II paese degli estremi di Ezio Bacino

II paese degli estremi INCHIESTA IN SPAGNA II paese degli estremi Le varie correnti che fatato la "resistenza,, al regime fra* ckista- Gli amici dei vari trami - "Franco o il comunismo. 'n (Dai. nostro inviato) BARCELLONA, luglio. La Spagna é il paese degli estremi. Quando si spezza la fragile volta dello stato (di qualsiasi foggia o stile esso sia) le opinioni e le passioni si polarizzano su due posizioni acuminate: opposte, distanti ed intransigenti. Difetta alla psiche spagnola quella ben orchestrata scala di toni, ricca della necessaria gamma di sfumature intermedie, tfajfa^della so di opinioni e di pacifico progresso. Butto spinto spagnolo grava in perpetuo la minaccia di una scissione profonda e definitiva. Per questo il vero, l'autentico e originale partito ispanico, anello che più intimamente risponde al genio nazionale ed al suo «iberismo», è l'Anarchismo. Fanatici, individualisti, romantici e idealisti, gli anarchici adorano la libertà come unico idolo. Ma il donchisciottismo degli anarchici della F-AJ. e detta CJf.T. (i sindacati operai che essa controtta) se con il furare incendiario detta piazza, con la nobile illusione detta liberazione assoluta dell'uomo, strappò il potere ai capi legali e responsabili del governo detta Repubblica, fu a sua volta, come eretica ad eterodosso, travolto a colpi di cannone per le strade di Barcellona dalla falange minoritaria, ma saldamente organizzata dalla disciplina e dona tesasse sovietica, dei comunisti del P.O.VM. Oli AusturiafuggUi in Russia dopo la fallita rivolta dei minatori nel IBM-, ritornati ben addestrati atta tecnica del colpo di stato, ebbero U sopravvento sui Jf«troiani che popolano II « barrio » bareettonese detta Torraza. a Marcia, terra povera ed arida, con la sua popolazione di derelitti emigrati netta grande città industriale, si può dire la catta spirituale della F.AJ.: e la Torraza fu la sua rocca. Gli anarchici iberici non hanno di' monticato le cannonate dei comunisti per le vie di Barcellona; O loro afflato libertario repugna al sistematico e statolatra totalitarismo del comunismo sovietico. Bakunin e DurrnU sono l loro espi spirituali. I monarchici di don Juan Anarchici e sindacalisti rappresentano la gran forza politica detta Spagna; ma sono poi t mociaHsH democratici ed occidentali che fanno capo a Largo Cabotiero, morto recentemente in estHo, e ad Indalecìo Prieto, l'uomo Che tra le sinistre democratiche gode eertamente del maggiore prestigio e della pia atta stima, e che vive al Messico? Vi è il governo repubblicano in esilio dell'ex barbiere Girai. Ma la sua ispirazione troppo sudatamente straniera e russa, la sua colorazione eccessivamente comunista, il suo atteggiamento di rivendicazione violenta della repubblica, lo privano di una base di larghe adesioni in Spagna. H ritorno degli esiliati sotto l'egida di Girai vorrebbe dire la ripresa della guerra civile, 1'epuraxione, il sangue. Cosi che di fronte ad esso tutte le forze, soprattutto le monarchiche, che oggi fanno la eresistenza» contro il regime franchista, e sono atta ricerca di nna difficile via di uscita senza violenza, si schiererebbero di nuovo, coagulerebbero netta «cobeUtaeranza» del IBM, dietro la stessa barricata di "ranco, contro il cpericolo» comunista. Del resto n mancato riconoscimento del Governo Girai da parte del consorzio dette nazioni, la debole e dUazionatrlce azione deWOJf.O. netta questione spagnola, provano a suf licenza che non si vuol giungere in Spagna ad una violenta rottura di equilibrio, e che quasi nessuno ha interesse ad prire netta penisola iberica un nuovo risucchio di conflitti. Su questo terreno, e tra questi limiti di carattere interno ed internazionale, operata eresistenza» spagnola, netta quale particolarmente attivi appaiono i monarchici. Bssi hanno rotto il loro antico patto di unità d'azione con Franco, ed operano, sembra con positivi risultati, sulle forze politiche democratiche e di sinistra, non comuniste si intende. La soluzione detta questione spagnola, essi dicono, va ricercata per la prima volta netta storia passionale detta Spagna, non nello scatenamento dette feroci passioni ma sulle linee di un paro razionalismo. Ciò che i monarchici, quelli che sostengono la e monarchia liberale* di Don Juan, perseguono, ò un accordo con tutte le forze democratiche di sinistra. Contatti e colloqui ivvenuti tra Don Juan suoi delegati ed emissari dette sinistre che fanno capo a Prieto e a Largo Cabotiero. I carlisti L'accordo è cosa fatta, essi dicono. La monarchia costituzionale netta sua possibile restaurazione ricerca una larga base democratica, n timore della guerra civile, U ricordo penoso dette delusioni repubblicane, inducono motti socialisti e sindacalisti a prender posizione favorevole ad und restaurazione monarchica o almeno a dichiararsi indifferenti ed agnostici in materia istituzionale; purché, si intende, U nuovo rei' me sia un regime democratico che soprattutto preservi e invigorisca il sindacato. Ma la gommo dei t resistenti > spagnoli non registra sol-: tanto f monarchici di Don Juan, i quali fondano tt titolo detta loro legittimità sulla ciilegalita» detta repubblica del *31 sorta dall'esito non chiaramente accertato