A tu per tu con i tedeschi

A tu per tu con i tedeschi NORIMBERGA} FOE DEL HAZIiMO? A tu per tu con i tedeschi i7wa gioventù muta e idolatra che inconsciamente aspetta il vecchio o un nuovo capo - Ma la Germania è semi - distrutta e un incerto avvenire l'attende (Dal NOSTto inviato) BERLINO, ottobre. Tornato a Berlino dopo dicioU'anni, tra questo sconfinato cumulo di macerie, Ut prima constatazione che è balzata viva atta mia mente da una ancorché sommaria osservazione è stata che la Germania, militarmente sconfitta H suddivisa, rappresenta pur sempre un gigantesco complesso umano ed economico unitario. Dotte sconvolte pianure nord orientali della zona sovietica sino atte dolci cottine renane detta mona francese, dal Mare del Nord atte Alpi bavaresi vibra e pulsa il cuore dell'Europa con moto lento e stanco, con toni torpidi e bassi. Questo torpore rende mute le bocche e le anime, impedisce ai tedeschi di far luce nette loro coscienze; ma appena si ottiene — assai rara. mente e con difficoltà — di far vincere loro la paura di esprimersi liberamente, il amondo» che si rivela dal chiuso dette loro anime dimostra come qui siamo fuori detta realtà. Una delle prime persone con le quali ho parlato durante questa mia inchiesta è stata una professoressa la quale, quando io onestamente l'ho avvertita che ero italiano, mi ha subito dichiarato con tono volutamente astioso: e Va bene: noi abbiamo per. àuto la guerra; ma se io dovessi per miracolo nascere una seconda volta non vorrei nascere che tedesca». Alcuni giorni piti tardi un sacerdote cattolico, uomo di indiscutibile intelligenza superiore, che ha conosciute le mdlvage brutalità detta Gestapo e le ter. ture del campo di concentramento per essersi pubblicamente dichiarato contrario al regime nazista, mi ha apertamente confessato: « Noi preti cartolici. abbiamo condannato U tao»tonto anche perchè eravamo coscienti che la sua vittoria avrebbe significato la distruzione della Chiesa cattòlica in Germania; ma tuttavia gli abbiamo obbedito, cioè non t'abbiamo combattuto con le armi in pugno, anzi abbiamo partecipato alla usua» guerra perchè era nostro imprescindibile dovere servire la a nostra» patria germanica», ti sacerdote, colpito dotto stupore suscitato in me dai fatto che Videa détta fede abbia potuto essere coscientemente, sacrificata a quella detta patria, si è scusato spiegandomi che a la vittoria di Hitler non avrebbe ucciso che un solo membro detta eternamente viva Chiesa di Roma, mentre la sconfitta di Hitler avrebbe uccisa tutta la patria tedesca», il dramma, qui, è assai grave; ma ci dà modo di constatare uno speciale stato d'animo che, purtroppo, persiste tuttora. Dirò di pia: è raro, non dico sentir condannare Hitler per aver scatenata la guerra mondiale, ma è raro anche solo sentirlo condannare per averla perduta. I giovani non dicono: « Hitler ha perso la guerra», ma soltanto: « abbiamo persa la guerra»; U che non è la stessa cosa, anzi è una cosa del tutto diversa. Atta stessa maniera non dicono: a Hitler è morto », ma semplicemente, e Hitler è scomparso». B per chiarire meglio C loro pensiero quasi sicuramente essi aggiungono con risoluta sicurezza: a Nessuno ha trovato C cadavere di Hitler. B? matematico che il fuhrer è scomparso, ma non è altrettanto matematico che egli non viva». Altri dichiarano esplicitamente con sconcertante persuasione: a Hitler vice; e se non vive fisicamente, vive lo stesso». Non dicono: e vive in noi», ma dicono: e vive in molti tedeschi». Adoperano questa cauta espressione solo perchè temono Varresto e la conseguente prigione; altrimenti direbbero chiaro e tondo: suoi siamo nazisti*. A Heidelberg, in zona americana, sono stati affissi ai muri distribuiti atta