Marciavano e gridavano "Fame,,
Marciavano e gridavano "Fame,, I «MtiitaMUial nel "Rantolio Borghese 99 Marciavano e gridavano "Fame,, Trecento con attrezzi e cartelli occuparono la terra: Setto Imo vennero i carabinieri che li fecero sgomberare e se ne portarono via tredici che invece di vanghe avevano boaéc Moirtecorn patri, 12 settembre. nfoNtecomparri è sulla CosiHna, quasi atte parte di Roma; un'oasi di verde felicita dopo l'arsura del prossimo campo di battaglia: Valmontone e Lavico, patti in rottami, chiavistelli contorti detta moribonda difesa tedesca della capitale. Da questa dolca cottine, opima di viti, denta di frutteti, spirante un'aria di ripotante benessere agrette, è discesa stamane una colonna di uomini e donne che gridavano, e Fame». Componevano la compagnia baldanzosa un nucleo centrale di ossuti, segaligni, inconfondibili coloni testali e un contorno caliginoso, misto di senza tetto, di senza lavoro e di pescatori nel torbido. Trecento in tutto. Evidenti stonature rendono difforme tt carattere dei marcia, tori: c'è perfino U barbiere del paese. Ma la matta è etrarurale, preceduta da bandiere tricolori a rotte, frammezzata da scritte che non mettono equivoci. La colonna sfocia in pianura. Lungo U bordo detta « nazionale» che va verso Napoli, appare la recinzione di uni dette pia grandi aziende tastali, torse tipica in Italia per la sua sfratterà e i suoi complessi tecnici. B> il cosidetto Pantano Borghese, un migliaio di ettari, per metà appoderati a mezzadria classica, per Poltra metà condotti a compartecipazione o in economia. Circa cinquecento capi bovini da latte o da lavoro sono allogati nette capaci stalle dietro i grandi bianchi fabbricati cotonici. La meta è attinta. Irrompere nell'azienda, impossessarsi di un appezzamento di terra, piantarvi un palo ed erigervi uno spicciativo cartello con tu scritto: eoccupato» è presto fatto. Dotta contrada di Acqua)'elice la colonna si irradia nei settori prescelti. Le e riserve» sono prese d'assalto. A differenza detta prima invasione, del tutto simbolica, avvenuta alcuni giorni fa, questa di oggi è effettiva. Aratri, trattori, picche e badili hanno accompagnato gli occupanti come il corredo indisvensabile d'armamento per la battaglia che essi vanno a sostenere. Anatemi e sarcasmi parto, no all'indirizzo detta proprietaria defenestrata: la principessa Livia Borghese e suo marito, il conte Gavazza. Prima che tt sole picchi troppo sodo, bisogna avere arato una vasta zolla, anche se per combinazione essa fosse stata già preparata atta semina. Due\ autocarri filano intanto, rapidi, nei Frigio incerto detta mattinata. S'arrestano, ne discendono qualche centinaio di uomini in divisa.- carabinieri. eCè un decreto» strillano i contadini; nessuno pud tari loro nulla. Dice infettila legge, in via di promulgazione, che tt criterio far foccupazione dette terre e quello di puntare sui terreni e suscettibili di migliore cottura», mentre il decreto Gatto parlava di aincolti». I carabinieri non si intendono di queste cose. Per. ciò un ufficiale ha intimato lo sgombero e ha esortato ad abbandonare ogni resistenza. Provideent consules; e, netta specie, giudichino le commistioni paritetiche che da ieri funzionano a Roma. Mese do vrauno stabilii e quali dei eia quantamOa ettari simbolicamente o effettivamente occupati, debbono restare in possesso dei colonizzatori e quanti dei centomila e pia mobili, tati abbiano diritto e capacità a esercitare U lavoro della terra» Vivaci discussioni ai accendono, nessuno vuole tornare indietro. GU occupanti si asserragliano all'ombra considerata protettrice dei cartelli di neo-proprietà. Mai matti insistono. Una via di compromesso è trovato dal prete dopo molto pensare: che i cortetti restino al loro posto e che, in margine, a carattere stampatello, ciascuno apponga ben chiaro il proprio nome. Cosi si conviene. I contadini riprendono la via di casa; i seteteioli detta cava vicina ritornano a rompere pietre per le avvallate -strade romane; e gli inqualiflcati e i mestieranti del torbido, sognano una nuova occasione trovata. Tredici di loro, perchè provvisti di bombe e di altri «stranienti non idonei all'agricoltura, concludono sugli auto, carri U sogno di un mattino di estate. Di tratto in tratto male spatte di chi è nel folto della colonna che risale, il cartello numero uno rotea come te annaspasse nel vuoto, e la scritta è leggibile: e Fame!». T. C
Persone citate: Aratri, Pantano Borghese
Luoghi citati: Italia, Napoli, Roma, Valmontone
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