Le lacrime di Churchill di Domenico Bartoli

Le lacrime di Churchill Le lacrime di Churchill (Dal nostro Inviato) Londra, 3 giugno. Churchill piange. Fu visto commuoversi fino alle lacrime a Parigi, quando il presidente del Consiglio francese, Ramadier, nel grande cortile degli Invalidi, gli consegnò la médallle milltalre, la decorazione al valore che può essere concessa solamente ai generali in capo, oppure ai | sottufficiali e alla truppa. Ramadier, un anziano signore col pizzo' Manco e le guancie sempre rosse che sembra un professore di provinola, era in abito da cerimonia, Churchill in uni/orme militare. Stavano nel mezzo del cortile sotto alla famosa statua di bronzo di Napoleone. Ramadier appuntò la meda¬ glia sulla giubba militare di IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUIIIIlllllllllllllllllllllllllllll ChurohiR e si curvò, subito ad abbracciarlo, come vuole la tradizione. La faccia rotonda del vecchio guerriero si appoggiò per un attimo prima sulla spalla sinistra e poi sulla spalla destra del presidente francese, e chi poteva guardarlo bene si accorse che gli occhi scintillavano di lacrime. Oli inglesi non si stupirò' no. Sapevano che ' Churchill è facile alle lacrime. Questo fatto, apparentemente incredibile, era stato più volte rivelato dai giornali. Vi ricordate, dicevano i giornali al loro pubblico, quel discorso di Churchill al tempo di Dunkerque e quell'altro al tempo di Singapore? Ebbene, il primo ministro aveva la voce commossa, come tutti sanno; ma quei pochi che lo videro mentre pronunciava il discorso davanti al microfono della radio si accorsero che la sua faccia era bagnata di lacrime. E la stessa cosa accadde quando, dal posto di comando del generale che dirigeva la difesa aerea deWìnghilterra dvrrmW-Tè^mHatè-^b d& '40, Churchill assistette all'episodio culminante di quella lotta. Affluivano al comando le segnalazioni dell'avvicinarsi degli apparecchi nemici, e ogni volta il generale faceva partire una delle sue squadriglie da caccia per contrastare i bombardieri tedeschi. A un certo momento il generale disse: : Questa « l'ultima squadrioHa che m» rimane ». &'«» i tede- schi avessero avuto ancora bombardieri, l'Inghilterra sa- rebbe rimasta quasi indifesa, Ma non venne un'altra ondata. Anche i tedeschi, forse, avevano impegnato la loro ultima squadriglia. Dopo qualche minuto il cielo diventò silenzioso, e il quadro delle segnalazioni, dove prima si delineavano sempre più numerose le sagome degli ap parecchi nemici e le loro rotte, restò vuoto. Churchill andò via e anche questa volta gli occhi gli si riempirono di lacrime. Una raccolta di duchi Questi episodi sono oramai conosciuti. Ma posso aggiungere qualche particolare ohe la maggioranza degù inglesi ignora. Durante la guerra, racconta un intimo di ChurohiR, i parenti e gli armici del primo ministro pensarono di fargli un regalo ohe potesse distrarlo dalle sue preoccupazioni. Raccolsero un gran numero di di- tito conservatore potevano decidersi a ricorrere a lui, e tutti gli inglesi ad ubbidirgn 6 a seguirlo. sohi per grammofono e, co* nascendo i Suoi gusti, scélsero vecchie canzoni inglesi; inni e marcie della guerra boera e dell'India, e consoni popolari di varH Paesi. Ohur? chiU gradi il regalo, e spes-> so, nelle lunghe, ansiose so? rate dei bombardamenti, oi quando attendeva notizie sulle lontane battaglie, metteva un mucchietto di dischi in un radiogrammofono ohe auto* matloamente U faceva girare e suonare uno dopo, l'altro, Poi ascoltava, ora passeggiando in su e in giù, ora restando affondato in una poltrona con un WocWere di liquore e la scatola dei sigari accanto a sè, e lentamente, tra i ricordi che le musiche della sua giovinezza richiamavano in lui e i pensieri e le speranze che gli avvenimenti del giorno eccitavano, cominciava a commuoversi. Piangeva al suono dei vecchi dischi, l'animo assorto è confuso, finché qualche notizia o la necessità di concentrarsi su una decisione urgente non faceva svanire quello stato d'animo di melanconica tenerezza. Natura esuberante Che dire di queste