di elezioni puramente amministrative. A co-' storo si affiancano, ma quali assATanddngss : o a o o a a s e a n e o o , , o à e o e ¬ l i e e o a e o i, antichi rivali, i «carlisti», so» stenitori di Don Carlos di Absburgo e di Borbone, < Nuovo Abanderado de la Comunion TradictonaHsta, que co» la ayuda de Dio», reinara con e! nombre de Carlos Vili*, come dicono i manifesti di propaganda. I carlisti, che si riallacciano alla tradizione cattolica e legittimista detta Navarra e del suoi celebri erequetis», sono sostenitori di una c monarchia tradizionalista » di diritto divino contro la spregiata € monarchia Mbermef dei Borboni; atte cui velleità democratiche fanno risalire la colpa detta eretica repubblica e Io slittamento conseguente nella guerra ciotte. Carlo di Absburgo si trasferì nel 1943 dalla sua tenuta di Viareggio a Barcellona, dove ebbe da Franco il permesso di soggiornare. Non era certo estronco a Branco ed alla «falange» il proposito di tollerare, e magari alimentare, a piccolo movimento cartista per far di esso contraltare aBa più vasto e minacciosa candidatura dei monarchici di Don Juan. Batto sta che Don Carlos arrivò a Barcellona; affittò con i soldi del suoi devoti e fanatici sostenitori una e torre» cioè una bella villa di proprietà di un signore italiano neUa periferia di Barcellona a Puente Valicar ca sotto a Tibidabo; e li, netta villa borghese si impiantò una vera piccola corte con sala del trono, « requetès » tu uni/orme di guardia ai cancelli, .cerimoniale minuzioso, inchini, genuflessioni, e ostentato titolo di «maestà», sfa U piecolo reame di Puente Vallcnrca durò breve tempo, benché Don Carlos (uomo fine ed intelligente del restai avesse preso insto al gioco, forse muso dotta sua minuscola corte che indossava uni/ormi e decorazioni carttste, forse compiacentemente tollerato dal furbo e gallego * che giocava di equilibrio tra i re suoi competitori. Ora Vostro di Don Carlos é un po' in declino, per le scarse prospettive politiche che gli si offrono e per mancanza di fondi: la piccola corte di Valicare» è stata smontata ed ci! re tradizionalista» si e ritirato modestamente in un appartamentino in cima ad un palazzo di via Holmes 4M, dove i -suoi cerimoniosi /edeli quando lo vanno ad ossequiare, tra un inchino e Valtro non lo chiamano pia «Maestà», ma «Monsignore*. Un dilemma Ai monarchici di due Unte bisognerebbe aggiungere anche fra i «resistenti» pi* sfumati i cattolici che compongono al governo un gruppo capeggiato dal Ministro degli Esteri Martin Artajo, capo detta Azione Cattolica spagnola, i quali a quanto si dice sarebbero favorevoli all'opposizione monarchica. Branco ha chiamata al governo Martin Artajo, dopo U congresso di «Pax Somalia» tenutosi in Svizzera, che rivelò anche in quell'ambiente cattolico la prò/onda ostilità internazionale contro la Spagna. Lo chiamò evidentemente per vieppiù rinsaldare i suoi vincoli con il cattolicesimo ispanico e con quello internazionale attraverso l'Azione Cattolica da Martin Artajo rappresentata. Manifestazioni di questa e resistenza » spagnola, che un giovane avvocato mia guido mi magnificava quasi per orgoglio nazionalistico, onde mostrarmi che anche la Spagna, sempre di controtempo con le esperienze di Europa, si era aggiornata sugli ultimi ritrovati detta guerra e del dopoguerra europei, sono i giornali clandestini abbastanza numerosi; quali «Bl Sindacalista», organo del Partito SindacaHstq, il eCatalunya» al servizio del Pronte Nazionale, il « Catalunya SociaUsta », organo del Partito Operaio di Unificazione Marxista (P.O.VM.), e La Batatta» organo detto stesso partito, « El Peplo Catala». giornale détta Azione Democratica di Sinistra. Tutti questi giornali, meno quelli organi del P.O.UM., sono decisamente antifascisti ed anticomunisti, nonché nemici del governo in esilio di Girai. Tipico il linguaggio romantico di «El Sindicalista»: «molto prima che nascessero il Fascismo e il Comunismo, netto strada stavano gli Anarchici ed i Sindacalisti che lottavano per la libertà e la giustizia del popolo. Molto prima che Branco innalzasse la sua insegna anticomunista già noi avevamo combattuto, in ogni luogo e con tutti i messi, contro le teorie leniniste ». L'inserirsi ed il giganteggiare del Comunismo come forza intemazionale fondata ed organizzata sul potere imperiar listico di uno stato straniero ha profondamente mutato i termini e gli orientamenti della lotta politica spagnola, quale si manifestò durante il regime repubblicano e la guerra civile. Non tutti militano pia nettamente divisi ai due lati detta barricata: una profonda osmosi, una revisione storica e psicologica, ha trasformato la composizione delle forze in campo. I monarchici hanno disertato le file franchiste; molti sindacalisti e socialisti hanno abbandonato l'intransigente bandiera repubblicana; tutti si dichiarano feroci nemici del comunismo. Cosi che su questa posizione vitale si incontrano entrambi di nuovo con Franco. La pressione straniera, imponendo l'alternativa Franco o Girai, ha precisamente riconosciuto per vero e convalidato il propangandistico dilemma franchista: Franco o il Comunismo. Cosi la giostra delle opinioni si avvita su sé stessa in un cerchio chiuso. Chi Io spezzerà? Ezio Bacino