Nell'Europa distrutta soltanto la moda risorge

Nell'Europa distrutta soltanto la moda risorge Nell'Europa distrutta soltanto la moda risorge Esclusivamente abiti da pomeriggio e sera: "Non sapendo che cosa indossare nessuna donna elegante potrà alzarsi prima delle 17 „ Parigi, 2 novembre. La grande parata dei "mannequin» " parigini è durata più a lungo détta conferenza dei Ventuno. Nessuno vorrà sostenere ohe a Palazzo Lussemburgo le cose aia andate atta evolta. Lo Tre Grandi — la signora Byrnes, la eignora Bevin e la eignora Bidault — presenziavano atta prime manifestazioni di quella ohe il mondo dell'Alta Moda chiama con parola biblica "la creazione''; e durante tre mesi, tra VEtoile e Place Venderne, il rito detta presentazione dei modelli è etato compiuto in quelle errane • complesse officine detta frivolezza nétta quali un esercito di disegnatori, di tagliatrici e di petites maina inventa fottio e costruisce fragili meraviglie. Mostra degli "orrori,, Lo eforzo più vistoso che la Francia abbia intrapreso finora nel campo dotta ricostruzione è forze proprio questo che la haute couture parigina va compiendo per riaffermare la sua egemonia. Non è la moda una dette grandi industrie francesi t E osa fu fondata da un inglese '— Worth —, ebbe ad ispiratrice una spagnuola, la imperatrice Eugenia, e a divulgatrice un'austriaca, Paolina di Metternich; e anche ora i suoi quadri sono formati per un'alta percentuale da stranieri. E tuttavia francese e, anzi, parigina, come il cinema di Hottywood è americano benché raccolga gente di ogni paese. Già prima detta guerra la moda francese era costretta a combattere dure battaglie per difendere il suo regno insidiato, La minaccia le veniva specialmente d'oltre oceano, ove le Case americane avevano trovato nel film un formidabile alleato e tentavano, magari copiando i modelli parigini, di sostituire New York a Parigi nelle predilezioni delle donne eleganti di tutti i paesi che hanno adottato la moda' di occidente. Parigi si difendeva con ogni mezzo. Perchè il cinema non la danneggiasse, regalava magnifici abiti atte più bette dive di Hollywood; perchè la clientela americana le si manteneste fedele, reclutava una parte dette suo indossatrici, con stipendi cospicui, tra le fanciulle più attraenti dette Ziegfleld FoUes; e contro il furto dei modelli, istituiva una complessa organizzazione degna del " oontrospionaggio " di una grande potenza. Ma ora dopo la guerra ohe per cinque anni ha isolato la Francia e che.ha permesso alle mode locali di /are le ossa, occorreva uno sforzo. ancora maggiore. Occorreva sbalordire il mondo con un'esposizione di stupefacenti novità. No è venuta fuori invece, una mostra retrospettiva, inattesa e sorprendente, netta quale gli orrori dei vecchi albume di mode hanno inopinatamente ritrovato grazia e prestigio. E* stata anche una bizzarra cavalcata attraverso le età e i continenti; dall'Egitto e dalla Grecia antica attraverso il primo impero fino atta robe-chemise e alla jupe enroulée che si portava nell'altro dopo guerra, dotta Spagna di Goya atta Pa¬ rigi di Boldini, dal sari indio-! no alla gonne di frou-frou che ci ricorda i flacres e ToulouaLautrec. TI nero è dominante, e — a contrasto — una gamma infinita di tinte pastello: di verdi teneri,. di grigi, di otonini. Linee semplici, senza dubbio,* e tuttavia sconvolte da una stravagante profusione di arabeschi, di paillettes, in perle di acciaio, in brillanti falsi. (Ma non sempre; una volta la aboyeuse ha richiamato l'attenzione del pubblico su un abito dai luccichii ossessionanti: il corsage, ha detto è incrostato di veri diamanti "). Tutto è fastoso: il tessuto, la forma, il drappeggio e quel modo di trattar la stoffa in maniera che non sembri ne tagliata né cucita, ma piuttosto avvolta intorno al corpo, come si usa fare per vestire i mannequin» di legno nelle vetrine. Ansia di dimenticare Ma questo singolari caratteristiche della nuova moda dovevano necessariamente indurre le " creatrici " parigino a rivolgere ai soli abiti da pomeriggio e da sera le loro capacità inventive. Ha detto Elsa Schiapparelli.* "Non sapendo ohe cosa indossare, nessuna potrà alzarsi prima delie cinque del pomeriggio**. Da parte inglese sono venute alte critiche alla nuova moda parigina. E' stato detto che essa non tiene conto di ciò che è la vita quotidiana deDa donna di oggi abituata ormai alle comodo uniformi dei servizi di guerra e che, insomma, non è possibile prendere l'autobus in corsa con una gonna entravo*. Quale errerei Ita guerra è finita e la donna amerà netta moda proprio tutto ciò che rappresenta una reazione atta dura epoca vissuta, all'epoca delle «ni/ormi, dei disagi e dei sacrifici. E poi ehi pensa in rue de la Paix di creare und moda per le donno che prendono fautobus in corsa? D'altra parte il carattere retrospettivo di queste « novità » da atta moda di quest'anno, malgrado le sue stravaganze, un riposante senso di cose già esperimentate. (Nel corso di una presentazione di «nodelli fu udita una vecchia signora esclamare: * Delizioso! Ricordo d'aver portato un abito come questo al matrimonio di mio nipote nel 1912 »). E', quella di quest'anno una moda che sembra tragga ispirazione dall'ansia di dimenticare la guerra, di tornare al vecchio buon tempo. Quando l'abate Mougnier — di cui ora gli scrittori francesi vanno rievocando la memoria — castigava t costumi con frasi grazioso che avrebbero anche oggi lutto il loro valore. Una sera questo spiritoso prelato si trovò a sedere a una mensa aristocratica fra due signore détte quali una era vestita e Poltra era vestita alla moda. Durante tutto il pranzo egli non conversò che coti la prima, dimostrativamente. Ma atte frutta prese una mela, la divise in due .e ne offri una metà atta betta cui non aveva fino allora rivolto nè uno sguardo ne una parola. I/elegante signora ringraziò chiedendo: « Come debbo interpretare questo segno di attenzione, il primo che monsignore mi concede?». L'abate la esortò sorridendo a ricordare il 45° versetto detta Genesi: a E quando Eva ebbe mangiato il pomo, senti di essere nuda». Salvatore Aponte

Persone citate: Bevin, Boldini, Byrnes, Elsa Schiapparelli, Goya, Place Venderne, Salvatore Aponte, Worth