L'avvenire dell'Europa

L'avvenire dell'Europa L'avvenire dell'Europa I temi fondamentali della convivenza sociale si ripropongono alla cultura occidentale nei loro pia drammatici motivi i e (Dal nostro Inviato) GINEVRA, settembre. Ginevra vuol tornare a rappresentare il suo ruolo tradizionale di centro intellettuale. Quattro volte in cinque secoli essa ha svolto una parte di primo piano nella storia del pensiero europeo: vuole ora continuare ad essere una città viva per il bene ' della civiltà. Non può bastarle, non può interamente soddisfarla la ospitalità che offrono 1 suoi alberghi al visitatoti Internazionali, la veduta del lago, la grazia dei giardini e dei parchi. I rencontres per Io spirito europeo sono invece sulla linea della sua missione, poiché Ginevra, in un mondo che' intimidisce, di fronte alla grandiosità degli eventi, al quali pare che gli uomini non possano o non sappiano ormai più mettere argini, ancora può essere una strada. Lo scopo di questo raduno d'intellettuali europei è appunto quello di contribuire a sgombrare la via dagli ostacoli del nazionalismo e di tutte quelle mitologie che, fiorito nell'ultimo cinquantènnio, hanno condotto il continente alle presenti avventure. E che questa esigenza sia diventata imperiosa o sia religiosamente sentita dagli intellettuali europei, è dimostrato dal fervore con cui dibattono I temi fondamentali per l'affermazione d'uno spirito europeo. Naturalmente, qui sono venuti fuori I due modi politici, classici ed opposti, di concepire l'Europa: quello blsmarcfciano unitario (la c nazione europea» di cui ha parlato Benda) e quello federale. U primo non può essere affermato che con le armi: ecco perchè, dilatando il pensiero di lui, è stata mossa accusa (negli entretiens che s'intercalano alle conferenze) di « totali toroide» a Benda da parte di Aron, suo compatriota, c Vogliamo che i rencontres continuino l'opera bismarckiana? » egli s'è domandato. Gli ostacoli che ben vede Benda alla fondazione della «nazione europea», o debbono farci abbandonare ogni speranza o farci sposare i metodi di Napoleone e di Hitler, polche quegli ostacoli possono essere vinti soltanto dagli eserciti marci an ti. Pur rifiutando la tesi della «nazione europea» ed accettando Invece quella dèlia federazione, sarà possibile arri varc^pac incarnente? Impegnato uomini come Karl Jaspers (il maestro dell'esistenzialismo) e Stephen Spender (l'autore di «Au de là du liberalismo e di «European witness»); Denis de Bpugemont (di cui si annuncia la pubblicazione In Italia di un interessantissimo saggio, « L'amour et l'occidenti.) e Jean Guéhenno (il fondatore di «Vendredi»); Jean de Salis (di cui leggiamo in questi giorni un'opera in due volumi su SIsmondi) e George Bernanos (lo scrittore cattolico del «Journal d'un Cure de campagne»); Julien Benda (celebre soprattutto per la «Trahison des clercs») e Francesco Flora (del quale molto si loda la «Storia della letteratura italiana», qui largamente conosciuta dagli italianisants). A proposito della relazione (letta In francese) dal Flora, 1 giornali criticano alcuni aspetti dell'organizzazione, soprattutto l'aver imposto la lingua francese: e bene ha fatto Karl Jaspers a rifiutarsi di parlare altrimenti che In tedesco (cosi la Tribune de Genève). DI riflesso, queste critiche si rivolgono a Benda, il quale ha sostenuto che la « nazione europea» è ostacolata, tra l'altro, nella sua formazione, dalla mancanza d'una lingua unica, che dovrebbe essere il francese. E la Svizzera, con le sue tre lingue? Ma di critiche a Benda (il quale del resto ha avuto il merito di fornire un'abbondante a ■vivacissima materia di discussioni) se ne possono rivolgere — come sono state rivolte — di ben più essenziali. E* possibile ritenere — com'egli mostra di ritenere — che la missione dell'Europa possa essere riaffermata soltanto ponendo in primo plano la scienza ed a questa subordinando tutte le altre attività spirituali? In questo modo si esalta l'uomo medio, l'uomo-massa e si simpatizza per una civiltà di tecnici. Ma il vero razionalismo non deve portare all'isolamento ed all'esclusivismo: cosi fede e scienza non si escludono a vicenda, ed è nella misura in cui la teologia approfitterà delle scoperte scientifiche che essa potrà combattere il paganesimo neo-scientifico delle correnti totalitarie. I conflitti, che anche qui si delineano abbastanza nettamente, sono tra l'universalismo eristiano ed il positivismo collettivista, tra la giustizia e la libertà: ona'è che Jean Guéhenno ha sostenuto che lo spirito europeo è ancora una speranza di libertà e di giustizia falsata dalle deformazicni dello spirito stesso: dal sovietismo, che assicura la giustizia contro la libertà e dall'americanismo che assicura la libertà contro la giustizia. Ma noi non possiamo rinunciare nè all'una nè all'altra. Cosi, in un convegno di pura cultura, si ripropongono I temi della convivenza sociale contemporanea: da una parte l'individuo che sacrifica qualcosa alla società, dall'altra la società che, costretta a disciplinare ed a limitare la forza dell'individuo, non può e non deve ignorare nè calpestare 1 valori della persona: che sono i valori cosi fervidamente di¬ a, iife31 daUo spirito cristiano, Scriptoi*

Luoghi citati: Europa, Ginevra, Italia, Svizzera