I socialisti scontenti del mlnislero degli Esteri

I socialisti scontenti del mlnislero degli Esteri I socialisti scontenti del mlnislero degli Esteri Dee drammatiche riunioni notturne - II "processo,, a Corsi teorie a diventare il processo al Governo Roma, 16 ottobre. n Presidente del Consiglio è intervenuto nel pomeriggio alla riunione delle commissioni di studio democristiane per i problemi internazionali di finanza e del tesoro ed ha fatto una breve esposizione dei lavori a Parigi. « E' evidente — egli ha detto — che noi non potremmo accettare la corresponsabilità di ipotecare per lungo periodo di anni l'avvenire dei popolo italiano. Tuttavia la questione della firma non può essere posta fin da auesto momento, n trattato i pace non è ancora definitivo ed è opportuno attendere di conoscere il testo nella stesura che sarà approvata a New York prima di giudicare quale decisione sarà migliore per l'avvenire del Paese ». Vive opposizioni Le medesime perplessità di De Gasperi, sembrano essere condivise dai socialisti: almeno a quanto è possibile giudicare dagli accenni di politica estera fatti da alcuni membri della direzione del partito nella riunione di ieri notte. B « placet > a Nenni è stato accordato, ma la comunicazione del neo-Ministro degli Esteri sulle linee direttive alle quali egU intende ispirare la sua azione politica ha fornito il pretesto ad alcuni interventi che hanno conferito un tono di alta drammaticità alla discussione. -Le più vive opposizioni sono venute dagli esponenti delia corrente che fa capo a «Iniziativa Socialista». Zagari, di questo gruppo, si è dichiarato decisamente con trarlo all'assunzione del dicastero in una situazione internazionale estremamente tesa per la forte polarizzazione dei blocchi dopo la conferenza di Parigi, giudicando che i socialisti nell'attuale situazione possono servire la pace attraverso una politica che si svolga su un piano diverso da quello degli Stati oggi in contrasto. Questo punto di vista è stato condiviso anche da Siione e Pettini. Saragat ha fatto valere come motivo di opposizione alla attribuzione degli Esteri a Nenni l'impossibilità per quest'ultimo di realizzare la politica delineata a Canzo. Un secondo acceso dibattito si è avuto sul < caso Corsi ». B segretario del partito ha riferito i termini delia questione, aggiungendo che contro Corsi era pervenuta una esplicita richiesta di dimissioni dal Governo e di espulsione dal partito. Esponenti di « Critica I Sociale» hanno parlato in difesa del Sottosegretario. SaraI gal e Simonini hanno sostenuto che l'on. Corsi firmò la circolare perchè delegato dal Ministro dell'Interno e che, in ogni caso, lo scopo di quella circolare era di evitare che da uno sciopero dei lavoratori agricoli potesse derivare danno ai bambini ed ai vecchi. Malinconia di Pacciardi Hanno risposto gli esponenti della sinistra che la responsabilità di Corsi è palese, dato anche il suo telegramma di risposta alla Federterra; egli poi aveva i mezzi per opporsi ad un atto incostituzionale, come era la circolare, ed'in definitiva poteva rassegnare le dimissioni da Sottosegretario. In questo senso ha parlato Pertini, mentre altri hanno riproposto il problema se 1 socialisti non potrebbero approfittare dell'occasione per rivedere 1 rapporti con la coalizione al Governo. Stanotte la discussione è stata ripresa. Alcuni hanno suggerito che Corsi presenti al partito le dimissioni da Sottosegretario ed il partito decida in merito, d'accordo con la Federazione milanese che ha sollevato U caso; altri che gli si suggerisca di evitare di assumere impegni personali in contrasto con gli interessi e le direttive del partito. Nenni ha iniziato privatamente oggi la sua attività di futuro Ministro degli Esteri ricevendo gli ambasciatori Tarchiani, Carandini, Quaroni e Reale; quest'ultimo partirà domani per Varsavia. Sui motivi che lo hanno indotto a presentare le dimissioni da segretario generale del partito repubblicano, l'on. Pacciardi si è lungamente intrattenuto nel corso di una intervista. L'allontanamento auspicato dei repubblicani dal Governo non vuol dire che il partito desideri una sua crisi, dato anche che un solo repubblicano è titolare di dicastero. «lì Governo del tre partiti >uò benissimo governare da soo. Esso ha risolto un problema difficile: quello di scontentare tutte le classi, tutti 1 ceti e naturalmente tutti 1 partiti, compresi quelli governativi. Se continuerà cosi, lavorerà egregiamente per l'opposizione monarchica ». Dopo tali gravi parole, l'ex-leader si è dichiarato convinto della necessità della costituzione di un grande partito repubblicano democratico, ma ha melanconicamente concluso: «affogati nel compromesso, non diventeremo mai un grande partito ».

Luoghi citati: Canzo, New York, Parigi, Roma, Varsavia