Trasformismo all'estero

Trasformismo all'estero Trasformismo all'estero Proprio nei giorni in canoi lanciavamo l'appello contenuto nel nostro ultimo artìcolo per un governo stabile, aenea cui — dicevano — una gravissima crisi politica si riaprirà a Irreve scadenza, un' analoga diagnose un analogo appetta app^ rivjino sopra un statore vsrfe rinata francese: «Mai le <llvtoauni (to'PVarida) sono state cosi profonda.da nn mese il processo di disdiventa ogni giorno più dtfflAttore si impone la dfl>tatara; oggi oneste di inevitabilmente l'atroce aspetto deBo Stato totalitario... L'avvenne detta Fran da è nette mani di alcuni ca pl-parttto ». Parole che mi nannefatto tornare in mente famosa apostrofe del so-dalista Marcel Sembat sisuoi collegni parlamentari della Terza RepUbbncar FoUea la pake, amon fotte» un rei. Di fronte a una simile situazione, è scoraggiante sentirsi rispondere — come ci ha risposto VAvanti! milanese del 7 corrente — che le nostre non sono altro che «le raccomandazioni, registrate su al-tro tono, del 1920»! Sicuro che sono le stesse, perchè il pericolo i il medesimo; e alla nostra precisa disamina di una situazione inestrica» bile, se non la si affronti in pieno e ai provveda in con' seguenza; ed agli esempi storici addotti — dalla Germania di Weimar alla Francia alla Spagna — ohe fanno fremere, perchè significano milioni di morti e la decadenza irrimediabile dell' Europa e della sua civiltà, nessuna confutazione, i sana diversa proposta costruttiva, ma sempttcemex la stolta ànahuàrione ohe Stato, il governo del endbuon funzionamento noi ci preoccupiamo, parche 1 se ne piò fare a meno* è loStato stesso che permisi l'avvento di Mussolini: mentre è precisamente per evitare H pericolo JnownhBnto di uno Stato mussoUniano(di destra o di sinistra) che abbiamo lanciato nel 1921, o* ripetiamo ora, fi nostro grido di allarme! Traemmo i ciechi e gli incoscienti al loro 'destino (che purtroppo però sarà, ancora una volta, anche il nostro), e discutiamo coi pochissimi che dimostrano di avvertire il pericolo: nella speranza che diventino lenone. Già abbiamo visto che u governo parlamentare puro, per avere un minimo indispensabile di stabilità, sembra esìgere —*- sin nelle forme deteriori in si realizzò sul Obnifii europeo: spezzettamento e disorganicità dd partiti gravato prima dal saffi universale, e ora dalla pensionale '— un «trasformismo » che corregga IT vitabiSe partito, dandogli ona certacoesione, efficienza e capacità governativa. Ora, - il li ssfoi niismo fa nn fenomeno incarnente, esclusivamente, 1. ai concretò da noi to clima storico i naie: è fuori di questo ( si affini al nostro, si possono pertanto i confronti utili,_ pahnente la Spagna, In Ispagna, dopo la gran-de parentesi delle guerre cariaste e repubblicane e degù* alternativi colpi di stato; parentesi apertasi alla morte di Ferdinando VII nel 1831 e chinaasj con la staurazione di Alfonso Zìi nel 1874, si ebbe un " periodo di relativa tri Età e benessere, a fisionomia politica generale abbastanza simile a quella italiana. Durante' il regno di Alfonso XII, la Maria Cristina e parte del regno di Vnr, ai alternarono al re uomini di governo li, di destra e di conservatori e Sagasta i Silvela i Ganovas del CastiUo i Maura i Canale jas — organizzatori e dominatori anch' essi, come i migliori italiani, di forze por Utico-parlamentari non trop-no autonome, costruttive- edifferenziate, che solo nella persona, e sotto Sa dirolione di quei capi pervennero a una certa capacità di governo. A nn indebolirai di questa capacità «demiurgica» delle èTUes, mediatrice e snperatrice dei parlili; e a un coseomitante errore della Coron rispose dapprima la ria dittatura ài De e segai poi la cai culminata netta guerra eJvt-e nell'avvento totalitario di Franco. Ih Francia la Terza Kepubblica nacque sotto il segno deff avversione ai potere preoidenziale, che " i o i ^ - , p i: | prodotto il Due Dicembre, Napoleone DI e Sédan. Non solo dalla Costituzione uol del 1875. ma soprattutto della prassi politica, il potere sovrano fu pertanto reso assai debole: lasciando da parte 11 fenomeno milidi Use Majpnsy » -due osati da dna I^L'esIòenti eneric! — Caaimir-Pérfer nel .895 e Milterand nel 1924 — furono inesorabilmente stroncati. NelJa voluta debolezza e carente, di questo potere, la forza-dei partiti (« dn granfa sociali corrispon denti) fu dapprima tale da assicurare nn minano di ca- fino alla ra deU'itf/eire Dreyfua. ohe ne segnò la rovina; e il blocco delle forze radieo-eocialisto (piccola borghesia) zìi successe fino alla P gnerjra mondiale; in coi la sui ~ stile forza organizzativa dei radi-i e fl valore militare cora àUa^Iarna? Ih questo clima repubblicano e irreducibilmente anti-autoritario, Il fenomeno Uraeformistjco irve 'bensì, ma operò su i ridotta : nomini dist to eminenti, assurti a un i "Tcato e a un prestigio perennali notevoli sll'infuori dell'etichetta di partito, non si ebbero guati — dopo Thiers, e se .si voglia eccettuare fi Clémenceau delrovaio* entree; il Pere Victoire, debitamente silurato all'indomani della medesima, come Churchill 25 on* ni dopo — se non in fienicare e in Briand. 3e pure la tento da decenni, pnò dba che la grande crisi governativa della Terza Repubblica si aggravi subito dopo la pace di Versailles: come Giolitti in Italia gli statisti demiurgici di Francia cantano il loro canto del cigno; Poh** care salvando il franco in una lotta estenuante, che lo uccide,, coni pirhaméntare; , curando al suo funeri trionfi d grande idea di gttidill! corno e cuore, nobile, l'anarchia ossigli efGinevra, la te, instancaMla nostra grati tudi- eoe lee canone, à mitraOleuses! e sembrava di| risentire tuonare in Parlamento un cristiano Dentea. Poi, l'atassia, locomotrice! e hi tutta la sua granessuno è ntu in grado di governare, le crisi non ai contano più; il Front no? pvicàre è l'ultimo tentativo di un coeMzkmismo te — aia Blum non ha tem- Sra demiurgica; e d'altron e la situazione non glielo consentirebbe — e poi la Francia precipita irremissibilmente verso la catastrofe. Di fronte a cosi terribili ammonimenti del passato (« mentre anche De GanUe, scoraggiato, si ritira sotto la tenda), che farà la Quarta Repubblica francese ? Che farà la Cbattfaeitte italiana? Filippo Buraio

Persone citate: Alfonso Xii, Alfonso Zìi, Blum, Briand, Churchill, Filippo Buraio, Giolitti, Maria Cristina, Mussolini, Napoleone Di