POLITICA FOLLE

POLITICA FOLLE I r a p p o r ti di Grandi POLITICA FOLLE Far panni all'Inghilterra - "Lo spettro di un'intesa italo-germanico-nipponica „ - L'Asse e la guerra civile in Spagna a uti ainba le he a ma to el el he un ed ova I rapporti deU'ambasdator* Grandi a Mussolini non fOlo cono ana manifestarlo™» di servilismo, ma anche repressione di una menlaUta politica che non si distingue affatto dalla briU* megalomane del sno capo. Continuiamo a stralciare i brani piti... eloquenti. Londra, 6 fior. 1838. iI\nis«£3 politica britannica deiPanno 1938 ha «muto come di- QÀr*tth>ariaiMmiB*la . [struggere l'intesa italo-france\se stabBUa fra a Duce e Lavai nel gennaio 1935. IO politica britannica del 1937 mostra segni di una volontà diretta a dividere rifalla dotta Germa-, «io-. Molti inglesi si fanno an- ! cara dette inastimi che la que-1 «None austriaca possa risorge- j re improvvisamente a separa-1 re i due paesi fascisti. Ma se i il'Italia e la Germania mostre- ; CIranno all'Inghilterra sempe pifu p\di costituire un blocco compat-\ sno, sema incrinature, eenea an-cgali morti, senza tentazioni di-t f—bistruttore a proprio vantaggio le difficolti dell'altro, decisi a seguire una direttrice comune e presentare un fronte comune alle altre potenze, la polir Oca britannica sarà costretta 0 venire a patti con Soma e i , ! mantenersi praticamente invi1 fa~, » prabtema dei rapporti j °"fl,I?7.faM<,"t * diventato per 1 l'Inghilterra un problema ono «5K, • °^fr°, raMK'rtì iyIo-tedeschi. La Germania è la ni che Soma e Berlino detteranno a Londra per garantire e mantenere in Europa e nel mondo quella pace che sola permette air Impero Britannico di nemica del nord e ritolta è la nemica del sud— Questa gente fa uno sforzo marcatamente visibile per mostrare di supeil rancore detta sconfitta patita e di accettare i vantaggi concreti di «n'intesa con l'Italia, Intesa la quale non potrà peraltro essere basata se dRnscgtrsqdLcrppptnmznon su un piano di provvisorie^ta storica. B- ingomma Formi- *stizio, non la pace-. Tanto più d'^^Italia no all'Inghilterra di essere unite, tanto pia l'Inghilterra sarà costretta a venire a patti coi due grandi Popoli Fascisti— I Protocolli firmati con Hitler debbono considerarsi effettivamente come la nuova grande leva che U Duco ha metto so» to questa vecchia, scriosAMo**, te Europa». Sànov. mo¬ dfidamfvqtteLo spettro diunlntesai^aJo-iqgermanico-nipponica, necessa-]da o riamente e ■fatalmente aiiNbritannica, e presente nello spirito inglese, come una possibilità concreta, e come il pericolo più grave che abbia mai minacciato nel corso détta sua storia rImpero Brtannico. La Germania nel Mare del Nord. VltaVa nel Mediterraneo. Il Giappone neWEstremo Oriente. I tre punti e i tre gangli vite» dell'Impero contemporaneamente minacciati dal tre stati Che sono i più giovani, l più agguerriti, l più armati e i più freddamente determinati a espandere la propria potenza— ». Aggiunge che. ha trovato giusta con- [vsiderare Inopportuno e intempesti txi di fare qualsiasi riferimento, nel comunicato detta riunione del Gran Consiglio, alla quale egli aveva preso parte, al miglioramento del rapporti italo-britannici. «Questo miglioramento c'è e ci sarà, ma sari tanto più effettivo quanto meno daremo l'impressione agli inglesi di correre loro dietro. Il fatto che U Gran Consiglio abbia perfino evitato di registrare t migliorati rapporti Malo-britannici ha qui determinato, i vero, una eerta delusione ma questo senso di delusione io lo giudico assolutamente giovevole ai nostri fini, perché ha dato ancora una voltò agli inglesi la sensazione netta che essi debbono fare molta strada se intendono veramente giungere a un chiarimento definitivo dei rapporti Ualo-britannici ». o a o n go one