L'esercito e la chiesa di Ezio Bacino

L'esercito e la chiesa INCHIESTA IN SPAGNA L'esercito e la chiesa Franco, abbandonata la "Falange,, lasciato cadere il nome di "Caudillo,, si affida a questi più saldi sostegni perchè i ponti non crollino i , e te a o l à è l i (dai, interzo inviato) MADRID, luglio. A parte il carattere evidente di dittatura personale, impostata sulle due colonne, Es eretto e Chiesa, come si può definire in concreto e in diritto tt regime franchista? Franco è io meglio eroi U € caudato» per la Falange e per il c movitrtiento ». Ma questo è un titolo di marca mussoliniana s fascista the Franco ha pru- 0 i te n i a i 9 e, a e tooa, lgi n n n nci to ee nni sn- ltlMonarchia? Repubblica? Per e costituzionaliezare », per € normalizzare », la sua posizione, egli lo ha abbandonato; cosi come ha apparentemente abbandonato al suo destino la Falange. Questa resta bensì, sotto l'etichetta di e Falange Xspahola Tradlcionatista g de las J.ONM.». Pirico partito ufficialmente riconosciuto dello Stato; ma v. ve oramai di una vita piuttosto velata ed in sordina. E' completamente esautorata e priva di radici. Non si vedono divise in giro per le vie delle città spagnole ile uniche sono quelle deìFesereitoì, non distintivi (a assai pochi soltanto a Madrid) agli occhielli: a saluto romano è del tutto scomparso, ed anzi è stato proibito non potendoglisi riconoscere un carattere tipicamente ispanico. Franco infatti non indossa più la divisa del partito, ed il atto solo saluto è quello militare. Manifestazioni ed oceaniche adunate non hanno più luogo; nelle piazze non fioriscono pìu le foreste di braccia levate, che ad un certo momento avevano caratterizzato anche la vita spagnola. Solo qualche volta, la domenica, sfilano per le strade festive, ed in mezzo eSPindifferenza assoluta della popolazione, sottili centurie di giovani del c Franto de la Juventud», camicia azzurra, boina rossa, e calze bianche, con l gagliardetti deMe frecce rosse in testa, intonando ritmato e cadenzate canzoni, specie di fieri mottetti guerrteri, che bene scandiscono il passo e sono di intonazione tipicamente germanica: tanto da apiacevolmente sorprendere ehi le cucciti senza vedere... Il Segretario del Partito Ministro di Stato è una carica che è stata abolita, intendendosi in tal modo marcare un più netto divorzio tra Stato e Partito: l'ultimo a rivestire tale carica fu Arese. Insomma la Falange sopravvive a se stessa, forse solo perchè non li* ■■ Mj ammt èn n mmt ir MltéiUrM i t.mf ^^— *WW — ■ " 11 — ^^^^w^^B^»»*»le naturalmente per la rete d'I afcqttssptmrbri a e i e i : o a a e o . ta a to i i i ti, ri a r e per interessi amministrativi ed con ornici che si è creata: ma non ha né uno spirito né una forza propria, come avevano il partito /asciata in Italia, ed ancor pia il nazionalsocialista. Non costituisce (coste nel tipico stato totalitario) la base organica dello stato", la sua tessera non è né una carta di identità civile e politica, né "na tessera del pane. ~Hsmesaa dunque la qudlifidi e caudino*, che solo i giornali organi ufficiali della Falange continuano ad offrirgli, Franco è oggi il « Genera Heatmo», cioè soprattutto il capo delle forze armate, e quale attributo costituzionale del suo potere politico, il eJefe del Bstado ». Come si vede è una qualifica molto vaga e ambigua che non definisce in concreto cosa questo stato istituzionalmente sia. S' una Repubblica? B' una Monarchia? Piuttosto è runa e Poltra in potenza. Il regime di Franco (qualora egU non lo considerasse, come in effetti pare considerarlo definitivo) zi potrebbe definirlo una € Reggenza». Simile al caso del Reggente Horty in Ungheria. Ma quello era un regime costituzionalmente 'fissato e che aveva il coraggio di appellarsi con quel nome di passaggio. Come tale 10 avevano interpretato e continuano ad interpretarlo I monarchici. Ma Franco, come fatalità di ogni dittatore, ormai crede (e finge di credere) atta insostituibilità e tnalienabiHtà del suo destino di capo, Indici tipici detta ambiguità ed incertezza di una tale situazione affiorano di tempo in tempo: un giornale, ad esem' >, ha chiamato il Ministro della Giustizia con il caratteristico Molo monarchico di e Notaio del Regno». Monarchia dunque In pectore? Cè chi dice che se U referendum annunziato da Franco (senza fissare, né la data di esso, ni l'oggetto su cui verterà) dovesse svolgersi sul dilemma Monarchia o Repubblica, nei caso che vincesse la repubblica Franco ai affermerebbe senz'altro quale presidente In atto della Repubblica Spagnola, e se dovesse vincere la Monarchia, Franco si dichiarerebbe Reggente del Regno per conto dei figli di Don Juan di Borbone. Le carte del suo giuoco Con i monarchici, che stengono la candidatura di Don Juan, il figlio di Alfonso XIJI, 11 ouale dalla Svizzera ha spostato l suoi quartieri all'Estorti presso Lisbona In vista dell'ambiguo trono di Madrid, Franco tentò di trattare: ma Don Juan rifiutò. I monarchici, anch'essi, come tutti coloro che si presumono vincitori in fieri, vogliono la resa incondizionata. Salvo poi ad amaramente accorgersi del gravami impensati che la resa incondizionata dell'avversario, spesso comporta*. Franco, il quale i galiziano, e