Maria José attesa in Isvizzera

Maria José attesa in Isvizzera Maria José attesa in Isvizzera La villa di Jussy, presso il confine della Savoia, è pronta e l'arrivo imminente • Gli elvetici lasciano fare, a patto che... (Nostro servizio particolare) Berna,' 6 marzo. Smentita la informazione dt un'agenzia estera in vena di facili sensazioni, secondo cui le condizioni di salute di Maria José sarebbero state un po' precarie, tanto che avrebbero resa necessaria una trasfusione di sangue, qui si ritiene che il suo arrivo in territorio elvetico sia ormai imminente. E prova ne sia che i giornali hanno pubblicato la fotografia della villa in cui risiederà l'exsovrana con i suoi figli minorenni. E' una graziosa palazzina di due piani, tipo "maison de maitre", come sono definite a Ginevra quelle ville fra il rustico ed il signorile e dall'aspetto patriarcale, con il relativo parco, vigna ed orto e che man mano stanno scomparendo, o per lo meno sono sopraffatte da quelle di stile moderno. La villa appartenne un tempo ad un dovizioso colonnello dell'esercito elvetico, un illustre ignoto per il vasto pubblico, ma che per l'occasione ha avuto un'improvvisa popolarità postuma. E' situata a Jussy, quasi a cavallo del confine far tu Svizzera e la Francia, o meglio, fra la prima e la Savoia, cosa che ha fatto dire a qualche giornale che la scelta abbia avuto luogo con il proposito di poter più facilmente intrigare a danno della Repubblica italiana, facendo appello ai remoti attaccamenti dinastici dei savoiardi per l'ex-casa reale. Chi sa però del lealismo di quella popolazione per il paese di cui fa parte, si è reso conto a volo che fra le tante ipotesi, almeno questa non reggeva. Le trattative, chiamiamole cosi, fra l'ex-casa reale italiana e le autorità elvetiche, sono state abbastanza laboriose. La prima richiesta partita da Lisbona alla volta di Berna risale allo scorso novembre e, com'è stato poi rivelato, si tentò un gioco grosso, vale a dire che questo governo fu pregato di accordare in blocco a tutti i membri dell'ex-famiglia reale di poter trasferirsi armi e bagagli in territorio svizzero, compreso il seguito assai numeroso. La risposta venne subito e negativa: tutt'al più il permesso di soggiornare in questo paese poteva essere accordato a Maria José ed ai suoi figli minorenni, ma non all'ex-re Umberto; condicio sine qua non, che Maria José desse l'assoluta garanzia di astenersi da qualsiasi attività politica, mentre il suo serjuito doveva impegnarsi a non intervenire e tanto meno appoggiare qualsiasi movimento a detrimento della Repubblica italiana. Avendo ottenuta precisa assicurazione in proposito, le autorità svizzere diedero il nulla osta. Quanto poi al fatto che Maria José si proponesse di acquistare la villa, come difatti è avvenuto, o che intendesse semplicemente di affittarla, è una circostanza, come qui ufficialmente si è detto, che non riguarda le autorità elvetiche, giacchè ogni straniero che disponga di capitali può divenire proprietario di un immobile in questo paese, co me, del resto, in qualsiasi al tra parte del mondo. Poiché i preparativi sono frattanto ultimati, ci si attende come imminente l'arrivo dei nuovi ospiti. Come l'opinione pubblica svizzera ha accolto la decisione del Consiglio federale? In generale, con una gran \ de indifferenza. Quanto alla stampa, presa .nel suo insieme, si è limitata a pubblicare Za relativa notizia senza commenti. Soltanto qualche giornale ha constatato che in Svizzera risiedono già re Leopoldo, il fratello di Maria José e di tanto in tanto qualche altro pretendente. Ora, viene anche l'ex regina d'Italia. Non sono troppit Con quale scopo? E la Confederazione non corre il pericolo di avere delle noie? Il più aspro commento è stato quello del Democrate, il quale ha tra l'altro scritto: « Benché re Leopoldo osservi un atteggiamento corretto nei confronti del paese che gli offre la ospitalità, la sorella non incontrerà molte difficoltà ad incontrarsi con il marito alla frontiera. Essa è inoltre un'intrigante ben nota e gli svizzeri che conservano la memoria non hanno dimenticato le sue mene ad Oberhofen, sul lago di Thun, quando si trovava in Svizzera durante l'occupazione dell'Italia da parte dei tedeschi. Ad un certo punto, la sua attività fu tale che il presidente della Confederazione elvetica, Etter, fu costretto a recarsi sulle rive di quél lago per invitarla ad un po' più di moderazione e ad un maggior rispetto delle nostre leggi. Ma Maria José ha molto denaro... ». Dal canto suo, l'organo comunista, la Voix Ouvrière, scrive: « Ci sembra che il Consiglio federale abbia la tendenza a fare del nostro paese il ricettacolo della reazione filofascista internazionale». Ma, come s'è detto, sono queste eccezioni, perché in genere si è mantenuto un atteggiamento di suprema indifferenza, a patto tuttavia... r. s.

Persone citate: Etter, Maria José, Savoia, Thun