o ti e o ao to no al to, ia e ri i n di a ee a a a nrili onno oeri- a n er lstrssiMInpsdssguzaGhgccGgsColloquio eoa Wbbcutrop 9 giugno 1937. Quello che a ssa isferessa — ho detto a Ribbentrop — è che razione diplomatica tedesca e razione diplomatica italiana nel confronti deW Inghilterra, e particolarmente sul terreno detta comune azione in Ispagna, non lascino sussistere nell'opininone pubblica britannica debbi di sorta. Ribbentrop mi ha risposto che condivideva le mie considerazioni-, e ha continuato parlando con inusitato calore dell'Asso Roma-Berlino e dei reciproci vantaggi di una politica comune. Non ho mancato di esprimere a Ribbentrop la mia soddisfazione per queste sue dichiarazioni, e ho cercato di rafforzare con molti ovvii argomenti l'evidenza di un fatto non meno ovvio, e cioè che a parte qualsiasi decisione che l nostri due governi abbiano preso o si ripromettono di prendere circa la loro comune azione In Ispagna, occorre dare agli inglesi Yimpressione netta che l'Asse RomaBerlino è saldo, efficiente e non presenta in nessuna direzione incrinatura di sorta, e Questo — ho aggiunto — é runico messo perche Berlino e Roma ottengano sicuramente da Londra quello che Londra mostra apparentemente di essere sposta di concedere a Berlino o a Roma separatamente sul terreno detta politica generalo, ma che Mi fatto l'Inghilterra non darà sino a tanto che essa crederà di poter colUvt&^cni iio io ntta ua à ne o¬ edi ta la speranza di dividere o almeno indebolire la solidarietà tra i due regimi fascista e nazista». Questa che segue 2 una lettera Indirizzato al Ministro degli Esteri: 7 giugno 1B37-XV. Caro Galeazzo, Nel eorso dell'ultimo colloquio avuto con Ribbentrop prima della sua partenza per Berlino, e sul quale ho riferito con i miei telegrammi N. 430, N. 421 e N. 432, Ribbentrop ha insistito più volte per farmi presente la necessità che Germania e Italia condizionassero il loro ritorno al Comitato di non-intervento no» solo all'accettazione di una serie di garanzie simili a quelle contenute nel primo progetto tedesco di cui al mio telegramma H. 430. anche all'accettazione da parte del Comitato di «na procedura di garanzia mediante la quale fosse per Vawenire reso impossibile alla stampa internazionale, e particolarmente a quella britannica, di utilizzare razione russa e francese nell ; Comitato come strumenta di u propaganda a favore del rossi \ spagnoli e allo scopo di distorcere la verità come si è «eri-t ficaio — ha detto Ribbentrop — in occasione del preteso bombardamento di Guerulca e da parte di apparecchi tedeschi. Ribbentrop ha continuato esponendomi parecchi progetti, assai complicati, i quali dovrebseeondo lui, immobiHzza- cato, e mi ha detto di averne già parlato con Eden sessa tuttavia ottenere se non una risposta vaga Che non lo aveva soddisfatto. Bgh desiderava quindi concertarsi con me sul da farsi. L'abilità di farsi odiare Ho risposto a Ribbentrop facendogli anzitutto cortesemente rilevare che in materia di campagna ostile quella limitata a pochi giornali 9 durante complessivamente 3 o 4 storiti rotativa et pretesi fatti di Guernica, non poteva essere certamente paragonata per tendenziosità e diffamazione a quella ^^0, ver più di un mese con- *T° «««Ha Inseguito agli tue*denti di Gnadalajara. Ho con^^e%per^ulenStebd^ à i I r e » *, de con lui sulla necessità di fare qualche cosa per impedire il ripetersi di quanto è accaduto, dentro e soprattutto fuori a Comitato di non-intervento, ma gli ho anche francamente fatto, osservare che consideravo con un certo scetticismo qualsiasi risoluzione o progetto che potesse essere presentato e votato nel Comitato a -iquesto scopo. Sino a Che to-]deschi e italiani hanno dato o à ù a a e o , e - [vanirsi a o a e i ò lai l'Impressione