Tutti hanno parlato

Tutti hanno parlato iiiinn Li UPEiTIOUE PI TRIESTE Tutti hanno parlato Gli ultimi due: Connolly "È la sorte della pace che si decide sa questo tavolo; Kardelj "L'aiuto della Russia alla Jugoslavia è disinteressato e non è una sfida alla supremazia inglese nel Mediterraneo,, - Tarchiani ascoltato dalla commissione economica a o n o (Dal nostro inviato) Parigi, 16 settembre. La discussione generale sullo statuto del territorio libero di Trieste ai è chiusa; e a* rebbe difficile affermare che la grossa questione abbia compiuto sostanziali progressi verso una soluzione qualsiasi. Ognuno ha espoeto la propria tesi ed è rimasto sulle proprie posizioni. E' stata insomma, questa che ha preso atta commissione tre buone giornate, una semplice rassegna di programmi, i quali, del resto, erano già perfettamente noti per essere stati esaurientemente illustrati nei testi dei progetti presentati dal- lltLVO^m^PAVMjsA^ ti solo elemento (non nuovo, au esposte eoa /rfisrftrr sa persino brutale) emerso* daUa discussione è venuto dal senatore Connolly. sMf la sorte stessa detta pace — ha detto U delegato americano che si decide su questo nostro tavolo». E, partendo da tale affermazione, ha aggiunto che la conferenza non si è riunita per fare gl'interessi dell'Italia o detta Jugoslavia, ma per servire quelli generali detta pace, cui tetti gli altri debbono cedere U passo. Il prtoé E' ormai un luogo comune dire che la pace che i vincitori cercano di concludere è la pace tra di loro. Tutti ne erano già convinti, e tutti si rassegnano a riconoscerne la Necessita. Quello che resta da fare è di stabilire chi ed m, quale misura debba pagarne;Connolly ha anche risposto all'accusa che Molotov ha rivolto agli anglo-sassoni, di voler fare di ■/Trieste una base militare. It progetto americano vuole anch'esso che O territorio Ubero sia neutralizzato e demilitarizzato; e le forze armate'dipendenti dall'UNO vi saranno dislocate soltanto quando O Consiglio di Sicurezza la riterrà necessario per la difesa detta integrità ed indipendenza del territorio stesso.. Prima del [delegato americano aveva .parlato, e non càejw te sorprendenti. Egk ha affermato che VavvenWé^onomico di Trieste dipende esclusivamente dai rapporti che si stabiliranno tra Trieste e la Jugoslavia: pia stretti saranno tali rapporti nel senso preconizzato dal progetto iugoslavo di annessione della citta e meglio saranno assicurate le fortune degU abitanti. Kardelj ha anche affermato che l'aiuto sovietico atta tesi jugoslava è completamente disinteressato e che mentiscono coloni quali pretendono che tutta la faccenda si riduca ad una sfida alla supremazia inglese nel Mediterraneo. La Jugoslavia, chiedendo Trieste, non la chiede per la Russia, nd per minacciare una qualsiasi supremazia; ma lo fa per difendere i diritti dei suoi popoli. Due ragioni, ha osservato, vengono avanzate per rifiutore Trinate atta Jugoslavia: il carattere italiano della mag gioranza detta popolazione ed tt fatto che quel porto non interessa soltanto la Jugoslavia, ma tutti i paesi danubiani. Egli non contesta che tutto ciò sia vero; ma contesta che O rifiuto opposto alla richiesta iugoslava sia davvero motivato da quelle ragioni. E' una paura e curiosa» rtta ehm molti nutrono, che Jugoslavia tenti di impadronirsi di Trieste con un colpo di mano. E' una paura che serve a giustificare i poteri che gU anglo-sassoni vorrebbero attribuire al governatore. Intanto si assiste a questo cu nosD fenomeno: rw ere gre chi si affannane acquistare a Trieste è MI Sintomi le azioni delle fabbriche, delle banche e dei cantieri navali. U sjetstleil MflasalelM Kardelj ha poi criticato i vari progetti di statuto, soffermandosi specialmente su quello inglese. E seguendo l'esempio di Molotov ha paragonato Il governatore dei territorio libero, cosi come è abbozzato nel progetto britannico, a quello della Giamaica. col suo e consiglio esecutivo», nominato anch'esso per metà dotto stesso governatore e per metà dall'assemblea. La commissione economica ha preso nota di una richiesta albanese perchè gli oggetti di arte e la riserva d'oro che gli italiani portarono via vengano restituiti all'Albania, fot ha ascoltato l'ambasciatore italiano, Tarchiani, che ha parlato su questa e su altre questioni connesse atte clausole economiche Be è giusto che tItalia resti tuisca foro indebitamente confiscato, è anche giusto che le venga restituito Poro che le portarono via i tedeschi, o che almeno le venga riconosciuto il diritto di prendere parte al «pool» deWoro sulla base dei principi fissati dotta conferenza dette riparazioni. Oli stessi principi dovrebbero presiedere atte decisioni che potranno essere adottate circa la restituzione del materiale ferroviario. Tarchiani ha poi riaffermato i diritti dell'Italia sulle sue navi mercantili, che nel giugno del '49 si trovavano nei porti dette nazioni Unite o vi si rifugiarono e. su quelle che al momento deU'atmxstizio furono sorprese nei porti dei paesi occupati dai tedeschi. Si tratta di varie centinaia di migliala di tonnellate. Sarebbe giusto interdire all'Italia di presentare i suoi reclami verso la Germania, paese contro cui lottò durante ventun mesi* Altre questioni vanno prese in ph\ attento esame: quella, ad esempio, dei beni posseduti in Trieste da persone residenti te Italtaefaltra dei be- mmistrarinnTapubWrhe^oé a privati cittadini, esistenti nei territori che vanno ceduti. Bi può forse contestare il principio che i proprietari vadano indennizzati T Eppure è questa (a tesi inaccettabile che sostiene la Francia. Tarchiani ha terminato esprimendo l'inquietudine che regna In Italia per le conseguenze che un trattato troppo duro avrebbe per la sua vita economica. s. a.

Persone citate: Connolly, Molotov