Come si sono divisi gli esponenti piemontesi

Come si sono divisi gli esponenti piemontesi Come si sono divisi gli esponenti piemontesi •Roma, 13 gennaio. Ora che la crisi socialista è giunta all'epilogo si può tracciare un sommario quadro dell'attività svolta dai delegati delle province piemontesi al congresso socialista. Essi erano complessivamente! 17, di cui 10 (Quazza, Pomesano, Monterminl, Reina, Stucchi, Gallina, Bertoia, Benna, Ghia) rappresentavano la « mozione dei lavoratori» al di sopra delle varie tendenze, 4 della mozione di sinistra, due di concentrazione socialista o di « Critica Sociale » e uno di « Iniziativa socialista». Tutti hanno compiuto i maggiori sforzi per mantenere l'unità del partito, La sera del 10 gennaio, Su andò la crisi assunse aspet1 drammatici, il sindaco di Milano avv. Greppi e l'on. Umberto Calosso, direttore del < Sempre Avanti! » di Torino, presero l'iniziativa per mantenere l'unità del partito, sostenuti dai deputati socialisti e dalla quasi totalità dei delegati piemontesi. Uno del nove deputati, l'on. Carpano, propose, senza successo, che tutti i membri della vecchia direzione rinunciassero ad ogni eventuale rielezione. Di fronte a questa situazione il giorno 11 la maggioranza dei deputati piemontesi decise di abbandonare Nenni: tra essi Carpano, Chiaramello, Calosso, Luisetti, eccetera; qualche altro, come gli on. De ! Michells e Carmagnola, si ri servarono una decisione. Lon Carpano ha svolto un'attività particolare nell'ambito degli organizzatori sindacali del partito, promuovendo pure una loro adunanza plenaria che votò per il mantenimento della unità del partito. Ma anch'egli, strenuo difensore dell'autonomia del partito, abbandonò infine Nenni. Quanto a Luigi Chignoli, della direzione del vecchio P.S.I.U.P. e segretario della Federazione socialista di Torino, abbandona il vec chio partito I dieci delegati della «mozione dei lavoratori» hanno preso la deliberazione di consultare i loro mandanti, per quanto individualmente, nella quasi totalità, siano passati al ricostituito partito socialista, della cui direzione provvisoria fa parte Quazza mutamente a Chignoli e Bonfantini. Nella votazione fece eccezione' solo l'on. Gius.. Un atteggiamento analogo a quello dei lavoratori di Torino hanno adottato i delegati di tutto 1C mozioni operaie locali, ad eccezione di quella di Mantova. Va notato poi che 1 delegati della mozione autonoma di Alessandria hanno aderito alla decisione dei delegati della-«mozione dei lavoratori » e il segretario della Federazione socialista di Alessandria è passato al nuovo partito socialista unitario. Tra gli altri socialisti piemontesi, significativa è l'adesione ai secessionisti di Cavinato e Masera, quest'ultimo operaio della Fiat (Fonderie Ghisa) : il Masera, all "assemblea dei socialisti autonomisti, ha dichiarato tra l'altro: «Il socialismo che noi vogliamo deve essere completamente libero*, lontano da ogni dittatura; farò per il nuovo partito opera di propaganda alla base, perchè sono convinto di farla per il successo della vera idea socialista». Riassumendo, la maggioranza degli esponenti socialisti pie-nontesi, dopo essersi strenuamente battuta per l'unità del partito, determinatasi l'esistenza di due partiti socialisti, ha abbandonato il vecchio partito per il nuovo, nel quale ritiene che l'idea socialista possa vivere e svilupparsi indipendente. Ai promotori del nuovo partito è pervenuto da Torino un telegramma di adesione dei maggiori esponenti della mozione pregiudiziale, assorbito poi da quella dei lavoratori. L'on. Calosso, che è costretto a lasciare la direzione del Sempre Avanti! di Torino, ha dichiarato: «Il partito nasce vitale perchè è come1 un lievito a cui si uniscono in sintesi vari ingredienti affinchè diventi maturo e vivo. Nel nuovo partito vi è, infatti, la tradizione del socialismo rappresentato dagli elementi turatiani di « Critica sociale»; in più la massa d >i giovani di « Iniziativa socialista » e molti elementi partigiani. Sono forze vive, e lo si vede dalla ricchezza di competenze tecniche e dalla vivacità giovanile. Nella direzione provvisoria c'è una notevole percentuale del « martello », ossia dei rappresentanti autentici della classe operaia, con alla testa Simonini. E' questa una sicura garanzia per le classi lavoratrici italiane ». L'on. Carmagnola, interrogato in merito al suo atteggiamento nel riguardi del movimento del vecchio partito socialista, ha cosi risposto: « Ai deputati che coprono cariche sindacali si impone il dovere di una particolare riflessione per non portare un altro elemento di divisione nella classe lavoratrice. Ognuno ha delle preferenze tendenziali, ma la responsabilità di fronte ai sindacati è tale che li deve. consigliare a non essere elementi disgregatori di quella unità sindacale».