LE QUATTRO LIBERTA' di Ezio Bacino
LE QUATTRO LIBERTA' INCHIESTA IN SPA GNA LE QUATTRO LIBERTA' Questa *h l'Airici. ohe no o ine nn nomo «3 non spegne nnn candela (Dal nostro inviato) MADRID, settembre. STutto in terra di Spagna è estremo e grandioso concepito sotto il profilo detta ptu esteriore monumentalità: le cattedrali, come le chiavi dei portoni, che poto» chiavi del paradiso; ì palazzi e lo banche assiro-babilonesi della Gran Via, come le strado di Barcellona; gli immensi eretabli» lotici, che nelle absidi pioman gin détte volte come fragorose cateratte di legno, di ori e di immagini; il fanatismo religioso, come Vincendiarik furia antireligiosa; la eostrisione dei costumi corno Za «frettate sensualità, . flrgvltà tpagotla Non si può passeggiare por le Bambìas e il Passo de Grada di Barcellona, opera Posso do Beooletos, la Costatano, la Gatto do Alcole e la Gran Via di Madrid, o per to angusta corsia di Sterpo» ta Siviglia, pre intorno a sè tt fermento di onesta vita tutta proiettata fuori detta casa, sui marciapiedi dette stradò popolati di poltrone, e sui multicolori parterre di tovèMnt del caffè; e la pretensa di quatta umanità ognora cosciente di essere in mostro. Tuttavia quello che da noi è naturale e spontanea vivacità di vita, umanità disinvolta, diviene qui quasi atto rituale, eoa una sua metodica gravità, direi. Anche te passeggiata sa di rito, ed sai « sospetto che una autentica lietezza non vi alligni. È7 la cottgeniale pravità spagnola, ed un po' a dima mortificante èrnia dittatura torse, che fan velo atta vivacità meridiana le, svuotandola di vera allegria. La «ito et svolgo In un orarne formale ammirabile, (contrattai da cinque pe*u**X ordine che a noi italiani pero ani btorstqqpamflsmlopflegssnsaiHndltp«qbrdgtadUnlantdcePmn può non ricordare i pu% rei tempi detta dittatura. JI traffico dette strade, disdattnatissimo, è rigidamente imbrigliato da grappoli di semafori, da labirinti di strisce di attraversamento, dà num sinfonia di colpi di fischietto orchestrata da una sélva severissima di cariatidi bianche e decorative. OH asfalti netti e. lucidati, le mura dei solassi intatte e vergini di ogni scritta non echeggiano alcun nome, alcun grido di viva e di abbasso. Gli ordini di « proibito raf fissione » son cosi numerosi che fan pensavo per contrasto, ed infine con nostalgia, atte mara austri delle nostre città congestionate di grida, di perorazioni, di ingiurie, di tavoeastoni, che assaltano e deturpano le antiche armonia architettoniche. Qui fai atonia detta facciata è Intatto, e chi guardi la . Spagna in superficie (come fu Ila un tempo per ritolta) porrao-IsaeTdfsvi Orntesznngnlabnsel'cocp be pensare che tale lindo frontespizio sia Ja espressione di ogni problema risotto; di una realizzata armonia interiore, se non apparissero di tanto Ut tanto gU schèletri anneriti di quelle chiese incendiate e quella gramigna sottile di colpi antichi che irrora le fronti a rammemorare H fantasma minaccioso di una realtà differente, appena sedata sotto la cipria di cenere. Vigna questa pace difficile, questa armonia apparente, un controllo di saltata occhiuto, molteplice od accurato, che si monifesta, corretto ma inflessibile, nette dogane, negli alberghi (dove lo straniero è costantemente accompagnato dal suo e trittico » di viaggio), e nei traiti, Ricordiamo allora che questo è anche' a paese dette a quattro libertà*. Molti.inai. iHcLl si disiriouitoonc scaglionali Isauro la sosia ci uscente dona «Hbertd estenuata» alla « libertà vignata», per attingere, immite la «liberta