Documenti di un traduttore
Documenti di un traduttore D'ANNUNZIO IN FRANCESE Documenti di un traduttore Ai dannunziani seri, e buongustai, si rivolge la Correspondance D'Annunzio Hérette, che un allievo di Paul Hazard, Guy Tosi, pubblica ora (Parigi, ed. Denoel, 1846), tradotta in francese dagli inediti originali, con un'accurata presentazione. Georges Hérelle fu, dal 1891 alla guerra '14V18, 11 traduttore del poeta, lodato e premiato: il dissidio, cominciò quando D'Annunzio si senti a sua volta maestro di francese, e volle censurarne le versioni come troppo aderenti al genio dell'altra lingua, esplicative e interpretative, e prete*» una « letterallt» » ohe - faceva accapponar la pelle al buon professore. Non è escluso che, a metter male fra 1 due, ci siano state ragioni anche extra artistiche: la traduzione di Porse che sì, fu opera, sotto Io pseudonimo di Donatella Cross, di una delle tanto cannelle», la signora De Golubeff. Ma è palese l'insoddisfazione di Gabriele, man mano che dai primi romanzi, il suo stile si affinava e complicava, sino a fondarsi quasi interamente sull'artificio, per la fiorita e placida eleganza della prosa di Hérelle, che dissipava con lenta pazienza, gli oscuri grovigli del periodi, distendeva il verso rotto e sussultante, portava, insomma, la implacabile chiarezza dell' esprit francais negli arazzi dannunziani, scoprendone le scuciture, le approssimazioni, 1 punti deboli. I vuoti. Le discussioni sulla proprietà del vocaboli, la perfetta comprensione e resa del testo, il movimento della frase, il tono e li colore, occupano molta parte del volarne, e sono curiose e profittevoli. Ila, per il gran pubblico, valgono meglio le noterelle autobiografiche, i giudizi. Ita figura dominante è la contessa Maria Gravina Cruyllas di Ramacca (la stessa a cui è dedicato l'Innocente) che a lungo convisse con D'Annunzio a Franca villa, a n'ebbe una figlia, Cicclusza. La situazione fra 1 due, fu presto quella di Adolpbe ed £31 énore nel romanzo di Constant, e 1 ripetuti richiami di D'Annunzio sìl'Adolphe, nel vano tentativo di liberarsi dal collage, sono tra le cose più curiose del libro: chi avrebbe mal pensato che la storia fra la Stael e Beniamino, al sarebbe verificata ancora In Abruzzo? Non senza erudita originali: il poeta si dichiara, in tutte lettere, sfinito ed esausto dagl' Insaziabili amplessi (pag. 192). E fa appello al « vii metallo» (pag. 185) come elemento atto a facilitare la separazione da quella che le note di Hérelle (U quale, conosciuta la gelosa, ne fu subito interpellato sui rapporti con la Duse, che si affacciava all'orizzonte) descrivono come ima signora alta, bruna, sul tramon|-to, vivo commento del catulliano «odi et amo». Sandra di Rudlnl, che nel 1904 ne prende il posto, è tutta diversa, cuna creatura sana e forte, dotata di una straordinaria freschezza interiore, e ebe unisce 11 gusto per la vita selvatica, a una rara cultura». TJ tipo della Ippolita del Trionfo della morte, è sostituito da quello della «Sirenetta». Ma in questo variar d'amori, si capisce che per D'Annunzio la donna era soprattutto materia d'arte, e d'ispirazione; fatto il gioco, cioè il libro, non interessava più, e rimaneva l'aspirazione schietta e sincera a rifugiarsi, In una camera sbiancata a calce, tra carte e libri, con dieci risme da riempire e cinquanta penne da intingere nell'inchiostro. Questi sfoghi periodici sono umani, e quasi commoventi: rivelano la vera e l'unica passione dannunziana: scrivere. Per gli altri che scrivevano, strana incuriosita. Segue attentamente articoli e recensioni che lo riguardano, sorveglia la stampa amica e nemica, e certo gl'importa che Bourget, De Vogué lo lodino e Pierre Louys lo imiti. Ma quel ch'essi, per conto loro, producono, non l'Interessa affatto. Nomina di sfuggita, occasionalmente. France e Zola, che mette insieme a Ohnet e a Marcel Prevosti Degl'Italiani, si occupa solo della Serao, confessando di conoscerla male, ma considerandola con benevolenza. Legge le versioni di Leconte de Lisle dal greco, per utilizzarle; ricusa di esser paragonato a Gautier. Quando cerca materia o canovacci stilistici, si impadronisce di nozioni inconsuete: non sembra che legga mai per sé, per piacere; solo per far bottino. Lo scandalo del plagi, subito echeggiato in Francia, lo preoccupa poco o niente, e scrolla le spalle. Con Hérelle divide a tre 1 compensi, e il denaro gli sfugge di mano:- tuttavia, pur sapendo far bene 1 proprli affari, ha gesti disinteressati, come quando offre un manoscritto da stampare a Romaln Rolland, sapendo che non può pagarglielo. E questa Correspondance è preziosa perchè coglie dal vero D'Annunzio al lavoro, l'artigiano piuttosto dell'artefice. Ce lo rende simpatico. Con Hérelle, niente bluff: carte in tavola. I richiami politici sono sobrll: poche righe brucianti per Adua, altrettante per la Libia; anche le elezioni a deputato, la riuscita e la fallita, vengono rapidamente menzionate. Niente del ciarpame e degli orpelli del D'Annunzio ultima maniera: al capisce come, nella fase discendente. Doderet, Marcel Boulanger, prendessero il posto di He-
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