IL FANTASMA della guerra civile di Ezio Bacino

IL FANTASMA della guerra civile INCHIESTA IN SPAGNA IL FANTASMA della guerra civile Esso che ha segnato del suo marchio le Sierre, le citta, i palazzi pia celebri, s'aggira ancora nei caffè luminosi, nelle riunioni clandestine ed è decifrabile anche al fondo dello spirito popolare, che ne è terrorizzato (DU 2TOSTBO INVIATO) MADRID, giugno. In Spagna si aggira un fantasma. Vn grande spettro dallo aU nere e impalpabili vaga per lo aveutde, lo ramblas ei[ ptcdmver i pueblo» muti e severi assorti nétta solitudine degli altipiani e détte mesetas di A ragona e di Castiglia; st.aggira nei labirinti delle miniere détte Asturie, come per i cortiJos • gli aranceti solatìi di Andalusia; alita sui piccai e sul passi détta chiusa frontiera del Pirenei, come sullo sierre di Galizia e di Estremadura, rifugi impervi di maquis. Le OH del grande spettro velano la luce spietata del sole, offuscano le notti détte grandi città, sfacciatamente ingioiellate di cottane di luci, coronate di trofei al neon. La scia nera dei Cavalieri dell'Apocalisse è rimasta ancora impressa nétte navate détte chiese gotiche di Barcellona, dove pilastri e volte, nervature e crociere, era nite e calcinate dagli incendi che divamparono dagli altari fatti roghi di una rivolta furente da mistica laica, paiono boschi pietrificati da una antica fiamma. Lievi tracce ormai sono rimaste visibili della cavalcata funesta, e non tali certo da colpire la fantasia di chi ha «issato resperienza e percorso le contrade détta moderna distruzione totalitaria: le città solcate e mutilate dotta folgore, quelle sprofondate di colpo, in un sol erotto, nel sonno détta morte. La recente storia Qui nulla di quel grandioso dramma collettivo Che ha investito l'Europa dei bagliori di un Crepuscolo degli Dei. Qualche erotto nette città dell'Aragona e détta Gattiglia, a Saragozza, a Calatagud, a 81guenza, a Guadalajara, qualche tetto sfondato e qualche muro riverso nel desolati borghi rurali deWaUipiano, dove, tra i selvaggi castelli di rocco fur¬ usetfpsfgddnldsvsrppunllllf [ puree e le rosso disteso desertiche del latifondo, i paesi taciturni e chiusi nei lor cubi di arena rossa paiono nel tramonto ardere di un incendio B quella e l l i o e i a è e i i i o a e , o i a e o i ¬ atolo le facciati dette case, e (ovunque sembri la malattia ri» trista e p* tarda a dilaniare. 81 scovano ancO-a, con und sforzo di attenzione, fori e scheggiature di antichi colpi enche sulle lussuose facciate tei palassi di Catte Alcalà, cono sulle colonne retoriche e ha i florilegi barocchi dette benché e dei grattacieli della Gian Via; sugli archi della Porta di Alcalà, come sulle facciate di granito del Palazzo He, deserto cubo di marmo che iaWaito del ciglio détta Valle 'del Mamanares guarda tt Cuarìel de la Montana, lo Moneloa, la Città Universitaria fi ssValtra riva 41 bosco e il parcO della Casa de Campo, e infise Valtipiano di Costigma ohe affonda neVorissoute. I luoghi e l nomi Che furono a trofie di Madrid. Ma quelle ferite tnferte sugU alteri colonnata deWantica reggia borbonica, quelle cancellate divétte, sanno proprio di guerra ciotte e barricardiera, di rivolta popolare contro Toppressione, i privilegi, le caste di un potere fastoso e reazionario. Cosi quel colpi di fuetto isolati, quelle raffiche che timbrano la. facciata neoclassica détte Cortes, nonché le pareti stesse del Proda, e un po' dovunque si sono .impresse come sigiai di una travagliata storia ciotte su tutte le mara del palassi pubblici di questa capitale centralista, cortigiana, ufficiosa, artificiale direi come nessun'altra, sono ciascuna una lieve ma memorabile impronta lasciata dal nero fantasma della guerra dette. 