CONTRO L'ITALIA

CONTRO L'ITALIA CONTRO L'ITALIA Il Presidente del Consiglio espone in una conferenza stampa l'attesa, le disillusioni, le speranze superstiti del Paese - Si rispetterà il nostro sacrificio di morti e feriti? • De Gasperi lascierà il dicastero degli Esteri 4 ] Roma, 1* lagno. Secondo quanto ci ha fatto sapere l'on. De Gasperi alla conferenza stampa di stasera, l'Italia presento già alla Francia e al giudici di Londra e di Parigi un plano per salvare, anzi annullare, ogni ragione di contesa dica la frontiera del Monoanteto e 0 possesso delle centrali elettriche della vane. Questo pano rappresentava un compromesso, stavolta non voluto dagli uomini ma da Iddio stesso. Non al poteva neppure chiamare compromesso, ma desti, nazione di quella sona alpina a conciliare naturalmente le necessita e gli interessi del due versanti della frontiera. 11 confine «acqueo» La conca del MoncenUto ha spiegato De Gasperi Iti? la Intensa attenzione di ebrea cento giornalisti di alone rumiti in un salone di Palazzo Chigi — è orientata in modo che, una volta trasformata in un bacino Idroelettrico, 1 periodi di massimo afflusso stagionale corrispondono dalla parte francese come! dalla parte italiana con I periodi di màssima necessita. In altri termini, una volta entrati nell'ordine di idee di al di sopra della mischia la proprietà brutale della conca mediante la composltlone paritetica di una società francoItaliana, non esisteva contesa in rapporto alle «magre» e alle «piene» e al relativi deflussi di acque. Dana parte francese al rebbero aperte le cateratte quando dalla parte Italiana era possibile tenerle chiuse. Inoltre: una volta creato il bacino idroelettrico del Mancernalo, al seppelliva sotto le acque proprio quel conline terrestre che adesso è materia di livori e di Umori. L'ingegneria Italiana e lagnano d'opera specializzata avrebbero avuto uno straordinario campo di applicazione e di colla borazlone con quella francese. SI sarebbe ricominciata fraternamente l'opera di ricostruzione del due Pacai provati dalla guerra nello spirito di un'Intesa degna del nd| re avvenire. Cw non al è luto — ha detto De Gasperi. Si sono sottratte all'economi* Italiana le forze elettriche (circa trecento mimmi di nilowattora ammi) bill alla marcia delle Industrie settentrionali. Sebbene la sentenza non aia ancora Irrevocabile, se ne possono già misurare le guenze in rapporto ai mi sociali ed umani discendono. Cosa sperare? Tuttavia — ed è stata la seconda delle sue affermazioni degne di nota — sappiamo che la procedura non è esaurita e che le decisioni assunte al Lussemburgo possono modificarsi. Ha in forza di quali influenze? In forza di quali «revlrements» sarà possane, per esemplo, non considerare 11 problema di Trieste e del suo retroterra sempre più ingarbugliato e oscuro mentre passa dal Quattro de) Lussemburgo ai ventuno dette Nazioni vincitrici o addirittura all'esame del sinedrio solenne e babilonico dell'ONU? Le dichiarazioni di De Gasperi a proposito detta frontiera orientale non promettono, pur nella loro indeterminatezza, nulla di buono. Praticamente il rispetto detta «Unea etnica» nel risolvere la questione è caduto. Al Lussemburgo non si è tenuto alcun conto nè 'detta nostra «resistenza» e del settantamila italiani caduti nella lotta, nè del peso positivo delle prestazioni e del prezioso concorso detta nostra marma, del. l'esercito e dell'aviazione. Annullato l'apporto alla guerra comune contro gli Invasori tedeschi, sono diventate nulle anche le buone prò-, spettive apertesi alle nostre speranze durante 11 viaggio di De Gasperi a Londra e, ultimamente, a Parigi. In questi due viaggi, a quanto è lecito credere, si prospettò al nostro Ministro degli Esteri, anche come esponente di un partito fratello del M.R.P. di Bldault, un trattamento non punitivo. Si trattava di cssumere come base inamovìbile delle discussioni la Unea etnica, cioè la Unea Wilson. In prosieguo di tempo le linee etniche sono diventate quattro, tra le quali quella russa, proposta da Molotov, includerebbe 585 mila italiani nel confini jugoslavi, contro 11 mila alavi destinati a rimanere nei nostri. Questa linea russa, detta quale il De Gasperi ha parlato, per passare oltre mezzo milioni di Italiani nel confini detta repnbbUcm federativa di' Tito, Implica un arretramento del nostro confine all'Isonzo. Eventualità, assai più vicina al vero di quanto non si possa credere, se il criterio di dissezionare sul tavolo anatomico del Quattro grandi il nostro Paese prevarrà. Nessun parieggiamento Pur di mantenersi In una Unea di insospettabile obbiettività — ha detto De Gasperi — l'Italia ha meritato le rampogne dette due parti. I russi ci hanno rimproverato, almeno quanto gU anglosassoni, di parteggiare per l'uno o per l'altro del protagonisti dell'attuale lotta mondiale per il primato diplomatico. Effettivamente ITtaUa non ha parteggiato nè per un blocco nè per l'altro ed ha adoperato tutti 1 mezzi possibili di conciliazione con le Potenze exnemiche. Non ha ottenuto un gran risultato. La pace punitiva le viene inflitta contro ogni diritto e giustizia. Tuttavia — ha sottolineato U presidente — specialmente per la questione di Trieste, che è sentita acutamente da ogni classe del popolo italiano, una decisione non accettabile susciterebbe reazioni pericolosissime. Possiamo sperare ancora In una possibilità di appetto? De Gasperi non lo ha negato ma ha detto che qualunque Ministro degli Esteri dopo di lui non potrebbe che seguire per Trieste e per 1 confini 1 sentimenti detta collettività. Probabilmente, egU ha annunciato, non potrà ricusare fl peso del potere del nuovo Governo e dovrà lasciare al suo successore agU Esteri il gravoso problema del nostri confini. E* stata questa la terza notizia interessante detta conferenza eoe era principalmente rivolta ai colleghi anglosassoni perchè ai facciano interpreti presso le pubbliche opinloni dei loro paesi della tragica situazione Italiana; tragica anche se esposta in un salone rinascimento di palazzo Chigi con parola guardinga e pacata.

Persone citate: De Gasperi, Molotov