L'ORA di Saragat di Filippo Burzio

L'ORA di Saragat L'ORA di Saragat Possiamo ormai togliere tranquillamente l'interrogativo all'articolo, che sotto la forma dubitativa: L'ora di Saragat t scrivevamo il 1° dicembre scorso. L'on. Saragat ha perfettamente compreso che questa era veramente la sua ora, ha compiuto gli atti che la situazione imponeva, e ne ha assunto la relativa responsabilità. Fummo allora i primi, e restammo per molto tempo (fino alla vigilia del congresso) quasi soli a sostenere che la crisi del socialismo italiano non dovesse sboccare in un ennesimo, sterile e deleterio compromesso fra filocomunisti e democratici, ma esigesse soluzioni nette e gesti definitivi. Scrivevamo in quel nostro articolo: « L'ora che sta per scoccare può essere, senza dubbio, Fora di Saragat... il socialismo dovrebbe capire una buona volta che, se vuol continuare ad esistere come forza autonoma, non ha altra via da seguire che diventare coraggiosamente un laburismo cioè proprio l'opposto di quel che vuole Nenni: se no, non sarà mai che un incolore ed insipido comunismo annacquato, destinato a venire inesorabilmente assorbito dall'altro, che almeno è vino schietto ». L'on. Saragat ha dunque preso nettamente posizione. Egli ha già reso un notevole servizio al paese, non solo, ma alla causa della civiltà, combattendo la sua battaglia contro le subdole minacce totalitarie in seno al suo partito, smascherandole e portando con coraggiosa intransigenza la situazione alla luce e al giudizio della pubblica opinione. Ora sta davanti a lui il compito più arduo e più grave, quello in cui si parrà la sua nobilitate, quello in cui riuscirà su un piano storico oppure cadrà: rivelarsi il capo efficiente di un nuovo partito, che potrà anche diventare un grande partito ; e poi, se possibile, un uomo di governo e di stato. L'Italia ha un immenso, urgente bisogno proprio di questo: uomini di governo e di stato, vertici, direttori ed espressioni sintetiche di quella nuova classe dirigente politica, che fa fino ad oggi terribilmente difetto; e coloro che badano, al di f uori e al di sopra delle etichette di partito, ai supremi interessi del paese, esplorano ansiosamente da tempo l'orizzonte, ma invano. Finora, l'unico uomo che abbia rivelato notevoli qualità costruttive in tal senso è l'on. De Gasperi: ma non basta, anche perchè l'on. De Gasperi è capo d'un partito che potrà trovarsi domani, per circostanze elettorali, a non esser più l'asse di una combinazione di governo. Urge che egli trovi emuli e successori, e Sara gat potrebbe ben esserne, o diventarne, uno: ogni buon italiano deve augurarselo con fervidi voti. * Quali siano le chances positive e negative, le luci e le ombre, le qualità e le debolezze dell'uomo e del suo nuovo partito è già stato ac cennato da molti, in bilanci politici e in profili psicologi' ci, che anche il nostro gior naie ha tracciati. Assumer* do una parte ed una funzio ne, che Leon Blum ha già esercitato in Francia con grande prestigio, anche se non con totale successo, l'on Saragat ha contribuito finora più di ogni altro, in Italia, a far si che il socialismo entri nella grande tradizione civile europea: quella tradizione che noi abbiamo altra volta fissata nei tre caratteri cristiano, liberale, Umanistico. In questo senso nobilissimo non si possono leggere senza commozione parole che egli ha pronun ciato ultimamente : < Tutto è perduto se non salveremo nel partito la libertà. Se c'è una cosa che per i socialisti deve essere sacrosanta, è la dignità della persona urna na... ». Da tempo non echeg giavano più sulla scena po litica italiana, e in un mo mento cosi drammatico, co sì commosse parole: l'uomo che le ha pronunciate ha in' dubbiamente dentro di sè qualche cosa che lo spinge in alto. Se nel solito parallelismo delle cose nostre con quelle francesi Saragat corrisponde giovanilmente a Blum e Togliatti a Thorez, Nenni ha invece una posizione ambigua, e sotto certi aspetti perturbatrice, che non ha riscontro lassù. Egli deve essere già pentito, a quest'ora, di avere precipitato, con errori ed intemperanze, una situazione, che minaccia di fare di lui e dei suoi ptiici n'?nt'altro che un'aptu'.^ice pressoché su- cccidgdipdldgrdtcataGPgrncsttdpvndppmenimT perflua del comunismo: sicché la sua frase famosa dei rami secchi minaccia di ritorcersi contro di lui. Tali i lati positivi e i meriti recenti già indubbiamente acquisiti da Saragat: ma, come dicevamo, un altro e più arduo compito ora lo attende. Evitare la,sorte di Bissolati e di Bonomi, fare del suo movimento un vero partito, ed un partito di governo; cosa che finora il socialismo italiano non è mai stato, e che solo l'attuale ministero Blum ha cominciato in Francia, con notevole successo, a tentare di essere. Svilupperemo meglio questa parte, commentando a suo tempo il manifesto e il programma del nuovo par tito; e chiuderemo oggi os servando che — se si rim provera (forse giustamente) a Saragat una certa svoglia tezza a occuparsi della pratica minuta, organizzativa e amministrativa, del capopartito e del capo governo — questo può anche non essere un difetto fondamentale se egli saprà assumere degnamente la parte, essenziale per un capo, di animatore, conciliatore, coordinatore dei suoi. ' Filippo Burzio

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