I dubbi dell'amnistia

I dubbi dell'amnistia I dubbi dell'amnistia Interpretazione dell'art 3 - L'esclusione dei grandi ri politici dui benefìcio - / casi celebri: ia Veder ioni a Graziani (Nostra Intervista con Barflnguer) i a o Roma, 26 giugno. Nella sala del passi perduti di Montecitorio abbiamo incontrato l'on. Berlinguer, al abbiamo chiesto alcuni nenti sui cani contemplati dalla recente amnistia. — Pretendi un codicillo ad clbetoemtdeflaun'altra mia intervisto pubblicai* dapo4a lettura -deli .crete di amnistia? f'"ito insistito;■'•«« cechjtasravted ha soggiunto — Io non aorte certamente interprete autorizzato delle disposizioni del decreto. Non avrel altro titolo che quello di avere per primo affermato alla Consulta e sulla stampa la necessità di una larga amnistia. Cosi l'intervista si è aperta, ed ho chiesto: — Come credi che debba interpretarsi l'art. 8 che esclude dal beneficio, non solo coloro che devono rispondere anche di omicidi, saccheggi, sevizie particolarmente efferate o delitti commessi per lucro, ma anche le « persone rivestite di elevate posizioni di direzione civile o politica o di comandi militari? ». L'esercizio Mia carica — Pur tenendo conto della difficoltà tecnica di limitare il provvedimento'entro una afera che escludesse casi di eccezionale gravità, è certo che la formula adottata è molto approssimativa e determinerà interpretazioni disparate. Ed è soprattutto eterodosso condizionare l'amnistia, che dovrebbe essere automaticamente operativa ad un apprezzamento di merito devoluto, caso per caso, ai giudici. Per mio teladdnmnspcecltepcdnsdglldeist conto penso che non sia tanto l'alta carica rivestita che debba costituire il criterio per la esclusione dal beneficio, quanto l'esercizio effettivo di essa; o che si debba considerare la elevata funzione direttiva come una stanziare che consentisse la più alta autonomia, di flazione politica, civile o-ói co- t" — E^^6tiffl''htTénT^ne do- e i l e to à è te o o li carsi questi criteri nei caal più rJam.pr,«rt. Per esemplo per Federarmi, Rosselli, Bottai. Acerbo, Grandi? Essi sono esclusi dalla amnistia, perchè responsabili di altri delitti, quelli previsti dall'art. 2 sulle sanzioni, che non è compreso nel provvedimento. E l'cOvra» e il Tribunale Speciale? — Dovrebbero restare esellisi pochissimi dirigenti; per quanto riguarda l'« Ovra », coloro che percepirono larghi emolumenti e, doè, operarono come dice il decreto a une di lucro, naturalmente lucro notevole, che costituisse lo scopo prevalente della loro attività criminosa. — E Anfuso? — Anfuso era ambasciatore dd Governo di Salò a Berlina cioè presso i nemici tedeschi; la funzione mi sembra direttiva e altissima. E poi egli deve anche rispondere del l'omicidio Rosselli e del delitti connessi a questo episodio. — E Su vien e Jacomoni? — Tu sai che io chiesi per esd 15 anni e l'Alta Corte ne inflisse 24. n mio parere è questo: Suvich era un Sottosegretario di Stato e, perdo, con funzioni subordinate, anche se elevate. Jacomoni era, è vero, Luogotenente generale in Albania, ma lo sostengo che di fatto non fosse che un funzionario controllato dal Ministero degli Esteri. Penso che potrebbe sanerà incluso nella amnistia. — E Bramflfcarte? delitti gli orso in gravissime rapprele culminate in ómlcunl, fi che escluderebbe l'applicazione dell' amnistia. Altrettanto si può prevedere per i collaborazionisti che concorsero nelle crudeli torture e nelle stragi, canne la «Pantera nera», 1 principali cooperatori delle imprese della banda Koch e di quella Bardi-Pollastrino. lina telefonala bestiale — E Graziani — Graziani è certamente un capo militare e un capo politico; era fl comandarne dell'esercito repubblichino e ministro delle forze annate di Sdò; non ritengo Che da anche imputato come correspon¬ sabile di massacri- Ricordo un episodio che può essere rivelato ora che f istruttoria è definita: quello di una aua Iraconda telefonata a un comando dipendente in cui egli urlava che bisognava colpire anche i civili senza pietà e soggiungeva: «Ho fatto aumentare lo stipendio si miei nfflclali». Credi che sarebbe giusto adeguare la giustizia severa del primo periodo con quella più mite che più tardi è stata esercitata contro altri imputati? — Certamente. Durante il primo periodo così increscioso er me, il fermento della pubblica opinione, che culmino nd linciaggio di Caretta, doveva essere placato, perchè non trascendesse in rappresaglie di folle irresponssbul, che avrebbero travolto tanti Innocenti: e d dovevano incoraggiare i partigiani e impressionare i traditori dd Nord per arginare le loro rappresaglie. Ma queste esigenze sono cassate con la fine della guerra e, se non esiste rimedio procedurale per garantire una parità di trattamento, una larga interpretazione del decreto di amnistia e la concessione delle numerose grazie che Togliatti va proponendo saranno sufficienti per rispondere a questa eri genza. — Sicché tu pensi che d avrà una vasta applicazione. — Credo che i tre quarti almeno dei cari dd delitti politici vi potranno essere inclusi. — Che ne pensi. In conclusione, del provvedimento? E' un esemplo mirabile della sensibilità patriottica dd Governo. A parte le molte imperfezioni tecniche, esso vale a garantire la pacificazione del Paese nel nuovo clima repubblicano. Ed è la prima volta che un Paese uscito da una lunga schiavitù e da guerra tremenda compie un gesto cosi pronto e nobile, segno di generosità e di forza. — Generosità» Taluno osservato che d dovrebbe parlare. Invece, di un ripristino della uguaglianza trai cittadini. — Eguaglianza aotto il profilo delle sanzioni penali, sì; ma il popolo non può subito riconoscere una equiparazione morale fra un collaborazionista amnistiato e un partigiano e-t roico, tra un giudice e unni vittima del "Tribunale Speda-) le. Soltanto quando i respon-; sabili del passato mostreranno di adattarsi interamente ali nuovo clima democratica an-1 che questa eguaglianza morale potrà dirsi raggiunta. V. Statura | oCChscvSnRInctstttctdsmndcidfss£d

Luoghi citati: Albania, Berlina, Roma, Salò