Memorie rivoluzionarie di un barbiere di Giovanni Artieri

Memorie rivoluzionarie di un barbiere SC BITTOBB B 'ECCEZIONE Memorie rivoluzionarie di un barbiere 28 edizioni - La prefazione di Palmiro Togliatti - Trentanni di vita tumultuosa: Cuneo-Mosca e ritorno - Pagine d'arte tratte dal mondo carcerario Roma, 5 agosto. Barbieri-scrittori, tranne U Burchiello, non ne conoscevo prima di adesso. Barbieri-pittori, si; quel Luigi de Angelia, barbiere sulla piazzetta di Porto d'Ischia, una ventina di anni fa mosse un'ondata di curiosità in Europa e fé' gridare atta scoperta d'un nuovo doganiere Rousseau. De Angeli» dipingeva cocchieri e carrozzelle, barchette e colline coperte di pini e di aranci con la grazia sincera e grezza dei cartellonisti che alustravano a Napoli le imprese detta Tavola Rotonda, sulle facciate delle e opere dei papi». Leggendo dopo molti anni ddBa scoperta del barbiere Luigi de Angeli» U libro di Giovanni Germaneito (* Memorie di un barbiere », con prefazione di Togliatti, É. Gi. Ti. Roma) m'è sembrato d'aver messo mano, finalmente, su un autentico « /olive » delle lettere: un istintivo al quale la passione politica, l'apostolato di partito, caso non raro, han dato stae e vigoria per tradurre le proprie immagini e ricordi. Palmiro Togliatti in una prefazione a questo singolare Nero, datata da Mosca nel marzo 1931, ci informa ch'esso venne tradotto in russo nel 1980. Dopo di allora, compar¬ vero in tutto 88 edizioni, in 17 lingue, con oltre 600 mila copie di tiratura. L'ultima edizione è stata quella netta lingua originale, per ragioni ovvie. Germanetto è un barbiere, nato a Cuneo e détta provincia di Cuneo — come annota Togliatti — dipinge l'ambiente e i rapporti «mani. Egli si muove, e muove la sua narrazione, in un periodo di vita che corre dal 1896, epoca detta spedizione di Africa e il 1986, epoca del suo espatrio in Russia. Incontro con Mussolini Germanetto, afflitto da paralisi ad una gamba, figlio di un liberale, operaio delle officine meccaniche di Baviguano. dovendo scegliere un mestiere, o, come si dice nel mezzogiorno, € un'arte leggiera», preferi le forbici e il rasoio. Cominciò a divorare libri e giornali, dotta Bibbia al c Capitale» di Marx, che un anarchico, tale Bisogni, gli commentava, frequentò le scuole serali e si iscrìsse all'alleanza antimilitarista internazionale, presso a poco all'epoca di Berve. Nel socialismo e su un giornalino socialista femminile intitolato «La donna», cominciò a Germanetto la sua ter¬ riera di pubblicista che, alme no nell'orbita marxista, doveva portarlo cosi lontano, il Piemonte, o almeno l'Alto Piemonte, dice Germanetto, era dominato dal clero e da Giovanni Giolitti e la propagan da socialista appariva difficilissima. In breve, dotta provincia, Germanetto dovette migrare a Torino. Poi entrato nel vivo del lavoro di organizzazione e di agitazione leghista, passa a Savona, ad Alessandria, ritorna a Mondavi ove muore il padre e si trova, disoccupato, con la mamma malata e tre fratelli a carico. Va a Fossano ove s'alloga in una bottega tenuta da un padrone brav'uomo, al quale contagia Vamore atta politica. \ Vi rimane parecchi anni. A Milano conosce Mussolini, in una riunione di corrispondenti détt'« Avanti! ». Eccone uno scorcio: * Parlava sempre di sé, dette sue proposte, del suoi articoli... Eravamo atta vigilia detta guerra di Libia. Diede a noi dette direttivi sul modo di scrivere delle corrispondenze: parlò a lungo... Firmò con un gesto di noncuranza le nostre tessere di corrispondenti...». Per le elezioni politiche a Torino, Mussolini rinunciò a favore dell'operaio Bonetto contro il nasjnnQlisfaMejtffmr. -e,variò \ in un comizio ove, annota Germanetto, € sembrava un leone. Era irriconoscibile >. Non doveva vederlo più «e non in fotografia, nei gabinetti dei giudici e nette regie questure. Cominciarono le partenze per la guerra libica e l'agitazione socialista capeggiata da Mussolini contro Giolitti. Verso questa epoca una pausa sentimentale varia U corso monotono e agitato insieme, detta sua vita. Vorrebbe sposarsi con una operaia. Non riesce a convincerla di contentarsi detta sola cerimonia civile. Si lasciano, romanticamente, una sera di nebbia sulla riva del Po. B' il solo momento di malinconia, in tutto a libro. Gli occhi di Lenin Dall'agosto *l+ al z-fr maggio 1915, annota Germanetto, avvengono in Italia cose < allegra*. Trecento deputati approvano la neutralità giotttttana e pochi giorni dopo il Parlamento diventa interventista. Mussolini esce poco dopo dal partito e fonda, con cinque lire tn tasca, un giornale. «I miNoni della Banca di Francia gli permisero di fare il miracolo», egli commenta, La sua attenzione beffarda A attirata dagli - « interventisti », dall'amministrazione militare applicata atte fabbriche, dotte traversie abbastanza pericolose détta propaganda sovversiva in tempo di guerra. Il suo stato d'animo ai propagandista è portato, si capisce, a valorizzare i lati rivoluzionari della situazione. La borghesia e la classe media italiana rischiarono di crollare a Caporetto, mentre, la, classe