provvisoria», i «ertici deBa «libertà sotto garanzia ». A questa variegata rosa di libertà si aggiunga una censura severa sui Mori, e sulla produzione teatrale e cinematografica, che non consente sttttamenti anche minimi /«lori del seminato detta morale eor- Un Milo MitraMittf rit Cosi che anche netta produìne libraria (ohe ha avuto nei giorni scorsi a Barcellona la sua a fora sol libro») si nota una assenza di argomenti «fari e polemici con un predominio H soggetti accademici, storici, critici. La cultura eJa^mteOeUuaHbà ^spagnole PrmorjfOi" mento) girano sempre intorno \?0OQs^Jku*t s l . la penisola natta sovrapposi- storie perentoria e battogiie- ad alcuni argomenti base; si esercitano dt preferenza su TcUa storiai e*1ieila^tic^ogici di Spagna. Ricorrenti sono'infatti gtt studi su Cervantes, sui Be Cattolici, su Don Giovanni Tenario, su PiSppo 11, i suoi ministri e la sua epoca. Orgoglio di un antico scada rissimo imperialismo, che pur non si seda, e di tempo in tempo ricorre netto spirito spagnolo, a speronarvi baldanzose cavalcate contro i muttni a vento di cui è disseminato U mondo nemico. La Spagna, per certa stampa ingenua o retorica, è ancora il paladino deWOccidents, rultimo baluardo detta cicuta cristiana, da cai parfird a riscossa contro la ricorrente eresia e barbarie orientali. UKtoie deduzioni ài quell'immortale spirito della « reconquista » ohe taira Mister-te conseguente tuttavia, è sempre evidente e tangibile «Mi¬ ra, costantemente polemica, detta Spagna cattolica e castiglusna sulla Spagna araba. La testimonianza di una perenno polemica storica, di una costante violentazione, e di una non conciliata confluenza di .energie e di stratificazioni diverse, di polarità a forma conviventi, è ta quella croco latina di chiesa cattolica «cavato neHa foresta di mule colonne détta moschea di Cordova; su Ha selva pagana violentemente ita/grassa ta segno di conquista e di perigliosa redenzione. Ottetto crociera o aiuole insediata e trinciata, al centro deHa a gran moschea», pare affermare un permanente diritto del vincitore, una brutale e non accetta sopraffazione. Cosi come con un violento atto di sopraffazione si afferma ogni esperienza della Spagna, dove la storta è ogni volta fissata, anche notte architetture, aa uno stadio dinamico di polemica In atto, di armonia non raggiunta. J nemici del provvisorio vincitore son vivi e visitali Intorno a tal, coste le miUe colonne a {•snia archi mussulmani di Cordova ricingono ed assediano in perpetuo la superba navata cattolico, e no fanno problematica la vittoria. A questo mondo molteplice, difforme e contraddittorio che costituisce il cosmo spagnolo, Madrid (la capitale più artificiosa ed ombelicate del mondo) impone runità c filippina a del suo centralismo; il quale pare visivamtnt* estrinsecarsi ne» astrale rete dette comunicazioni, che ha netta capitale il suo cuore di irradtaztgns, quasi ta «no «tonare sistema tolemaico. Madrid, che Goya net. suo e Pellegrinaggio di San Isidoro » vide Beve acropoli di perla, stagnarsi come rosea conc* fatai, sul crinale delTutt.piano cadente nel Montanare*. Madrid, tessuta di sortisi equilibri, che germoglia aguzze e problematiche guglie fiamminghe sul tavolato fulvo e arido di un deserto africano. Madrid, 'contraddizione di pietra, sulta quale si tende un'aria trasparente, arido, fragile di carta velina a tanto sotHlè, dice l'adagio, che uccide un uomo e non spegne una candela». Ezio Bacino
Persone citate: Cervantes, Cordova, Giovanni Tenario, Goya
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