in Spagna e gallego » é sinonimo di uomo chiuso, segreto, furbo, e buon giocatore, danza sull'asse di equilibrio teso tra le varie fazioni che gli sono avverse, e sulle carte che gli sono offerte dal sempre più violento s scoperto gioco internazionale dei Tre Grandi. All'estero, ed anche in gran parte all'Interno, la sua ultima carta è quella dell'anticomunismo. I giornali, tutti i giornali, sia quelli dichiaratamente winminiiiiiiiiHiHiHiiiiiniiiuiinwmitwwiiim gcStnqVploaIdccicdtlsr i - ,. ' »*»»»*-^^»; ano d falangisti, sia quelli grossi, che sono tutti cartolici, aia quelli formalmente indipendenti, battono insistentemente il tam-tam della crociata antibolscevica. Il c Generalissimo > segretamente si offre quale il paladino di tale crociata: colatamente offre i milioni di ottimi soldati della gloriosa fanteria spagnola: gli eterni < caballeros» di tutte le avventure, gli ignoranti e fanatici camp osino s », ohe in ogni par- , , a a o i ù . n a e a l à n a e o r o o e o e a i : l e a gno detta Croce. A n'interno le corte di Franco sono VBsercito e la Chiesa Spagnola: l'episcopato ispanico badi bene, che oggi costituisce una salda chiesa nazionale, pi* autonoma e salda di quella di Inghilterra, e non it Vaticano. Il Valicano, nella persona del suo Nunzio Apostolieo a Madrid, si mantiene un osservatore attento ed imparatale della situazione spagnola. I/esercito è una delle colonne del regime franchista, per necessità e per interesse: da un capovolgimento che instaurasse in Spagna un regime repubblicano ad opera dei fuorusciti detta guerra civile avrebbe da temere l'epurazione più radicale e sanguinosa. VBsercito ed generali, ben più che la Falange e gli altri movimenti ohe si coagulano attorno alla bandiera * nazionale », furono i protagonisti' e gli artefici del cmovimento»; quindi saranno decisi a battersi per il regime attuale o tutto al più saranno favorevoli ad una soluzione monarchica che offra le più ampie garanzie. Inoltre i generali hanno oramai in pugno non solo le leve militari ma anche molte di Quelle civili dello Stato: molti poteri civili, i trasporti ad esempio, sono in mano al militari. In molte regioni i poteri civili sono accentrati nette mani del Governatore militare della provincia. Franco cosi ha dislocato dovunque uomini di sua fiducia e H ha cointeressati anche economicamente ai suo regime personale, e La Spagna — Ironizza un detto corrente — è un paese occupato dal proprio esercito». B la Chiesa? la Chiesa spagnola, come abbiamo detto, è oggi una vera Chiesa Nazionale, che nella persomi, nella astone s nella parola dei suoi Vescovi appoggia Franco toto corde, il dittatore spagnolo, quale eJefe del Bstado», e conforme al Concordato concluso nel 1989 da Serrano Butler con la Santa Sede, ha ereditato dagli antichi re di Spagna il privilegio di nominare i Vescovi, riservandosi il Vaticano solo un diritto di veto sulle nomine. In tal modo, a cominciare dal Primate di Spagna, Cardinale Arcivescovo di Toledo Pia y Daniel, tutto l'Episcopato spagnolo è diretto da Vescovi /edeli a Franco. I privilegi della Chiesa, facendo leva sulla tradizionale religiosità spagnola, sono immenai in tutti i campi: i suoi poteri e la sua influenza sono estesi sta sul terreno detta politica che su quelli delta educazione, della morale, della censura, del costume. Ma gK attuali rapporti di timore intercorrenti tra la Chiesa spagnola e Franco non furono sempre tali e nel passato navigarono sui /lutti di qualche contraddittoria vicenda. Bisogna intatti ricordare che la Falange ali'inteio, e quando maggiori erano i suol poteri, a causa del substrato sociale e sindacalista, che si era creato sull'esempio fascista ricalcato fedelmente dal giovane ingenuo José Antonio, si diede toni radicali, anti-clericali, laicistici: socialisteggià e poi, per servile ammirazione netta Germania hitleriana, addirittura nazisteggiò al seguito di Rosenberg. Ma quando la Germania cadde, e con essa il mito razzista, comincio fesautoramento della Falange; e Franco ripiegò sulla Chiesa come su nuovo e più saldo sostegno. Il e Correo CataHan» di Barcellona, organo addirittura con/easionale e tradizionalista del cattolicesimo catalano, in due articoli del suo giovane baldanzoso, e forse inesperto, direttore, addirittura attaccò il regime franchista: parlò di «un regime che dovrebbe essersene andato da un pezzo »: affermò che la adesione data dotta Chiesa Spagnola a Franco e alla Falange era stata di puro carattere tattico; si affermava a favore detta monarchia per il libero gioco dette opinioni; propugnava la giustiria sociale, contro ogni estremismo di destra e di sinistra. Con tali opinioni i circoli cattolici volevano tranquillizzare l'animo del lavoratori ed imporre una battuta di arresto al falangismo, confermando che l'appoggio della Chiesa a Franco era puramente tattico, onde evitare lo spettro della guerra civile. Ma da allora molta acqua è scorsa vorticosamente sotto i ponti detta politica interna spagnola e sotto i minacciosi archt detta situazione internazionale, e la Chiesa non vuole che essi crollino in un novello vortice di sangue. Ezio Bacino

Persone citate: Alfonso Xiji, , José Antonio, Rosenberg, Serrano Butler, Vescovi