Da Mezzoiuso a Villarbasse

Da Mezzoiuso a Villarbasse CRONACA CITTADINA Da Mezzoiuso a Villarbasse Il paese natale degli a»sassini - Aria di miseria nera - Fuleo inizia la sua carriera rapinando il padrone - D'Ignoti il "gagà, siciliano - I viaggi di La Barbera ed i suoi trattici - La bieca ombra di Pietro Loia Mezzoiuso. Fino a pochi giorni fa nessuno, in Piemonte, sapeva che esistesse. Fa l'arresto degli assassini di Villarbasse a rivelarlo. Il nostro corrispondente da Palermo vi al è recato e ci telegrafa ora Queste sue interessanti impressioni. Palermo. 1 aprile. In traesti ultimi tempi quel che e accaduto a Mezzoiuso, paesino di 4000 anime rientra nel limiti d'una risonanza, diclamo cosi, locale, paesana: qualche omicidio per vendetta o per seiosta. Per il resto, un quotidiano lavoro bestiale e la miseria, che a notte sembra più cupa e desolata, quando Ut «ente si chiude nelle case buie. ■ Da quattro di queste povere case sono usciti un giorno, a percorrere le vie della penisola, 1 quattro ribaldi che si sono macchiati le mani a l'anima del sangue delle vittime di villarbasse, costringendo brutalmente U paese natio ad uscire, dopo tanto tempo, dalla dimenticanza e a presentarsi alla ribalta di una trista notorietà. Il «boia n. 9. è chiamato lassa 11 trentatreenne Giovanni Paleo. Egli non ha voluto essereuda meno del padre morto. Salvatore. U quale 1 mezzolusanl chiamavano «Clnlsaru». ad Indicare le sue origini da Cinisi. al¬ tro villaggio detta provincia di Pa termo, o anche ■ vastasu » ad indicare li vaissimo mestiere, che egli esercitava, di servitore dt tutti Non dunque • Mastro Salvatore • o «Su' Pulso» (signor Puleo) ma •Clnlsaru» o «Vastasu». parola quest'ultima che ha anche il più Tasto significato di zotico villano maleducato. La più squallida impersonalità, uno e nessuno. Gli si poteva volendo, allungare un calcio, come un cane rognoso. Da Cinlsl venne dunque II Puleo a Mezzoiuso. con la moglie Filomena Maiolica, che attualmente, dopo aver fatto parlare di tè a Mezzoiuso dova creo 11 suo capolavoro, il figlio Giovanni, se ne parti per l'altro mondo. L'arresto ti Paleo Ancor ragazzo Giovanni scese i Palermo a farri 11 calzolaio, lasciando a, Mezzoiuso una zia che ci rive ancora, povera vecchia, tormentata dal bisogno e adesso anche dal raccapriccio dell'infamia commessa dal nipote a Torino. La prima conoscenza del bota num. 9 col carabinieri data dal reti. Sono le primissime ore del mattino: è buio e freddo e da Mezzoiuso scende alla stazione un certo Giovanni Gattaia, esattamente 11 padrone detta calzoleria palermitana dove Giovanni Paleo lavora da tempo. Nell'aria cristallina e gelida risuona ad un tratto un «alt! • secco ed asciutto. Viene Impartito un ordine perentorio, quella di consegnare il denaro, pena la vita. Giovanni La Gattaia svita la sua gamba di legno, ri prende qualcosa come 71 mila lire e le consegua. Un'ombra scompare rapidamente tra 1 filari di fichidindia. La rapina 6 denunziata. Giovanni Puleo è arrestato. Gli indizi sono certi; una buona fraocata di legnate ed il mascalzone contesserebbe, ma Improvvisamente, dietro Insistenze ddlo stesso rapinato, il quale doveva avere 1 suol motivi per agire corno agi. Giovanni Paleo è rUose lato. Egli pensa che è tempo ormai di guadagnarsi la vita un po' diversamente di come ha fatto fino adesso La febbre del guadagno rapido e sicuro prende anche lai. Manca dt tutto; bisogna provvedere a tutto. Diventa allora la tipica figura di • intrallazzista • come quaggiù è chiamato U borsanerista. E viaggia, scorrazza da un capo all'altro dell'Isola, da una ditta all'altra del continente, acquistando e vendendo di tutto a tulli, si aggrappa a questa ed quella autocorriera, copre distante anche a piedi, sempre sporco, sudalo "ed arruffato, sempre carico di pacchi e di fagotti, ma col portafogli pieno, anche gonfio, di biglietti da mille. Ogni tanto fa una apparizione a Mezzoiuso, a visitarvi io vecchia zia. alla quale elemosina qualche biglietto da cento ed a Mezzoiuso, beninteso, arriva rifatto: vestitino nuovo, cravattlna manosa, scarpette scrocchiami e. non più il berretto, ma un bel cappello. Rifatto, sorridente e fresco. Che crepino d'invidia 1 mezzolusanl. I mezzolusanl non crepano d'invidia, ma attendono; non sanno esattamente che cosa, ma attendono. Finché arriva un certo pomeriggio, sulla piuttosto animata piazzetta del paese, il maresciallo che passeggia in lungo e In largo. Ad un tratto accetterà, a ~ un fera note Giovanni Paleo che dopo a misfatto di Villarbasse è apparso a Mezzoiuso. sempre con la catenina d'oro al selso ed anelli alto dita, ma non più sorridente e tresco si ferma, senza sangue nelle vene, guarda avanti, a destra, a sinistra, poi si volte Indietro, n maresciallo stria-] geenna pistola nella tasca. Natta da fare. Un