La terra e il pane

La terra e il pane La terra e il pane Alla conferenza economica di Parigi ci è stato rimproverato di consumare troppo grano e di produrne troppo poco. L'accusa, almeno per la seconda parte, non è interamente destituita di fondamento. Se avverse vicende hanno caratterizzato la campagna granaria che sta per chiudersi, sarebbe grave errore credere che 10 scarso raccolto sia dovuto solo al cattivo andamento stagionale. La restrizione dal 1941 al 1947 di oltre 800 mila ettari della superficie destinata al grano, testimonia che la politica granaria perseguita dal governo è controproducente. Se ài nostro paese mancano 30 milioni di quintali di grano, almeno 8 o 10 non ci sono perchè il governo non li ha voluti. Bastava (come già questo giornale ha osservato) che agli agricoltori fosse stato assicurato nello scorso mese di settembre un giusto prezzo per il grano per ayere una maggiore superficie seminata e una più razionale coltivazione. Dobbiamo spendere circa 250 miliardi di lire per importare grano, mentre potevano bastare 160, se l'imprevidente politica di Roma non avesse contribuito alla diminuzione del raccolto. Dovremo così sacrificare l'importazione di materie prime indispensabili alla nostra economia ritardando e pregiudicando la ripresa economica. Ci troviamo di fronte ad una situazione grave, in parte per colpa nostra, ed e necessario quindi porvi riparo d'urgenza, altrimenti un altro anno di miseria ci attende. L'ammasso del grano è divenuto insopportabile per gli agricoltori, un pesante fardello per la pubblica finanza e un inutile strumento per lo Stato. Valga a dimostrarlo l'esempio di una provincia ligure che lo scorso anno con direttore e decine di impiegati alla UPSEA, ha consegnato ai granai del popolo sei quintali, di granò ; e per questo anno tutta una serie di Provincie; da quelle liguri -a" quelle di Como, Varese, Sondrio, Massa, Belluno, Pistoia, ecc. che non consegneranno agli ammassi nemmeno un chilo di cereali, mentre la -rastodontica burocrazia in • >gata in tali Provincie pei reperire il grano, che non c'e, assorbirà molti miliardi alle finanze del Paese. Il ministro dell'agricoltura ha fatto sapere che. è sua intenzione ricorrere per la futura annata agraria all'ammasso per contingentamento. Vorremmo che il progetto non rimanesse nelle intenzioni, vorremmo che esso fosse pronto e portato a conoscenza degli agricoltori; poiché essi vogliono sapere, e hanno diritto di conoscere in tempo, quale destino si riserva al grano, frutto del loro duro lavoro. Non è solo per soddisfare la legittima curiosità degli agricoltori che chiediamo chiarimenti, è l'interesse del paese che lo impone. Perchè gli agricoltori sono decisi (e ne hanno dato la prova lo scorso anno) a restringere draconianamente la superficie destinata a cereali se il governo non preciserà in tempo la sua politica soprattutto riguardo al prezzo del grano. Purtroppo dai pochi fatti che sono a nostra conoscenza non ci pare che l'attività e gli interventi del ministero dell'agricoltura siano consoni alla grave situazione in cui si trova 11 Paese. Tutti grli agricoltori lamentano di non poter avere concimi, e i pochi che talora vengono loro concessi arrivano sempre troppo in ritardo. Non hanno torto, poiché gli azotati che avrebbero dovuto spargere sul terreno al finire oell'inverno li ebbero nel mese di aprile ed in qualche caso a fine maggio. Non è certo con simili provvedimenti che si lenirà la nostra miseria; la futura campagna granaria si decide nei prossimi due mesi. Vorrà ancora una volta il ministero dell'agricoltura rimanere sordo al richiamo degli agricoltori e all'invocazione del. paese senza pane? Francesco Saja

Persone citate: Francesco Saja

Luoghi citati: Belluno, Como, Massa, Parigi, Pistoia, Roma, Sondrio, Varese