popolazione manifestini stampati alla macchia da ai nazisti risorti per salvare la Patria dal pericolo sovietico». B? una goccia che vuol spegnere un rogot Sarebbe temerario e imprudente affermare una cosa simile perchè Vepurazione procede con ritmo accelerato in tutte le zone, ma si può tuttavia affermare che nétta zona sovietica esiste sotto la cenere un fuoco che arde e non si consuma; e che è tanto più {interessante in quanto esso vuole riscaldare di sè tutta quanta la Germania che reclama «una. e indivisibile », contro ogni separatismo bavarese lo sarrese che sia. il sacro /stoico teutonico (ironia della sorIte!) custodito dalle -fittali moscovite è Ulfaltrr- regioni eh» rendono ■ • •'• »»oKI tedeschi. Stupiti. ' bene, ma non spaventati: nerchè per 'essi è, comunque, uno spira- glia di luce netta incombente Ioscurità che tt avvolge, e ot tenebra le loro menti. Se si vuol afferrare i| senso di questa che a noi può sembrare una perversione spi rituale bisogna tener presente lo stato febbrile in cui vivono i tedeschi, moltissimi dei quali non si capacitano, netta loro cecità, che la Germania abbia con la guerra commesso un mostruoso crimine contro l'intera società. Questi moltissimi, questi milioni di individui, non sono, si badi bene, degli astuti mentitori. No: essi sono semplicemente dei sopravvissuti di un cataclisma che ha scardinato tutto, meno la loro giovane e muta idolatria. Si è davanti a impietrite schiere di adolescenti che, senza averne la precisa coscienza, aspettano i| vecchio o il nuovo Capo. Un universitario mi ha detto: a Hitler è per noi tedeschi l'eroe nazionale leggendario, simile al Barbarossa, perchè nessuno più di Hitler ha interpretata la legge divina détta supremazia del popolo germanico nel mondo. Hitler non ha errato nel voler imporre all'universo intero l'eterna veri- tà germanica; ha errato solo nella scelta del momento e dei mezzi. Ci hanno rubata la bomba atomica (nei tedeschi è diffusa e radicata la credenza che la bomba atomica fos se già in costruzione in Germania nette ultime settimane della guerra) con la quale minacciano di distruzione i sovietici. La partita, credete a me, non è che rimandata». Un giornalista mi ha fatta quest'altra caratteristica dichiarazione: e Basta con la colpa collettiva! I venticinque anni ài politica estera imbecille praticato dall'Inghilterra sono stati la sorgente stessa del successo deWhitlerismo ». Ma i tedeschi, ad un anno e mezzo dalla sconfitta, non hanno ancora capito, forse perchè non lo possono, che la Germania è stata ridotta in pezzi dalla guerra nazista, che ha perso mie/Hata di chilometri quadrati di territorio a causa détta guerra nazista, che le grandi città del Paese, espressione détta potenza storica dei tedeschi, sono un cumulo di rovine per la guerra nazista, che molte piccole cit¬ tà sono semidistrutte, e devastati i paesi sui quali è passato il flagello détta battaglia per colpa della guerra nazista. B? precisamente per questo che non comprendono la fame che sono costretti a sopportare; fame che si fa meno dura, e quindi meno pericoloso, dotta zona francese a quella russa; perchè la sirena sovietica sa quanto sia allettante e convincente una fetta di pane o una patata in più al giorno da mettere nétto stomaco. Netta loro confusa cecità spirituale molti tedeschi non si accorgono ancora che il popolo tedesco è in pezzi, che la guerra aerea ha disperse le sue membra un po' dappertutto, che immense masse di profughi si sono riversate, spinte daU'avanzare degli eserciti alleati vittoriosi, verso U cuore del Paese; dove oggi milioni e milioni di disgraziati aspettano laceri, affamati, disperati di riprendere il cammino verso un ancora incerto avvenire. Luigi Mor aridi