La Quarta Repubblica alla ricerca di un Presidente

La Quarta Repubblica alla ricerca di un Presidente La Quarta Repubblica alla ricerca di un Presidente Herriot e De Gemile - Incertezza all'Eliseo: un letto corto e largo oppure di eccezionale lunghezza? sfere nel suo rifiuto sdegnoso, le candidature pullulerebbero. Ancora nessuno dichiara di essere candidato. Nessuno ancora prende a coraggio a due mani E tutta- (Nostra corrispondenza) PARIGI, dicembre. Con la nuova Costituzione che la Francia ai è dota, il Capo dello Stato dispone di poteri ancora minori che sotto la Terza Repubblica. (E a dire quanto fossero scarsi anche allora, basterebbe ricordare le pia divertenti c pochade* * di De Fiera e Coittavet). Tuttavia un saldo prestigio personale, una consumata abilità e una vasta esperienza parlamentare possono permettere al Presidente di esercitare una cospicua influenza sulle competizioni dei partiti e sull'azione dei governi. Quel che occorre è che egU assuma esatta coscienza detta propria missione, che non è di governare, ma di rappresentare la continuità del regime, e, appunto, di arbitrare i confimi parlamentari nel nome degU interessi permanenti detta Nazione. Il futuro Presidente avrà subito l'occasione di far valere le sue qualità, quando, appena insediatosi aWElysée, dovrà procedere alla designazione del Capo del Governo. R non sarà impresa facile. Col suo « ministero di pronto soccorso » Leon Blum ha portato un po' di tranqntttttà nette ribollenti acque parlamentari; ma nessuno s'illude che la breve bonaccia riesca a rendere chiari i fondali intorbidati dall'inchiostro detta seppia comunista. fi riserbo che mostrano candidati, i quali tuttavia non mancano, è in parte dovuto a questa circostanza; ma più specialmente oWattsggiamento del generale De Qaulle, che malgrado i voti di tanta parte U'opinione pubblica sembra ancora restìo a diventare ili custode d'una Costituzione ch'egli ha francamente deplorata. Se eO primo Resistente di Francia » dovesse finalmente indurai a presentarsi, tt gioco dei partiti diverrebbe subito più semplice e di fronte atta ssa candidatura non rimarrebbe forse in piedi che quella, rassegnatamente dimostrativa, del vecchio Caehm. Ma s'egli dovesse insi¬ via I Francesi, nelle Camere e nel paese, fanno un gran discutere di ognuno dei papabili: dei loro meriti, dei loro difetti, e specialmente delle loro probabilità. Auriol? Tutti hanno potuto apprezzare la abile opera di mediazione da lui svolta tra i partiti netta sua qualità di presidente dell'Assemblea; ma gli atesai socialisti trovano che è un po' troppo stranamente degauuista. Varenne? Ha il suo prestigio; ma lo ha guadagnato in quella ostinata difesa degli interessi imperiali francesi che non trova presso le Sinistre una considerazione adeguata. Reynaud? Per i comunisti, ed anche per qualche altro, è il rappresentante delle Duecento Famiglie. Gouin? 71 suo nome è stato fatto, benché .a torto, negli scandali detto approvvigionamento. Blum? I comunisti non lo amano, e le Destre neppure. Bidault? E* troppo giovane: il che è senza dubbio il più adorabile dei difetti. Berriot? Beco: ad Berriet nessuno saprebbe contestare le eminenti qualità che lo designano all'altissimo posto: nè t comunisti le doti di sincero repubblicano, nè i Repubbli cani popolari quelle di sincero democratico. B tutti sono d'accordo nel riconoscergli la grande popolarità, che gli viene così dalla saggezza ed onestà delta lunga vita politica e dal nobile atteggiamento tenuto durante l'occupazione, come da quelle virtù di umanista che gli hanno valso nei giorni acorsi un seggio aWAccademia di Francia. Ma anche Berriot si tace. Chi sarà dunque tt quindicesimo ospite deWRlysèe? Il bel palazzo che fu dimora della Pompadour è stato* rimesso in ordine. B ce n'erdj bisogno. Come tutti gli edifici ufficiali della Repubblica, VRlysée aveva una oredotninante decorazione rosso e oro, le sue sale erano addobbate nei tre stili di prammatica (Luigi XV, Luigi XVI, Impero), i suoi gobelms e i suoi quadri tradivano i particolarissimi criteri di scelta degli alti funzionari dette Bette Arti, lampadari sfoggiavano lu¬ nTdVrtsslEsfgmrqtgDMcvssnnlinlPvltllcrlmsrdvcrenpS stri ossessionanti, i bibelots non riuscivano a nascondere il loro numero di cattlono. Tutto aveva un aspetto freddo e vecchiotto. I Tedeschi si astennero d-ilVoccupare tt palazzo. L'ammiraglio Durian, che divisava di attoggiarvisi, lo trovò vuoto, che nel '40,- quando Le'orun trasportò piangendo la sua sede a Tours e poi a Bordeaux, si provvide a trasferire al Sud la suppellettile più preziosa. Egli scopri anche, non senza stupore, che la Residenzi difettava d'una camera da bagno, e perfino d'una cucina moderna; e le fece costruire. (Ma poi gli avvenimenti lo richiamarono altrove, e ai sa quel che ne seguì). Non c'era, dovendosi rial tare 0 palazzo, che da proseguire per ta via tracciata da Darlan. Rinnovare, insomma. Ma è da far le meraviglie, chi conosca gli umori del € Provveditorato» détta Repubblica, se tutto è stato invece rimesso, con meticolosa esattezza, netto stato in cui era sette an. ni fa? Un solo dubbio li ha assaliti, e con tanta violenza da indurli a rimandare al 16 Gennaio la loro decisione. Quale letto approntare per ti nuova Presidente? No, non al tratta questa volta di scegliere fra uno stile e Poltro, ma soltanto di determinare dette dimensioni: un letto piuttosto corto e molto largo, o invece un letto di eccezionale lunghezza. Insomma: un letto ver Berriot o per De Gautte? s. a EDOARDO HERRIOT

Luoghi citati: Bordeaux, Francia, Parigi