Briganti o ribelli? di Vittorio Gorresio

Briganti o ribelli? €BOM€l IVER % IW SICILIA * i Briganti o ribelli? Nessuno è contento nè della sua sorte nè della giustizia: il fenomeno del banditismo non è politico, è sociale - E Giuliano scrive: "C'è una delinquenza volgare e ci sono quelli che tolgono mille lire al ricco per darle al povero,, (Dal nostro inviato bpbctalb) PALERMO, novembre. Valete che racconti qualche storia di briganti t Non ve ne posso raccontare, per ragioni morali. Perchè si è fatta troppa letteratura sul tema dei banditi feroci e generosi, cavallereschi e dispietati, perchè si sono dette troppe cose frivolissimamente pittoresche su quel bandito Stimoli, ad esemgjo^che si portai» sempre «etìa sacca la testa dét rUmtm Puddu Outrone sotto sale (quando entrava dall'oste domandava due bicchieri: e Per me e per il mio amico ». c Deve arrivare ancora il vostro amico?» interrogava Voste, « No, è qui con me » l'avvertiva il brigante; cavata la testa di Cutrone dalla borsa la collocava sulla tavola. Poi gli versava vino in bocca forzandone le labbra rinsecchite;. Banditi e carabinieri Che potrei dire, d'altra parte, per essere un cronista eincero e scrupoloso? Di Giuseppe Dottore potrei dire le innumerevoli galanterie: aveva venti amanti a Centuripe, e dominava come un re la cittadina che — lo sappiamo da Cicerone — era una volta una cognata di Roma, libera, immune, sine foedere. Di Peppe Muffa e Peppe Mangiaterra potrei dire le cordiali inpenuità: ohe un giorno andarono dai carabinieri a confessare « noi starno stanchi di questa vita, ci costituiamo, ma vorremmo una vacanza di sette giorni da passare in paese a modo nostro, da poterci riposare, passeggiare, fermarci dal barbiere ed al caffè». Gli fu concessa, e vissero tranquilli sette giorni passeggiando per Brente, e il Mangiaterra tt sabato si comperà un berretto nuovo, chiaro, a pallidi scacchi, un bel berretto che si tolse cerimonioso davanti al brigadiere quando il settimo giorno andò col Muffa a costituirsi: — Qua slamo — disse cortesemente. Anche Lo Cicero si e costituito, a Adrano. 17 tenente Del Bene gU aveva dato questo salvacondotto scritto china su carta vergatina: "Autorizzo Lo Cicero Alfio a 'rimanere in casa e in paese. Nessun carabiniere può arrestarlo perchè egli si deve costituire a me il giorno nove ottobre ". Lo Cicero si fece una giacchetta nuova di velluto nero e visse sette giorni nella sua easa di Ignomitti con la moglie Maria Grazia Sedotti, una cecchino di sessantanni, e suoi sette figliuoli, ed il settimo giorno entrò nella prigione zoppicando perchè soffre di sciatica. Anche Agatino Cadamidaro detto Papuzza zoppica (ma non s'è costituito). E' il pift valente cavallerizzo, il più autorevole e il più vecchio dei briganti. / giovani lo chiama- IotopmptoeCtsCmMVal'pvCcsnuiPndGeOmftlnrgdno 'u zb Tinu e devoti lo ahi- tano a salire sulla giumenta, ora che ha il piede destro fra- cassato perchè gli è uscito dal- e a o e , r o e l o uie. eoe a ea oa iodi aa il ù ei a- Io stinco il malleolo nudo tutto spolpato, e perciò tiene il piede infilato in un sacco da montagna per ripararlo dalla polvere. Avita, detto Canalone, è stato Invece ucciso fra Niscemi e Gela, ma non si sa da chi. Cera una taglia di cinquecentomila lire sul suo capo, e nessuno é venuto per riscuoterla. Comandava la banda di Niscemi, la quale catturò nel feudo Mòbile otto infelici carabinieri VeraVfàVltidl msss&'tAOSM allora