Le due ore nella sala delle forche

Le due ore nella sala delle forche Le due ore nella sala delle forche cher in letta cai guardiani Norimberga, 16 ottobre. In seguito al suicidio di Goering, gli altri condannati sono stati immediatamente ammanettati. I condannati non hanno sollevato motte obiezioni tranne Btreicher e Sauchel. n contegno di 8auckel è stato tanto minaccioso nel momento in cui la guardia gli si è avvicinata che il colonnello Andrus ha creduto bene di frapparsi fra i due. All'una Joachin von Ribbentrop è stato fatto uscire dotta sua cella. Traversata la gran-, de galleria del carcere egli è entrato nétta vicina palestra dove S forche erano state erette nel campo già destinato al giuoco della pallacanestro. Dieci forti riflettori illumina vano a picco la scena. Tre colpi secchi sono stati battuti alla porta che si è aperta. Sebbene abbagliato dalla improvvisa luce Ribbentrop è rimasto con il capo eretto. Bgli ha detto: a Auspico che la Germania ritrovi la sua unità». Si ripetono i tre colpi. Entra Keitel. Sta eretto come se dovesse recarsi ad una rivista, fi suo vestito è accuratamente stirato; i suoi stivali brillano nella luce potente dei riflettori. La sua faccia luccica come se si fosse lavato e rasato di fresco. Baie decisamente sulla forca tenendosi ben dritto. eWilhelm Keitel — gli chiede l'ufficiale che gli sta al fianco — avete un'ultima parola da diref ». Keitel guarda davanti a sè e parlando a bassa voce, ma chiaramente, come se prendesse la parola in qualche importante conferenza detto stato maggiore, dichiara: a Invoco l'Onnipotente perchè abbia miseIricordia per tt popolo tedesco. \ Più di s milioni di persone sono morte prima di me. Ora io seguo i miei figli ». E alzando la voce dice con enfasi drammatica: «Tatto per la Germania ». Alle 1J8 ha fatto il suo ingresso Ernest Kaltenbrunner che declina senza esitare le sue generalità e quando gli viene domandato se abbia una ultima parola da pronunciare risponde educatamente: e Si, per favore ». Kaltenbrunner sembra tener aperte a stento le palpebre pesanti di sonno,, ma non vi è traccia di stanchezza netta sua voce quando dice: « Ho servito il popolo tedesco e la mìa patria con buona volontà. Ho fatto il mio dovere conformemente alle leggi del mio paese. Mi dolgo che siano stati commessi dei delitti nei quali non ho avuto parte. Evviva la Germania! ». Il quarto ad andare al patibolo è Alfred Rosenberg. E' l'unico fra i condannati a rispondere di no atta domanda se abbia un'ultima parola da pronunciare. E' la volta di Franck. L'tnfame agauletter» detta Polonia occupata entra sorridendo. Sorrideva ancora ai piedi del patibolo mentre declinava le sue generalità ed ha salito con passo sicuro i tredici gradini. Tuttavia quando ha detto le sue ultime parole la sua voce era debole e tremante. ipBvclsLldcEfiQqptpp Sembrava che si rivolgesse ali cappellano francescano più che agli altri presenti, a Prego Dio — egli ha detto — di ricevere la mia anima. Possa il Signore accogliermi». Frick si è guardato in giro con un senso di incertezza nel momento in cui gli sonò apparse le 3 forche, poi a voce alta ha pronunciato le sue ultime parole: «Viva reterna Germania». Julius Btreicher è entrato! col suo atteggiamento coitane-j to. Schizzava ferocia dagli oc-\ chi e le guardie hanno dovuto; trascinarlo fino al luogo dell'esecuzione. Ha tentato di : sciogliersi le braccia, ma non vi è riuscito. « Hett Hitler », ha detto con la sua voce tonante, iAvvicinandosi ai gradini fatali iha aggiunto: a Ora anche io j vado al cospetto di Dio», -di piedi del patibolo, quando gli è stato chiesto il suo nome, ha risposto velenosamente: « il mio nome, lo sapete bene il », la domando è stata ripetuta e allora Steicher si è deciso à rispondere a tono: « Va bene, Julius Btreicher ». Salito sulla forca, con a fianco. il cappellano cattolico, ha ori- jdato; e Giorno verrà in cui il bolscevichi vi impiccheranno I tutti >, mentre a cappuccio ne- ro veniva calato sul suo viso; si è potuto ancora sentire la sua voce: a Adele mia cara», sono state le sue ultime parole. Sauchel che ha sostenuto fino all'ora estrema di essere innocente, invitato dalle guardie a vestirsi per fare la sua ultima passeggiata dalla cella atta forca siero rifiatato di vestirsi. Le guardie che gli r^%™Ì£J^!£Z> iTtJZl^SZmJ£^J?££ S.ufFf'r vano per le braccia. Saliti la gradini Sauchel ha girato suise stesso sotto la luce dei ri-}llefiori. Alla domanda se va- > lesse pronunciare qualche pa-.rola ha risposto con tra: ' « Muoio innocente; il verdet- \te è stato duro. Dio protegga,la Germania e la faccia anco- I? ™i?ÌL9I^i:P^° ""-'tegga la mia famiglia». Alle Sfit è entrato JodL Da buon soldato, come Keitel, camminava eretto quasi volesse aumentare la sua statura. Si è comportato dignitosamente e le sue ultime parole sono state: «Ti saluto, mia Germania». Seyas Inquart è stato l'ultimo a salire il patibolo. Guardava fisso davanti a sè e sembrava un sonnambulo. Mentre egli stava fermo sotto lo sfolgorio dette /«ftiuno degli assistenti del boia < gli tolse le lenti. Le sue ultime parole furono pronunciate con freddezza senza alcuna emozione. Bgli disse: alo spero che questa esecuzione sia l'ultimo atto detta tragedia detta seconda guerra mondiale e che la lezione di questa guerra mondiale servirà per la *w^.J»fce«a»4W«e*»n« -*5 *■ popoli ». Poi con molta enfasi aggiunse: alo credo netta Germania». Seoul una pausa penosa durante la quale le guardie entrarono nétta prigione per ritornarne poco dopo col corpo di Goering su una barella. Aveva la testa penzolante e la bocca aperta. (Reuter)

Luoghi citati: Germania, Norimberga, Polonia, Seoul