Einaudi di Filippo Burzio

Einaudi Einaudi Arduo è il compito, pesante il fardello che peserà sulle spalle dell'ori. Einaudi, nuovo super-ministro della economia e della finanza. A due uomini, principalmente, si rivolgevano, in questi giorni decisivi, .le speranze degli Italiani: a Nitti ed a lui; tecnici insigni della materia, entrambi con un'autorità ed una fama che si estendono ben oltre le frontiere nazionali, la vicenda politica ha voluto che al piemontese, anziché al lucano, incombesse il grave onere di tentar di salvare la lira, (e cioè di salvare il Paese dalla catastrofe finanziaria, e quindi sociale) all'undecima ora, anzi al cin- 2uantanovesimo minuto, dal* i scadenza fatale. Ed é con legittimo orgoglio, ma anche con giustificata ansia, di Piemontesi, che noi salutiamo oggi, e seguiremo domani, la fatica del nostro illustre concittadino. E prima di tutto un riconoscimento, di natura morale, s'impone. Qualunque abbia ad essere l'esito dello sforzo ch'egli sta per intraprendere, raocettazione ministeriale rappresenta, da parte dell'on. Einaudi, un autentico sacrificio ch'egli compie sull'altare della patria, vincendo tutte le più comprensibili preoccupazioni personali. Egli passa, in età ormai avanzata, benché sostenuta dalla più vegeta energia e capacità di lavoro, dal sicuro porte- del governatorato della Banca d'Italia alla tempestosa navigazione parlamentare, imbarcato sulla navicella dell'on. De Gasperi, destinata ad affrontare ben alti marosi, con due dei tre,grandi partiti di massa in dura opposizione: passa cioè da una posizione tecnica, ch'egli occupava con prestigio da tutti riconosciutogli, ad una situazione politica per la quale, oltre tutto, egli non e preparato. Noi, che abbiamo l'onore di conoscere da tanti anni il sen. Einau di, sappiamo bene che solo un non metaforico, ma autentico severo, e quasi reti' gioso, senso del dovere lo ha deciso a questo passo: e, sen tiamo pertanto l'obbligo di dargliene atto, a prescindere "^thtb -gitnifario" ehc della tabomlàrdacs*qedunpdonszsNmcdCtvlinainzvsldtraasiLsua opera futura dovranno formulare i redattori competenti di questo (giornale, e noi stessi, per quanto riguarderà le direttive politiche generali. Sono rari oggi, in Italia, gli uomini della tempra morale di Einaudi: ed è per questo che la clasw colitica, anzi, tutte le éi . dirigenti del Paese, sono cosi gravemente deficitarie. Duro e quasi caparbio, schietto, tenacemente abbarbicato alle tradizioni della sua terra, Einaudi è il più eminente piemontese d'oggi, e impersona le qualità caratteristiche di questa regione con un'autenticità, direi con un'accentuazione, impressionanti. E* fra gli uomini più moralmente sani e quadrati che agiscano sulla presènte scena italiana, con un raggio d'azione fortunatamente esteso fra i giovani. Tutte le qualità più solide e produttive della borghesia, nella sua età d'oro e nel suo paradigma perenne: senso della famiglia, della terra, del lavoro ostinato, del risparmio e della proprietà, succoso frutto del lavoro — sono in lui presenti ed attive unite ad uh amore contenuto della poesia, e ad una religiosa, se pure un po' quacchero, capacità d'entusiasmo, che lo portano, a Sua stessa insaputa, in una sfera diversa. Gobetti, che non era un'intelligenza politica ma una forza morale, pur professandosi (ed essendo in realtà, in misura amplissima) antiborghese, lo amava soprattutto per questo. Se Einaudi ha un difetto, è l'eccesso di queste sue virtù: il suo ardore e la sua intransigenza morali diventano qualche volta — e forse più, diventavano un tempo — moralismo un po' angusto: e fu ciò che gT impedì di riconoscere la tanto più complessa e segreta personalità di Giolitti; piemontese anche lui al .cento per cento, ma di sfumatura diversa, demiurgica, .e non solo linearmente morale. La caparbietà piemontese aiutando, Einaudi stenta ancor Oggi ad arrendersi all'evidenza, e a riconoscer Giolitti; ma noi gli vogliamo bene lo stesso. * * Se Luigi Einaudi riuscirà, il suo monumento è bell'e pronto; e lo aspetta, accanto a quello di Quintino Sella, là sul piazzale «W mi* nistero delle finanze,- a Roma. Ma evidentemente non è questo che importi, nè a lui nè a me; e se anche egli fallisse fin da domani nella sua opera politica, quello che di lui qui si dice rimarrebbe ugualmente. Vicino a lui, si prova quell'impressione, rarissima, del contatto con le idée incarnate, all'infuori delle contingenze e delle debolezze personali che può (squldrcprldhmlgdmteactzl del resto prescindere benissimo dalla grandezza intellettuale. Einaudi vive quello che pensa, con un'intensità ed una schiettezza che gli concilia io il rispetto di tutti: come impersona il tipo borghese (in netta antitesi con le deviazioni aristocratiche del tipo stesso), cosi egli « spira » l'idea liberale, coi suoi duecento anni di gloria, e con la sua preistoria illustre, da quando Leon Battista Alberti delineava, in sontuose prose rinascimentali la figura del massaio fiorentino, a quando Beniamino Franklin la com¬ pletava col tòcco anglosas sono e protestante; e fino a tanto che il grande capitalismo non la corrompesse. ]{a non compiremmo questo pur. rapido schizzo se non aggiungessimo un ultimo tratto, ffiinandi rappresenta anche —insieme a Croce — qualcosa d'altro e di niù combattivamente attuale; qualcosa, che non sta nella immobile galleria dei tipi, bensì in seno alle rapinose correnti, in cui si affrontano le grandi idee storiche. Rappresenta, con l'efficacia della sua profonda pernia Sione morale, un'antitesi vivente del marxismo, cioè tutto quel che resiste alle formidabili forze livellatrici bprigionantisi con potenza formidabile dalla nostra età dello masse; rappresenta tutte le pertinaci energie formative e plasmatrici che, anche oggi, tendono a lavo rare le masse, in senso anti groletario, differenziandone idividualisticamente, anziché classisticamente, gli elementi più attivi. Che due fra i più notevoli italiani viventi siano due borghesi, tipici, può anche apparire ingombrante, per le fortune del socialcomuni omo nostrano, se esso non vorrà (come certo non vuole) risolversi in una, sia pure involontaria, distruzione dei valori preesistenti e in un abbassamento del tono civile. Ma forse — come il recente passato diede Matteotti — cosi l'avvenire si incaricherà degl'impasti delle nuove combinazioni fra queste diversità che oggi si affrontano. , Filippo Burzio

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