parteggiava per quell'esercito indipendentista) e si penso di far trattative pef riaverli, scambiando gli otto con Concetto Gatto, capo dell'Evia, catturato a San Mauro. Ma poi si seppe che i carabinieri erano stati uccisi e seppelliti in una buca di solfara. Preso fu invece Pippo Spitaleri, detto Pippinu 'u ddurteiei, con Antonio Battiato e Giuseppe Meandro detto 'Nzunza. Ucciso fu Giuseppe Smario detto Stivale, ed ucciso Lo Re, chiamato Occhio. Costui per caso fu ammazzato e non sapevano chi fosse, anche perchè l'impallinata che Io uccise gli scoperchiò la testa. Butte prime pensarono a Barbera, altro brigante ricercato, ma chiamata la moglie di Barbera le fecero vedere un anello di lacca che nel castone aveva uno sbiadito ritrattino di donna: e Non ho mai visto questo anello » disse la moglie. Poi venne una ragazza di tredici anni (ne mostrava diciotto, una bellezza campagnuola, bionda, piena, procace) e le mostrarono l'anello: c Lo riconosci?», e E' di mio padre, Angelo Lo Re», albrve—coriamaldMalcontento generale Vedete che a contarle in questo modo, senza cercare effetti pittoreschi, non sono storie molto interessanti. Banditismo, del resto, delinquenza comune, ce n'è assai meno qui in Sicilia che in altre parti della Repubblica. Cosi fu sempre, fino dal tempo di re Guglielmo. «Major pax et securitas in regni eius nemoribus, quam In regnorum allorum urblbus invenitur»: scrive Romualdo Salernitano, dunque, ohe si sta pia sicuri e pia tranquilli nelle foreste della Sicilia che, in altri regni, nello città. Anche Riccardo da San {fermano testimone che in Sicilia «sua e rat quillbet sorte contentus, ubique pax, ublque securitas, nec latronum metuebat viator insidlas», cioè ciascuno era contento della sua sorte, e pace e sicurezza dappertutto, il viaggiatore non aveva da temere agguati briganteschi. Qui c'è la chiave della questione, secondo che mi sembra, nel fatto che ciascuno era contento della sua sorte, allora, Ora nessuno è pia contento nè della sorte nè della giustizia, e il brigantaggio che efè in Sicilia — fatta la parte occasionale derivata dalla guerra — i- non è volgare, non è politico, a, è sociale. Pia che briganti, vfla- glia dire, questi sono ribolli: l- nello stesso senso, dal primo dpgpnlimnDgt4tntCt(fsrcddcn ll'ultimo dei contadini e dei raccianti, dei solfata!, dei poeri, tutti sono ribelli. Saranno — ammetto — del ribelli di omplemento, ribelli di riserva; belli che non fanno come gli ltri un servizio effettivo permanente, ma non meno degli ltri essi rifiutano l'attuale orine del mondo. Giuliano al Cardinale ' e Perchè, a voi pare ohe ci sia A questo proposito inaie se egli è in grado di oter stabilire chi siano i maggiori responsabili di tante opressioni, fra le forze dell'ordine e lo. Giuliano": cosi Giuiano, appunto, in una lettera mandata all'Arcivescovo Raffini di Palermo. E il bandito Dottore a un benestante di Regalbuto che protestava non poer pagare cinque milioni per 1 riscatto di uno zio sequestraogli, severamente disse: "Se non avete denari vendetevi le erre fino all'ultimo granello. Chi gliele ha date le terre a uo zio? chi gliele ha datar*. (Lui, Giuseppe Dottore, s'era fatto brigante allorchè uno strozzino gli venne a pignorare l'orologio e la macchina da cucire detta moglie. Perciò in due anni fece venti sequestri di persona, venti milioni, duecento rapine, nove omicidi e nove scontri vittoriosi coni carabinieri. Al decimo fu ucciso, nei