Un nuovo cono eruttivo squarcia i fianchi dell'Etna

Un nuovo cono eruttivo squarcia i fianchi dell'Etna Un nuovo cono eruttivo squarcia i fianchi dell'Etna Passo Pisciarci minacciato di distruzione (Nostro servizio particolare) -Psriao Preclaro, 28 febbraio. Dopo l'imponente eruzione di lava a Fontana del 10 febbraio, alla bocca subterminale di nord est, il cratere centrale dell'Etna, che taceva dal 1942; il giorno 16 febbraio è entrato in attività esplosiva con lancio di poco materiale, ma 'con fortissimi boati avvertiti dalla popolazione etnea in tutti i versanti del vulcano. L'attività del cratere centrale durò otto giorni, finché il 24 notte, alle ore 22, ripigliò l'eruzione alla bocca subterminale con emissione di poca lava, mentre si formò una spaccatura che dai due pizzi sul versante nord, a quota 2500, si estese in direzione nord est fino al monte Cacciatore, sul fianco del quale si aperse la bocca effusiva. Il corso della lava, descrivendo un primo arco fino al fianco ovest del monte Timparossa e ancora due altri archi più in giù, scese fino al Pian delle Colombe a quota 1900 dove si diresse fino alla Grotta delle Femmine e delle Palombe (quota 1550). AI secondo giorno dell'eruzioyie la lava avanzò più rapidamente. A mezzogiorno del 26 essa giunse al Passo Setta. Dopo quarantaquattro ore il fronte della colata si dirigeva lungo il vallone di Collebasso Sul ricognitore inviato dal Ministero dell'Aeronautica, a disposizione delle autorità, abbiamo compiuto nella mattinata di ieri un volo di ricognizione sul cratere del vulcano per sorvegliare la portata dell'effusione lavica. Nove persone tra giornalisti e vulcanologi avevano preso posto sull'apparecchio. Suito la guida esperta del pilota ten. Giuliano Morelli ci siamo portati sul cratere formatosi alla quota di tremila metri, alla base orientale della bocca di Ne. Le lingue di fuoco che erompono dal-cono eruttivo, benché adombrate dalla luce solare, striano come tanti rigagnoli di sangue il bianco manto di neve del vulcano e danno all'occhio uno spettacolo pieno di orrore e di solennità. La lava appare di un colore grigio oscuro ed un fumo intenso impedi sce una chiara visibilità, mentre la forte corrente d'aria che ci soffia contro costringe l'apparecchio ad improvvise impennate. Il pilota è dell'avviso che il fenomeno tenda ad aumentare di intensità di giorno in giorno Dopo aver atterrato all'aeroporto catanese, a bordo di una auto ci rechiamo a Passo Pisciaro, il piccolo paese vicino a Randazzo che é minacciato di distruzione dalla colata lavica. Per la strada incontriamo gente con carri di masserizie che sgombra dalle case. Sono uomini, donne, giovani e vecchi, e tutti hanno segnato sul volto un disperato dolore. Qualcuno dì loro, come il signor Alfio Coco, che ha due figli e la vecchia mamma a carico, viveva della sua proprietà di Palmento, Ora questa è stata inghiottita dalla lava ed egli è rimasto sul lastrico. I danni arrecatigli si aggirano sui quaranta milioni. Ora a Passo Pisciaro é calata la sera. Si sente in vicinanza un rumore di sibili., boati ed urli, una strana sinfonia d'inferno. I roveri del bosco limitrofo al paese, schiantati dalla colata lavica, sono tutti in fiamme e riempiono la notte di bagliori. La massa incandescente cammina mugolando ad una velocità di settanta metri all'ora ed incede implacabile. Mentre noi visitiamo la colata, si apprende che una bocca eruttiva si é aperta, presumibilmente dalla cima del monte Frumento, da cui fluisce una quantità assai notevole di magma fluidissimo. n. 1.

Persone citate: Alfio Coco, Giuliano Morelli

Luoghi citati: Pian Delle Colombe, Randazzo