netta il muoversi ed agire secondo una direttiva comune, inglesi, francesi e russi non hanno osato spingersi oltre i limiti di una polemica sopportabile. Ma quando — ed i precisamente dotta metà di Marno che cid si è verificato — Inglesi, francesi e Russi hanno creduto di poter trarre Improvvisamente la conclusione, sulla base di presunte dicMa- ' razioni di Uomini responsabili detta politica tedesca e di una serte di elementi diversi, che una differenza estete tra Berlino e Roma tutta condotta da confronti detta guerra dotte spagnola, allora si sono visti improvvisamente tatti i sostenitori dei rossi spagnoli in Inghilterra passare a un tratto da oppositori del nazismo ovali sono sempre stati a ditirambici incensatori detta Germania nazista. Essi non hanno del resto nascosto la ragione di questa conversazione che hanno giustificato pubblicamente cotta rmgkme che la Germania, a differenza deUItalia, voleva ri tirar ai dalla Spagna. Gran parte degli odi- contro l'Italia — ho continuato — si sono naturalmente trasformati in altrettante simpatia per la Germania. Mi rendo perfettamente conto — ho detto a Ribbentrop — che era difficile per la Germania di resistere a questa ondato improvvisa di simpatie, e forse difficile di respingere questi cast ver (iti al Nazismo anche se in gran parte questa conversione altro non era fatta, ripeto, so non In odio per ritolta. Ma i certo — ho continuato — cfee'ii pia grande incoraggiamento al Sussi, Francesi e Inglesi Otta loro propaganda in favore dei rossi spagnoli, particolarmente dalla metà di marzo aii oggi, è stata data dotta circostanza che Pastone diptostattoa tedesca ha fasciato credere {nessuna smentito è mei giunta da Berlino he diretta né indiretta) atte interpretazioni che si sono date in Inghilterra setta volontà detta Germania di ritirarsi dotta Spagna. € U saldezza dell'Asse» L'unico modo, ha concluso, per raddrizzar la situazione nel Comitato e fuori, non è quindi votare degli ordini del giorno o stillare progetti o risoluzioni, bensì che Germania e Italia tt> «omino a svolgere Jiel Comitato e sopratutto nell'ambiente politico britannico quell'adone comune, nei confronti detta politica spagnola, che é stata la ragione effettiva dei successi che l'Italia e Germania hanno sempre registrato dall'inizio detta questione spagnola fino a qualche tempo fa. L'obbiettivo evidente dell'Inghilterra é quello di compromettere o quanto meno indebolire l'Asse Roma-Berlino, e la situazione spagnola dovrebbe fornire per gU Inglesi in questo momento, la leva diretta a raggiungere questo obbiettivo. Londra * piena — ho detto — di ogni sorta di voci, d'informazioni, p — e e a , o ala i e no o a np erti di è oni oo csan e o stna o ul o, a s^fftXgiUfei estoni, ,Vn.y apmTIm aàor- ea ». to oier o 0, a mi rro di cae di 0. a oa o ra e ell personaggi tedeschi avrebbero detto agli Inglesi durante questi ultimi mesi e particolarmente durante le festa dcWlncoronazione, ebrea offerte tedesche all'Inghilterra, giudizi tedeschi sull'Italia e sopratutto sull'azione italiana In Spagna ecc. ™™ Io non ho — ho continuato — raccolto nessuna di queste voci in quanto che lo considero tutte coma dettate da un solo desiderio e da un solo obbiettivo britannico: quello di dividere 1 ritolta dotta Germania e 10 Germania dàWItaUo. Non dobbiamo fare però il gioco degli Inglesi. Occorre pertanto, a mio avviso, che «iy««i«™» diplomatica di fronte a Londra, Germania e Italia agiscano con la maggior solidarietà possibile. / traffici fatti di Palma e Ibiza e la metto del Maresciallo Blomberg a Roma sono piSMti to questi giorni come un corretttoo prezioso in quanto che stabilirà di fronte agli In- gtest, e in sui modo inequivocabile, la saldezza dell'* Asse Roma-Berlino». f.to GRANDI.