Primo e secondo tempo di Ezio Bacino

Primo e secondo tempo S X Clam £fiI0A Primo e secondo tempo Il separatismo dei baroni e quello dei diseredati -1 quattro sacchi di farina del bandito Giuliano e le montagne di arance senza mercato (DAL NOSTRO INVIATO) PALERMO, febbraio. Compitare U linguaggio dei muri è sempre utile per poter decifrare i pensieri elementari e correnti, le passioni semplici e sepolte nell'animo dei siciliani, cosi colmo di ombrosità permalose e di «complessi», pi* che di razionali pensieri. Tale linguaggio getta lame di illuminazioni improvvise sul problema attuale della Sicilia che è in gran parte un problema di € sentimenti ». Il separatismo è uno stato d'animo nato da risentimenti antichi, da un complesso di inferiorità e di delusioni, pi* che un concreto problema. Certo non è un problema di polizia. *8icily of America» invoca una scritta sulle mura di Palermo, echeggiando in un ingenuo linguaggio anglosassone il gesto di quella figuretta di separatista stampigliata in nero sulle bianche pareti delle casermette dei carabinieri aggredite sugli altipiani, il quale recide la ideale catena che vincola Pisola all'Italia e la collega con una ghirlandino di speranze al grande continente transatlantico. Quel e Sicilia all'America », oltre che una allusione e un invito politico a chi di dovere, adombra il miraggio ingenuo di una ultima stetta, una stellina mediterrapronta a navigare come una cometa traverso il gran vuoto dell'Oceano per andarsi ad incastonare nello splendente firmamento dei grandi astri transatta* Nei. Patetico miraggio, n sole dell'avvenire non sorge per costoro dall'oriente, 'dal mare dette steppe russe, ma albeggia aldi là deW Atlantici; [neWestremo occidente. In fon¬ do non è che la fata morgaua della povera gente, dei diseredati: l'antico miraggio deWemigrazione. Questa volta è tutta una regione che vorrebbe emigrare in massa (con una incantata e definitiva soluzione politica) a bordo deHa caravella ài Cristoforo Colombo. Ma, scherzi a parte, questo dimostra che a tutto si ricorre per dar corpo a nuova forma costituzionale, a quel risentimento generico e antico che oppone Pisola al predominio, atta « dittatura » morale ed economica. . del continente e che prospetta tutta l'Italia del sud in genere, e la Sicilia in specie, come una colonia mediterranea di sfruttamento della Valle Padana, catta delle « élites » politiche e dell'economia maniparatismo si nutre. La più fatturiera. Lungo la fascia del litorate da Messina a Palermo ed entro il seno detta Conca d'Oro, una miriade di aranci e di limoni piace a terra come una pioggia fulgente di astri caduti dal cielo arboreo degli agrumeti. La gran massa d'oro, penduta al sole dal piccoli rami di bronzo, non trova sfogo sui mercati nazionali ed Internazionali, e cade a terra dissolvendosi troppo carica di luce e di profumo. I siciliani dicono: zìi Governo non si preoccupa di trovar sfogo atta nostra sovrapproduzione di aranci e di limoni, n Governo non ci dà carri ferroviari sufficienti per poterli esportare; e noi siamo costretti a lasciarli infrondire al piedi degtt alberi ». Questo è « separatismo »? Novi lo è ancora, ma é sedimento, coscienza di un torto fatto atta Sicilia, delle cui linfe il se- ' paratismo si nutre. La pia a o a e o i I o grave colpa dei Poteri Centrali (colpa di carattere pigramente burocratico) è quella di vedere un problema di polizia, là dove è invece un problema di malessere diffuso e di stati d'animo. Solo affrontando atta radice con un'opera di chiarificazione politica e psicologica, e con concrete soluzioni risolvendo i problemi sociali ed economici della Sicilia, lo stato d'animo separatista sarà battuto in breccia e la -ssa correlativa agitazione brigantesca troverà fine. Inviando carabinieri, schierando l'esercito, gettando rincalzi e rinforzi, sparando cannonate sulle nude e vuote' montagne di Montelepre non si risolve a problema: soltanto lo si invelenisce e lo si «gonfia», lo si drammatizza. I soldati «accerchiano» fl vuoto, t cannoni battono fl deserto: ma le fucilate e le raffiche di mitra continuano a incrociarsi misteriose e inafferrabili sui quadrivi stradati, atte svolte, all'ingresso dei borghi. Si può accerchiare uno stato d'animo? si può sparare contro un complesso di sentimenti? i separatisti e le loro bande non hanno accampamenti e concentramenti localizzabili di forze: si adunano ad un cenno per Pozione di aggressione e di guerriglia. Escono dotte case dei paesi, e vi H rintanano, vestiti detta giubba sdrucita del contadino e del campiere, a mimetizzarsi. Ma forse è ormai il momento di operare una distinzione tra tt separatismo di un primo tempo e quello di oggi: tra il separatismo, che è finito a Ponza con Finocchiaro Aprile e che era asociale e politico, una specie di nostalgia di feudalesimo (quello degù opuscoli e dei manifesti, quello del Memoriate a San Francisco e degli <evviva eInghilterra» e «abbasso Pltalia») ed U separatismo spolitico ma sociale e brigantesco ad un tempo dei ragazzi deWBvis, del capobanda Giuliano che innalzano la trinacria a Montelepre e sui feudi deWinterno. Il separatismo di Finocchiaro Aprite, che e quello dei latifondisti e dei baroni, abita nette città del litorale, nette patrizie dimore di Palermo; e Finocchiaro Aprile disse che ^^indipendenza siciliana doveva essere colta come una rosa Insanguinata sulle piazze dell'isola >. Ma quella ricolta armato separatista, che doveva sbocciare tra San Francisco e Potsdam e che avrebbe domito legittimare nel sangue «la spontanea concessione deWindipendenza all'isola da parte dette Nazioni Unite», non fiori, il separatismo dei baroni feudali restò senza martiri e senza eangue. Chi ha acceso le fiamme e tt sangue è stato U separatismo brigantesco, quello disperato e sociale, detta Sicilia «di dentro», del diseredati siciliani, braccianti e zolfatar*. Questo separatismo di nuovo conio ha [per. .esponente suggestivo il capobanda Giuliano: Giuliano, ufficiale congedato e «intrallazzista» che cerca di contrabbandare al posto di blocco quattro sacchi di farina, e che scoperto e sequestratagli la merce, uccide t due carabinieri che gli vietano di vicere e si dà alla montagna. Tra il separatismo retorico delP«onorevole» Finocchiaro Aprile e quello disperato e colorato di sangue dei capi banda tipo" Giuliano, v'è di mezzo la storia di quattro sacchi di farina «intrallazzati» al margini del feudo. E' la Sicilia «di dentro», quella dei piccoli diseredati siciliani, braccianti e zolfatari, che In un ibrido connubio con gli «intellettuali» deWBvis, giovani dei licei e dette università della costa e delle città, ha cotto dai palazzi stemmati e dai feudi baronali il retaggio di un separatismo fecondato dallo stimolo detta vita e dal seme della disperazione. Ezio Bacino

Persone citate: Cristoforo Colombo, Finocchiaro, Finocchiaro Aprile