padre angosciato L'altro assassino ora. Questo porla nel suo cognome la stia tara di ignoti. Non c'è cosa peggiore in Sicilia del nascere bastardo. «O mulo» ò chiamato il bastardo, con un tono spregiativo della voce che annichila. Ma bastardo è il padre del D'Ignoti, Antonino. Comunque, salro it fatto che nessuno, e meno di tutti 1 mezzolusanl, può certamente imputargli di aver trasmesso al figlio sangue impuro, mastro Antonino s'è (alto rispettare a Mezzoiuso, come può farsi rispettare un povero bracciante. Ora per colpa di uno svergognato U vituperio è caduto sulla sua casa, cioè sulla sua tana. E' rimasto solo e chiusa e la tana, dopo la partenza del nipotino, della moglie e della nuora, chiamati Torino in seguito al fattacela U vecchio cerea pace Inutilmente, errando per la campagna. Onesto lui. onesta anche la moglie. Nunzia Mandala, una casalinga che, come dicono i mezzoinsari. ha tempro cercato di fare del soldo una lira. SI sposa costui, un giorno, e invece di chiudersi nel cerchio rigido del dovere e detta famiglia dà ad intendere dt fare il bracciante, come il padre, ma te effetti ozia per le vie del paese. Gli è molto più facile di apprendere in Piemonte dorante la guerra ad ammazzare, and a massacrai Quando la guerra finisce compare saltuariamente a Mezzoiuso, anche dopo II misfatto di Villarbasse ed paesani che Io vedono ben ealzato e ben vestito, con dondolini catenine ed orologino al poi guardano commentano e. coi hanno fatto per U Puleo. attendono di vedere come andrà a finire tutta questa storia ebe non convince. Anche la moglie non e molto convinta. Un giorno costei intercetta una lettela diretta al marito e scopre che questi tresca a Torino con una donna. Per questo. U mascalzone non vuole più saperne di tornare a stabilirsi a Uezzolnso! Son lacrime prima, poi volano parolacce. Ma It D'Ignoti le lappa la bocca con una manciata di denaro; Incanta il fratello col racconto ddle meraviglie che ri vedono nel settentrione. 10 induce a vendere tre o quattro pecore e via con lui a Torino. Ottante cose si faranno eoi denaro ricavato da quelle pecorel Ma l'ingannato fratello rientra ben presto a Mezzoiuso più povero che mal. 11 tempo passa fioche 1 mezrolnsari apprendono che Giovanni D'Ignoti, finora Incensurato, a caduto nelle mani della Giustizia, accusato dt un orrendo massacro, e la smettono di attendere, paghi di sapere a qua! prezzo U loro paesano si pagava le scarpe nuove. 1 vestiti betti ed 1 ciondoli d'oro. . Verrebbero linciati Ss Giovanni Puleo e Giovanni D'Ignoti escono da due famiglie ebe conoscono 1 morsi della fame e te ferite detta miseria, 11 ventisettenne Francesco La Barrerà proviene da un ambiente un po' diverso. Prima detta guerra il padre taceva 11 mediatore nel commercio di foraggi e cereali. Con l'ammasso del cereali cessano 1 guadagni e n vecchio al dà ai lavori agricoli, aiutato dalla buona moglie. Antonietta Bi GrlgolL Insomma il pane non manca in casa s poi c'è Giuseppe. 11 figlio maggiore, che si dà da fare col tuo carretto andando di qua e di te e portando a casa quel tanto che é necessario per a lutare la barca. Una figlia vive da otto anni a Torino, sposata a quell'Antonino Tocchettl. pure arrestato e non st dimentica del suoi vecchi. Cessata la guerra o venuta fuori la mola pianta dell'. Intrallazzo >. entra te scena Francesco. C'è da cavar denaro, intrallazzando cereali. Francesco va e viene da Palermo; le cose gli tanno bene, si sposa a Campofelice di Pttalle e vi si stabilisce. Per • Intrallazzare ». Palermo non gli basta più; varca Io rimilo, si aggira nd meridione, diventa pia audace. si spinge al nord. Ma a Torino si rovina. E' capitato netta compagnia capitanata dal Pietro tal a-Sa por ito* .questa malacarne d'un I-ala », come dice donna Peppina, la padrona del coslddto albergo di Mezzoiuso. Che il Puleo e U Lai a abbiano trascinato 11 D'ignoti e il La Barbera lo credono tutti a Mezzoiuso e tutti sono Indignali e vergognosi del massacro perpetrato a Villarbasse. Se capitassero in paese. U Late ed 11 Paleo, ma anche U D'Ignoti e U La Barbera, verrebbero linciati Forse, dalla stessa vecchia marna, che. tace ora, delusa, stanca e decimila, ebe si sente In qualche modo disonorata. Faceva le sue cose eoa Ss certo qusl pigilo romantico e cavalleresco, la vecchia mania, oatoUno Lupts non è mai stato estratto come Io sono ora 1 quattro carnefici di Villar- Sono stanco dt sentire donna Pepplna e tutti gli altri, che vanno e vengono nello stanzone del suo cosiddetto albergo. Salgo a dormile ma non mi riesce di prendere sonno; non mi riesce di togliermi dagli occhi la vistone di un volto, n volto di una Sicilia estenuata e dolorante, nascosto dietro l'Ili usoria felicita che emano dal profumo degli aranci e del mandorli te fiore e dall'azzurro del dolo a dd ■INO B0N8ANCUE