lacrime? Fanno parte del Churchill ohe ama le pose teatrali e talora apertamente demagogiche? Non sembra. Il Churchill bizzarro è un uomo estroso che si diverte a mettere strani cappelli, a fumare ostentatamente sigari .grossissimi e a sbalordire gli inglesi coni suoi brutti quadri. E' un carattere molto poco inglése, che di proposito; per" bizzarria aristocratica e per smaniosa ricerca dell'originalità, si mette contro le -pia radicate tradizioni ■e i più.forti pregiudizi del suo Paese. Churchill non ostenta le sue lacrime, forse se ne vergogna un poco; e nessuno, credo, al di fuori .'di uria cerchia intima, seppe mai il particolare dei dischi che ho potuto raccogliere per caso in una conversazione privata. Churchill è una natura eccessiva: tutto in lui diventa grandioso, esuberante. Nella polemica è spietato, nella satira non ha freno o misura. Da giovane il suo desiderio di avventure, da Cuba al Sudan, dall'India alla querra boera, non aveva limiti. Uomo maturo, la sua inquietudine, da un partito all'altro, da una tendenza all'altra, da un progètto di oj>8r<utoM avventurose, come quella dei Dardanelli, a un imperialismo che non ò più adeguato alle capacità materiali del popolo inglese, fu altrettanto eccessiva. Solamente una grande guerra, un supremo pericolo erano avvenimenti adeguati al suo temperamento; e solamente in quelle circostanze gli uomini del var- gli e a seguirlo. Appartiene alla storia i*suoi mutamenti di umore sono famosi. Seduto ai Comuni nel primo banco dell'opposizione, alla sinistra del presidente, talora si curva in avanti per schtrzare con Utorrison, che.siede dalla parte opposta, al primo banco del governo, oppure fa una giocosa smorfia a Jb'evin. Afa dopo un attimo, preso da sdegno, comincia a involre in termini inconsueti per la Camera inglese contro il governo che " svilisce e demoralizza tutto ", ogni più vecchia e nobile tradizione, ogni ragione di forza e di virtù del popolo britannico, il suo impulso a volgere in ridicolo la politica e gli uomini del governo Io porta a dire cose ohe, pensandoci su, forse non direbbe. La sua eloquenza, che è senza confronti nella Camera inglese, si serve di una grande cultura storica e letteraria e per/ine-'dii un di-' /etto di pronuncia, che, nella sua bocca, diventa un vezzo. Ma Churchill e un grande oratore non tanto per la sua cultura quanto perchè si abbandona all'estro e al temperamento. Per la stessa ragione risulta intemperante e violento in un Paese che ha una tradizione opposta, almeno, di politica interna. . Le lacrime di Churchill sono nella sua vita privata quello che le intemperanze, le polemiche e il gusto dell'avventura sono nella sfera pubblica: il segno di una profonda intensità, di sentimenti e di impressioni, una effusione improvvisa, drammatica che non si può contenere. E sono, anch'esse, molto poco inglesi. Qv' tutti si sforzano di contenere e reprimere i sentimenti, le manifestazioni troppo vibrate e palesi di affetto o di dolore, abituati a ciò da bambini. Churchill, questa straordinaria natura di inglese, sta al di fuori delle regole. La sua grandezza storica gli permette di essere originale. Tutti, quale che sia la loro opinione sulle nazionalizzazioni e sull'impero e sull'economia collettiva, gli sono affezionati e grati. Nessun uomo politico suscita ancora tanta curiosità, e tanti oppiatisi. Ma i sentimenti sono una cosa e la ragione politica e un'altra cosa. Se facessero le elezioni domani, nonostante la sua popolarità, nonostante gli errori degli avversari, nonostante il durissimo inverno e la crisi del carbone, probabilmente Churchill non vincerebbe. Possiamo ancora ascoltare la sua voce, vedere le sue lacrime, eppure egli è già lontano da noi; non appartiene più alla politica ma alla storia, non atta Camera dei Comuni ma alla vicina abbazia di Westminster dove gii inglesi seppelliscono i loro eroi. Domenico Bartoli Novembre 1940: durante un attacco,aereo Churchill con la moglie Ispeziona la difesa del docks sul Tamigi.

Luoghi citati: Cuba, Dunkerque, India, Inghilterra, Londra, Parigi, Singapore, Sudan