81 pensi che la piazza pi* antica ed araldica détta vecchia città, la PlaMauor, quadrato chiuso di facciate e di portici secenteschi che fa perno sul monumento equestre da giostra e da torneo di Filippo III, costituiva il palcoscenico ufficiale, oltre che dello feste reo», di altri più sanguinosi esercizi, quo» n paradosso di Unamuno XI popola spagnuola, unitamente atta fierezza e alla crudeltà ha quindi sempre espresso nn particolare genio domestico per la guerra civile: forse perché, come dice Unamuno, é troppo civile per fare la guerra agli altri, e tale necessario esercizio lo sfoga in casa propria, cesi II fantasma detta guerra civile :c si decifra sulle facciate di mattoni rossi, tra I porta» stemma», gU scudi araldici, le torrette gugliate di tutu gli edifici pubblici detta città regale, che dalla Puerta del Sol, nodo strategico détta vita madrileno come di tutte le sue rivolte popolari, si allineano sulla Catte Magar fino al Palazzo Beale: la Gobemation, VAguntamiento, ti Oobterno Civtt, la Capitania General, tutti gli edifici che Ut monarchia castlgliana ha edificato in messo al desorto détte mesetas di Castiglia sol perché era il centro geografico detta Spagna, per dominare di qui, con un potere centraUmzato, tutte le diverse regioni e gli autonomismi détta penisola. Palassi regoli in cui all'antico potere di Absburgo e di Borbone al é sostituita la dittatura franchista; e Vé ohi sostiene che questa, con Usuo potere centralizzato, con la sua amministrazione indifferenziata ed uniforme per tutte le Provincie, non é che rultimo tentativo détta vecchia Castiglia del tcabaUeros> e del «campesinos» di dominare da Madrid tutta la Spagna. * n fantasma é nétto lucerne nere e lucide di téla cerata della Guardia CI vii, che vigila gli ingressi degli edifici pubblici, é nei monumenti equestri dei ; nei nomi dette strade e delle piasse che echeggiano antichi e nuovi pronunciamenti 0 rivolte: finché esso diviene stante i motti asm trascorsi ima qui non vi è stata la guerra mondiale) nei maghi a coivano del Rio Manssmares. LI [dove la città terminai*»* Ica\polinea del tram, Casa do Canopo e Città Universitaria stanno ancora a segnare l'ultimo fronte su cui si coagulò il destino rivoluzionario della Spagna. I grandi edifici rossi détta Città Universitaria si accampano In vista detta Manca reggia, del fiume che sotto vi scorre e degli altipiani che da quelle radici cominciano a lanciare ti loro desolato ondulamento. Per quanto in parte riedificati o aurati, quel colossi incompiuti, con tutte le strutture di cemento evidenti, sono ancora come grandi scheletri abbandonati, pur tra nuove ville lussuose e ridenti giardini, e parlano pur sempre agli spagnoli deWulUma pie lunga e pia sanguinosa guerra civile. L'Europa, che pur molto ne parlò e vi ai appassionò, travolta nel fiume collettivo détta sua storia e détta sua guerra, ha dimenticato questi nomi e questi luoghi. Ma la Spagna, che vive ormai da tempo secondo un modulo e su di un ritmo suo In controtempo con quello dell'Europa, e le generali esperienze storiche europee regolarmente rifuta, non li ha dimenticati. Non sulla strada di Goya Quello, e non la guerra mondiale, é ti suo più immediato e bruciante passato; quei luoghi, quei palassi scheletriti sono ancora fantasmi viventi. Propongono la possibilità di resuscitare in una attuar Htà da cui tutti dlvélgouo gli occhi con raccapriccio, con terrore e con stanchezza. Per questo ti fantasma é decifrabile anche al fondo detto spirito spagnolo, affiora nei loro discorsi e nel loro pensieri segreti; determina le loro reazioni, guiderà forse le loro azioni. ito spettro si aggira cosi nei caffé luminosi, nei circoli, nelle riunioni clandestine, circola nei ragionamenti e nelle deduzioni détte palabras e delle Charles, di cui tutta si intesse la vita politica spagnola, che fanno il substrato laico di tutta la loro azione. Guerra civile? no, basta. Par quasi che gli spagne», fattane una piena e violento esperienza, abbiano paura di sé stessi, del proprio acceso temperamento. Esso ha dato tali prove di dissennata violenza e di sadica crudeltà, che gli spagnoli, conoscendosi ora a fondo, ne sono terrorizzati: e vorrebbero, se fosse possibile, trovare una soluzione al loro problema che scarti questa estrema partito della guerra civile. Non vogliono più percorrere la strada insanguinata di Goya, l'artista che con i suoi quadri e le sue acquefortl, la cTauromachia», i cCapricci», 1 cDisastri della guerra», ha metafisicamente espresso la capricciosa violenza, la fantastica tragicità, l'estremistica violenza, la sadica crudeltà, in una parola il sangue, che sono al fondo dell'anima spagnola. La strada di Goya è quella che conduce atte elimpiezas», le € epurazioni», detta guerra civile di Spagna, e alle stragi détta guerra mondiale. E' quella che ha dalj corpo agli spettri delle chiese arse, alla morte collettiva dei campi di Belsen e di Buchenvoald, al sangue e ai fantasmi delle Posse Ardeatine. Ezio Bacino