II piano Molotov per Trieste

II piano Molotov per Trieste II piano Molotov per Trieste Smilitarizzazione e ritiro delle truppe alleate - Unione doganale e sudditanza economica con la Jugoslavia - Voti e supposizioni per le trattative con il governo di Belgrado (Dal nostro Inviato) Parigi, 14 settembre. Molotov ha illustrato attuerà la tesi sovietica sullo statuto da dare al territorio libero di Trieste, ila non si è limitato a questo. Nel suo lungo e interessante discorso, condito di vivaci punte polemiche, egli ha trovato modo di trattare molti altri problemi. Ha detto tutto ciò che pensa del sistema coloniale inglese, e tutto ciò che pensava della defunta Società delle Nazioni. Ha parlato delle avventure della democrazia attraverso il tempo e lo spazio, ha difeso il diritto di veto, ha indicato le cause della guerra. I sovietici vogliono un governatore nominato dal Consiglio di Sicurezza, ma non investito degli tiessi poteri che anglosassoni vorrebbero conferirgli. Chiedono che le truppe. affisate sgombrino il territorio Ubero estro trenta te Limitazioni Ii'tere legWàtivó appartenga ad un'assemblea popolare eletta a suffragio universale diretto e segreto, e quello esecutivo a un Governo eletto dall'assem blea; che esista una unione doganale tra Trieste e la Jugoslavia, e che U diritto di cittadinanza sia concesso soltanto a quegli italiani, già domiciliati nel territorio atta data del 10 giugno 19+0, che vi si trovino ancoro alla dato di entrata in vigore del trattato (e ne siano esclusi i criminali di guerra e certe categorie di fascisti) e che, infine, una Commissione interalleata eserciti il Governo provvisorio fino alle elezioni, le quali dovranno essere indette entro i tre mesi. Molotov ha cominciato col chiedersi se lo a status» del territorio libero dovrà rassomigliare a quello di una colonia o di un territorio sotto mandato; o dovrà partecipare di tutte e due quelle forme di amministrazione, ti dissidio sui principi basilari detto statuto di Trieste si è manifesta, to proprio nella profonda divergenza di opinioni a proposito dei poteri da attribuire al governatore. Inglesi ed americani, e in certa misuro anche i francesi, vorrebbero farne quasi un autocrate, il che non avrebbe natta a vedere cotta democrazia. OH inglesi, anzi, sembra si siano ispirati atta figura del Vicere delle Indie, e sa Iddio se quella del Viceré può chiamarsi una figura democratica. Peggio: essi vorrebbero dare al territorio libero una costituzione che fa I pensare a quella détte colonie i detta Corona e, per esempio, 'atta- costituzione di cui godono i negri detta Costa d'Oro. Molotov non pretende che per lo statuto di Trieste si prenda ad esempio là democrazia sovietica, ma non immagina che si possa pensare ad applicare al popolo di Trieste » metodi coloniali che gli inglesi usano con le tribù negre. Anche gli altri progetti di statuto vengono definiti democratici dai loro autori. Non esiste democrazia e democrazia. Cè una democrazia del 19° secolo, e ce n'è una del 20°, e le recenti elezioni in Grecia e in Bulgaria dimostrano che la democrazia britannica ad Atene e la democrazia sovietica a Sofia non si rassomigliano. Cesi, almeno, assicura Molotov. Egli ha pure osservato che soltanto il progetto sovietico propone la neutralizzazione del territorio libero con l'èva ovazione dette truppe straniere. Neanche il consiglio di si- l l o , l é a ze armate. Le truppe straniere trasformerebbero la zona in una base militare. Altro che € territorio libero»! La questione delle truppa Del resto, secondo la carta delle Nazioni Unite, il consiglio di sicurezza dovrebbe intervenire soltanto nel caso di una eventuale aggressione. E, insomma, occorre che le truppe straniere vadano via da Trieste. (Nessun accenno ha fatto Molotov ai timori che sono stati denunciati anche in seno atta commissione militare, trattandosi detta misura del disarmo da imporre all'Italia, circa eventuali aggressioni al territorio libero). n delegato sovietico ha dichiarato inaccettabile la proposta di sostituire il governatore con un comitato di sette membri. « L'Australia — dice Molotov — prosegue con tale proposta la sua lotta al diritto di veto. Ma badi a non avvelenare il pozzo nel quale forse le occorrerà di bere». Anche fuori del Palazzo del Lussemburgo oggi si è parlato motto di Trieste. Una buona parte dei giornalisti che seguono i lavori détta Conferenza si erano trasformati in pescatori di ombre. Non è questa un'avventura che capita di rado — riconosciamo — a coloro che fanno il nostro mestiere. E l'episodio di qualche giorno fa, quando fu dato inopinatamente Vannuncio deiraccordo italo-austriaco, poteva in qualche modo giustificare le ansie dei cotteghl. Ma si può attualmente parlare di trattative in corso fra Italia e Jugoslavia f Gli inizi dèi dibattito sullo statuto di Trieste alla Conferenza non autorizzano la speranza di un accordo, e specialmente di un accordo soddisfacente. Die elementi nuovi La generale insoddisfazione per la « linea francese » e l'insanabile dissidio tra le concezioni anglosassone e sovietica circa fuso dette libertà nel territorio Ubero minacciano di rimettere in discussione anche gli accordi particolari che i Quattro avevano ' realizzati. D'altra parte la piega che le discussioni hanno preso e le accoglienze che le tesi jugoslave hanno incontrato potrebbero aver convinto i rappresentanti di Tito, compresi quelli che si sono ostinatamente aggrappati atta più, severa intransigenza,' a riconsiderare l'opportunità di conversazioni bilaterali. E' noto che le esortazioni, e perfino pressioni, in ha sempre manifestato il de siderio di trattare, ma la sua buona volontà non ha trovato incoraggiamenti. Negli ultimi giorni sono intervenuti due elementi nuovi. da una parte la nostra proposta .di plebiscito; dall'altra il tentativo jugoslavo (condotto da Bébler non senza abilito attraverso l'emendamento biclo-russo) di gonfiare la ave-\ stione di Gorizia. I/emendamento bielo-russo è stato respinto dalla Commissione; ma Bébler è riuscito a creare — noi» si saprebbe trovare un termine più adeguato — questo t fatto Gorizia», che se non altro potrai a suo parere, costituire una pedina di riserva per eventuali trattative. La voce che tali trattative fossero già in corso, aveva trovato immediatamente molto credito, e anche ciò è sintomatico. I giornalisti si sono dati a seguire (e diremmo a spiare; i movimenti dell'ambasciatore Quaroni e del ministro Bébler, e anche quelli di Giustino Arpesanl, ai quali si attribuisce la condotta dette trattative. Ma proprio non hanno potuto pescare che delle ombre. Tutto ciò che sono reciti a etobflire è che tre a^svia^s^^sW^sssroiii sanno pranzato assieme in un grande albèrgo di Bue de Rivoli. Insàmma, di vere e proprie trattative non è il caso di parlare. ». a.

Persone citate: Cesi, , Molotov, Quaroni