GUIDA a Dante di Francesco Bernardelli

GUIDA a Dante GUIDA a Dante E' l'ultima opera di Umberto Cosmo, terminata poco prima che la morte lo cogliesse, repentina; e non è soltanto utilissima introduzione allo studio di Dante, ma in certo modo testamento intellettuale di un caro maestro. Queste pagine succose e precise che propongono in sintesi tutta la serie dei problemi danteschi, e porgono lo strumento a indagarli meditarli risolverli (Guida a Dante - Francesco De Silva ed.) sono percorse e sostenute da un sentlmen- _ to così nobile, così fiducioso e generoso di ciò che è scienza, crìtica, verità, che, a leggere, ci si sente tosto avvolti da una vivida aura morale. All'intelligenza filologica vi si unisce, strettamente, una certezza dei supremi valori della vita, coscienza giustizia virtù, che nella figura di Dante si affisa, ma che deriva da dolorose esperienze, civili spirituali, travagliate e combattute, i suoi più intimi motivi. Questo manuale è dunque persuasivo e benefico come un libro di appassionata saggezza. Come sempre nei tempi duri e oscuri della storia d'Italia, Dante è apparso al Cosmo, uomo di cuore che a lungo e fermamente patì nella lotta politica, soprattutto quale sovrano, ideale esempio di strenua umanità. Dante filosofo, politico, moralista, Dante cultore e maestro dell'ardua scienza che rivela l'ordine dell'universo e conduce a Dio, Dante dottrinale e didascalico; chi, per pregiudizio estetico, ha creduto di escludere dall'attualità, dalla perennità dell'opera dantesca questa realtà profonda, ha escluso forse la sostanza primitiva e profetica della sua poesia. ' Acceso l'animo da inestinguibile ardore, partltante violentissimo, lucido intelletto, Dante, da quel suo prodigioso senso della storia, che, se pur parziale e fallace nel cogliere il celato indirizzo dei tempi, sempre stupendamente ne ritraeva il moto creatore di figure e di eventi, dalle cronache, dai fatti disordinati e confusi, Dante salì a un'idea teologica e universale, a un'utopia, ch'era per lui l'aspetto stesso, pacificatore e redentore, della verità. In quell'andare sicuro e ispirato, egli portava con sè il sapere dell'età sua, trasfuso in fulgide immagini; in quel raggiunto spazio di luce, la sua persona s'accampa con smisurata forza di fantasia, intera, quale l'avevano fatta natura sorte civiltà, e quale egli voleva che fosse per trasporto mistico e di poesia. Temperamento acerbo, vendicativo, sognante, magnanimo, sottile; inesausta intuizione lirica del mondo concettuale ed epico ch'egli andava suscitando e costruendo; immensa dottrina: e quel sentirsi partecipe di una disciplina davvero patrizia, di una misteriosa beatitudine intellettuale. La dottrina, che è la moralità attiva di Dante, non ne assiderò la fantasia, ma la « rafforzò, sublimò, dispose » ; e nell'impegno didattico, fervido di commossa brama divina, si scorge, chiara imperativa, la sua missione poetica e religiosa, la sua « apostolicità ». Queste cose, essenziali a capire virilmente Dante, sono riconfermate e illustrate dal Cosmo con rigorosa coerenza. Dal libretto, denso e svelto, la figura di Dante, stupefacente protagonista della Commedia, sorge nell'unità sostanziale e nella varietà dei tratti. V'è il giovane Dante che si affina in una vita di artista e di cavaliere; è il tempo del sirventese alle sessanta e più belle donne di Firenze, e del sonetto, davvero magico e Incantatore: Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io... Mal con più scaltra ingenuità, con più effuso stupore furono dette parole di sogno. E v'è l'Alighieri della tenzone con Forese, dall'atteggiamento « sarcastico e maligno, per non dire beceresco », compresso, si, dall'amor cortese, dalla crescente spiritualità, e che pur traspare dall'Inferno. «Le esperienze di un poeta — avverte 11 Cosmo — molte volte sono mera creazione fantastica». Ed è acuto, fertile avvertimento ad approfondire, nel progrediente esercizio dell'arte, tra filosofia e vita, tra realtà e allegorie, il carattere stesso di quella fantasia. Lunga jr-.ra In Dante la fantasiosa elaborazione, rapida la scrittura; immensa, quasi illimitata per il desio, per l'apprensione dell'eterno, la sua esigenza poetica; ma l'artista poi, meravigliosissimo. L'una e l'altra virtù concorrenti alla creazione del poema, così concreta, così oggettiva pur nel caldo dell'ispirazione, da apparirci ancora, in ogni roccia, in ogni sterpo, in ogni persona, pei gran dirupi infernali, sulle piagge del Purgatorio, entro i lucenti abissi del Paradiso, più plastica e scolpita, più densa di terrestrità, peso spazio durata, della natura stessa mutevole, labile e caduca, che ci circonda. Umberto Cosmo ha potuto condensare in due. cento pagine, comprese le abbondanti minute bibliografie, così folto tesoro di esperienza dantesca, non solo per l'ingegnoso uso ch'egli sempre fece degli strumenti di lavoro più ardui e complessi, ma perchè, come scrive Franco Antonicelli nella «licenza » al Volume, egli « capiva a fendo, entro la poesia, la ricchissima vita donde quella nasceva». Ed è questo un ricongiungersi alla più schietta tradizione non solo filologica, ma storica e civile, dell'esegesi dantesca. Francesco Bernardelli

Persone citate: Francesco De Silva, Franco Antonicelli, Umberto Cosmo

Luoghi citati: Firenze, Italia