dintorni di Centuripe). E questa è di Giuliano: "Bisogna distinguere — ha scritto al Presidente del Consiglio. — C'è una delinquenza volgare e ci sono quelli che tolgono mille Ure al ricco per darle al povero". B Dottore, ad un tale che aveva sequestrato fra Portetta e Ponticello: "Pai l'avvocato, tu? Allora, In due parole, rubi l denari ai clienti poveri e poi compri i palassi. Tu hai la cultura, io no; mi spiego come posso. Anche per te deve finire, tutti uguali dobbiamo essere". Per questo i contadini, che temevano Dottore e che lo favorivano per obbligo, un poco anche Io amavano. Quando fu morto, un vecchio zappaterra borbottò alla presenza del brigadiere ohe lo aveva ammazzato: "Mezza Centuripe oggi è in lutto". Espostone il cadavere nella stanza mortuaria del paese, nessuno andò a vederlo (Cerano troppi poliziotti che guardavano in faccia chi passava per là), ma dopo cinque giorni dacché era stata seppellita spati la salma dal cimitero. "I contadini io li difendo, essi mi benedicono'': aveva detto un giorno. e , t e : to n l La rivolta di Càccamo / contadini, quei ribelli di riserva. Vi ricordate la rivolta di Càccamo T Vi ricordate che lo scorso agosto per due plorai e due notti si è combattuto fra San Calogero, Càccamo e Sdora, tremila militari da una parte e cinquemila fra contadini, contrabbandieri, donne, dall'altra t Ebbene andò cosi. C'era 11 progetto a Càccamo, di fare una protesta clamorosa contro il sistema dell'ammasso del grano. Pu risaputo, e una mattina di lunedi, cinque di agosto, vennero a Càccamo gli agenti dell'UPSEA con una scorta di un centinaio di carabinieri. Li comandava il capitano Boscaglia: e che volevano t Le donne del paese li affrontarono urlando, come fanno le donne quando sono esasperate dalla paura. Una satt sul campanile, fece suonare a stormo le campane dando l'allarme agli uomini che stavano nei campi. Gli «omini corsero, crebbe il tumulto e fu sparato tt primo colpo da qualcuno. Non st sa chi mai sia stato a spararlo, ma ad Aliminitsa, ad Alla, a Corda, /ino a Montemaggiore, arrivarono gli echi a le notizie e tutti gli uomini di quel paesi scesero anch'essi armati. V arciprete di Càccamo telefonò al prefetto di Palermo, da Palermo arrivarono i rinforzi col colonnello dei carabinieri, con il vice questore e quattro carri armati. Oon un colpo di mano trenta ribelli furono presi prigionieri, ma ventidue carabinieri — un altro colpo — furono preda dei ribelli. Con la bandiera bianca tre donne vennero a intimare si ritirassero i carabinieri riconsegnando subito i ribelli catturati. Il colonnello, ohe si arrabbio, risposo «iR'ultimatum i"fc&T» u* altro ultimatum: riconsegnassero i ribelli i ventidue carabinieri, o allo scadere di un quarto d'ora il paese di 8ciara sarebbe stato raso al suolo. B poi gli altri paesi ad uno ad uno. Li restituirono, quei ventidue, ma la battaglia continuo tutta la notte e tt giorno dopo e I ribelli si dispersero. Io non so se quel grano ohe fu la causa della rivolta a Càccamo sia finito all'ammasso o all'intrallazzo, ma il bandito Giuliano ha cominciato la carriera di brigante per un quintale di frumento, questo so, sparando a quattro carabinieri e uccidendone «no nella contrada Quattro Mulini di SanGiuseppe Jato il 2 settembre '48. E so del resto che soltanto in Sicilia, fino ad ora, si spara contro i contadini se non portano il grano nei granai del popolo, come adesso li chiamano. Vittorio Gorresio