Il folle delitto di una madre

Il folle delitto di una madre DOPO TRE ANNI IN UNA CASA DI SALUTE Il folle delitto di una madre Nell'aprile del 15)44 si svolse alla nostra Corte d'Assise un processo per un folle delitto che aveva precedentemente, nel 1043, fatto molta impressione nella cittadinanza. Era 11 delitto d'una madre, la conseguenza d'un amore disgraziato. La viltà d'un nomo aveva sospinto la donna a un tremendo, insano proposito: sopprimere il frutto di quell'amore e di quella colpa, con una colpa maggiore. Bovls Evelina, di professione lm. piegata, aveva dato alla luce un bimbo nella sua abitazione di via Garibaldi 36 e s'era trovata sola, | senza aluti, senza consigli. Era sta' ta abbandonata dal padre della creaturina, e col pensiero dell'avvenire buio aveva partorito da sola, senza Intervento di un medico o di una levatrice, neppure d'una vicina di casa. L'aveva trattenute dal chiedere assistenza la vergogna di rendere altri partecipi del suo fallo giovanile. Ma sola, senza appoggi, con quella creaturina in rasce, s'era trovata di fronte a un grosso ostacolo: la burocrazia. Non era riuscita a far accettare In Municipio la denuncia di na scka allo Stato Civile perchè detta denuncia non era controfirmata uè da una levatrice nè da un medico. Da notarsi che s'era nel 1943 •in piena campagna demografica del regime e di conclamate iniziative assistenziali (a parole) per le ragazze-madri. Inoltre, s'era vista nell'impossibilità, appena nata la creaturina, di farla ricoverare alla Maternità Inquantochè le era posta la condizione di farsi ricoverare essa pure. E ciò non voleva perchè, fidando nelle proprie forze, sperava di potere essere dopo pochi giorni nella possibilità di presentarsi al nuovo Impiego che le era rluscMo di trovare presso il Municipio di Chivasso. La disgraziata, dopo avere fatto battezzare il bimbo che aveva raggiunto già 11 quindicesimo giorno e dopo avere girovagalo per Torino, presa da cupi pensieri, aveva attuato un folle disperato gesto: sopprimerlo pavidamente — le parve — senza che soffrisse, come in un sogno mediante asfissia col gas Illuminante. Rinviata a giudizio della Corte d'Assise un anno dopo. Evolina era stata condanna.;,-! a 17 anni di reclusione ed a tre anni In una casa di cura. Questo periodo sta ora per spirare e a Roma in questi giorni presso la Corte Suprema di Cassazione si è discusso 11 suo ricorso col patrocinio dell'aw. De Marchi. La Corte ha annullato la sentenza di Torino per mancanza dì motivazione sulla infermità di mente ed ha rinviato la causa per un nuovo esame davanti ad altra se¬ 1 zlon della nostra corte d'Assise 1

Persone citate: De Marchi

Luoghi citati: Chivasso, Roma, Torino