operaia più propriamente rivoluzionaria, secondo il Germanetto, sfiorò con la rivolta dell'agosto '17 e l'occupazione détte fabbriche del '19 una grande affermazione. Si cantava: Prendi fl fucHe e gettalo per terra Vogllam la pace. Hai più vogllam la guerra. Le elezioni del '19 Germanetto dovette « lavorarle » nella provincia di Cuneo, giolittiana in ogni zolla, e perciò particolarmente difficile. «Drenerò — egli annota — èia città dei cavalieri e dei commendatori. Incontrando un pastore e un carrettiere per la strada chiamatelo «cavaliere» difficilmente vi sbaglierete. Parlò a Drenerò, fischiatissimo, ma ritornando a Cuneo « compagni » osservarono con stupore che non presentava neppure un'ammaccatura; a Vinadio parlò agli alpini, a Valdieri atte guardie regie. Però a Roma le squadre fasciste cominciavano a picchiare » deputati socialisti A Torino nacque Va Ordine Nuovo », capeggiato da Gramsci, Togliatti e n n i . e a o , n o , . l e a a e, l , a e a e a Terracini per la conquista delle masse detta Fiat. Nel marzo del '80 a Torino, a Milano, a Biétta, a Parma, a Napoli, sciopero generale. Appostati all'uscita della cartiera Burgo, Germanetto ed altri agitatori inducevano gli operai di Versinolo a non rientrare al lavoro. I/ing. Burgo dovette decidere di far mangiare e dormire gli operai nétta fabbrica. Treni fermi. Ma lo sciopero fallisce. Germanetto punta un dito accusatore ancora una volta su Turati, d'Aragona, Colombino. E' del '81 la polemica di Lenin con i centristi italiani del Partito Socialista. Il capo della rivoluzione russa li accusava di non aver saputo approfittar» detta situazione rtvoluzionaria creata dal dopoguerra. A Livorno ebbero luogo i congressi socialista (XVII) comunista fi) e detta O.OX. l comunisti si staccarono definitivamente dai socialisti La battaglia si limitava a cantarsi in faccia gli inni avversari. I socialisti intonavano l'«Inno dei lavoratori», i comunisti e i massimalisti l'«Internazionale». Scheggia m questo trambusto di congressi la fucileria fascista» Gremanetto su invito di Bordtga diventa «rivoluzionario professional» ». Come! tale frequenta Va Ordine Nuo ve» a Torino. Un ricordo di Gramsci e di quella redazione comunista: a Ferve tt lavoro. Beco Amoretti, ora m galera, che fa la cronaca. Ecco Togliatti, sempre caustico. Beco Pastore, profugo. Beco Gramsci, cioè ecco una inverosimile catasta di giornali e una chioma assalonica». Naturalmente l'evoluzione detta lotta stringe i tempi. Il patto di pacificazione non vale a natta. Nel 1988, Germanetto riceve la nomina a delegato hi due Congressi russi. Infatti arriva al Cremlino e riesce a dire « Bonjour » a Lenin: «Ricordo sempre i suoi occhi. Mi rimase impresso il suo sguardo» scrive commosso. In Italia, Il 88 ottobre 1988, fascisti marciarono su Roma. Germanetto rientrò clandestinamente. Prigionia ed esilio Presso a poco s'inizia in quest'epoca, siamo nel 1988, il periodo détta persecuzione. Germanetto si nasconde a Torino, ripiglia forbici e pettine per campare la vita, cambia spesso domicilio. Viene arrestato e comincia a conoscere il tormento delle traduzioni ordinarie, la repugnante tortura del carcere di transito, la coabitazione con i delinquenti comuni, impara il gergo, penetra in un mondo che, come lui, ha colpito ed eccitato alla rappresentazione scritta molti di quelli che ci son passati. E' qui, piuttosto che nella esposizione delle traversie politiche .che U Germanetto ci appare un singolare e interessante esempio di scrittore istintivo. Nétta rappresentazione del cosmo carcerario, nell'incontro con la ohi strana gente, come quel ladro di pezzi di bronzo dai monumenti pubblici, o quel recluso che dopo quarantasei anni di carcere si consola dicendo di aver solo tre giorni sardegnoli — cioè tutto il resto detta sua vita — da fare; nel turismo del vagone cellulare, nel racconto della traduzione ordinaria da Torino a Roma, pel processo; netta liberazione e nel tentativo di ripigliar le fila détta lotta politica a Milano, aU'tVnità»; in questi quadri, pacati e piani, si riassume tutto il valore narrativo nuovo e notevole del libro. Il 81 gennaio 1986 ebbe inizio il III Congresso del Partito Comunista, clandestinamente, si capisce. Mussolini furibondo voleva sapere dai 78 questori d'Italia ove mai si fosse tenuta la riunione, n 81 ottobre viene arrestato Germanetto, per misura precauzionale. Poi attentato di Bologna e leggi eccezionali. «Verso mezzogiorno — annota Germanetto, impareggiabilmente — vennero i carabinieri con un sacco pieno di manette e cominciarono a legare». Per mero caso, e in mancanza di mezzi di trasporto, il barbiere rivoluzionario fu liberato. Gli avevano già assegnato cinque anni di reclusione; ulteriormente denunciato al Tribunale Speciale, sarebbe stato incluso nel processo al Partito Comunista in cut Gramsci, Terracini, Magi, Roveda, Barin e altri undici ebbero trecento anni di galera. Riuscì a passare le Alpi. E' ritornato da poco dalla Russia. Giovanni Artieri | tcvttcrmlcmtgvnrgolCcGulcgUsdtqltbcacsspvEssMftfip11musodsvl'zactamloseInta