezza e quale consistenza esso presenti; quali garanzie offra per la tutela della sicurezza pubblica, ma anche per la tutela dell'ordine pubblico, che è poi il bene supremo, il bene di tutti, il bene del popolo.

Persone citate: Covelli, Giannini, Russo-perez, Scelta

Luoghi citati: Caltagirone, Roma