Ripresa con la Francia

Ripresa con la Francia A colloquio eoa l'ambasciatore Parodi Ripresa con la Francia Sfesse sofferenze e stesse difficoltà - II riavvicinamento è comin* ciato con Vaccordo commerciale - Gli "espulsi„ dalla Tunisia Roma, 12 febbraio. Il rapprochement tra Italia e Francia è già commelato. Constatiamolo con soddisfazione. Un trattato di commercio, sebbene di modesta entità, è stato firmato e si avvia a passare sul piano dei fatti. Un'intervista collettiva alla stampa politica della Capitale è stata oggi celebrata, oseremmo dire, dsn'ambaacietore Parodi in una michelangiolesca sala del palazzo Farnese. Non che questa intervista portasse 1 caratteri un po' aulici che fi meraviglioso ambiente di travertino e di arazzi avrebbero giustificato. Anzi, le democratica aisance e la signorile gentilezza dell'amba¬ sciatore di Francia e dei suoi funzionari toglievano all'incontro ogni carattere di sostemitezza. La solennità, in un certo senso, derivava dal fatto che per la prima volta, dopo tanti dolori e tanta ingiusta inimicizia, tante sofferenze e le lacrime e 11 sangue versati satto il medesimo oppressore per lunghi anni da due popoli, questi due popoli, sebbene nel simbolo di un ambasciatore e di una trentina di giornalisti, pigliavano contatto a Roma. Moto di popoli Un avvenimento pieno di significato. Il breve discorso pronunciato da Alessandro Parodi, seppure non l'abbia mes- so te rilievo, ne è stato la migliore espressione. Tutti lo abbiamo ascoltato con la più cordiale attenzione. Naturalmente non si è tratto di un embrassons-nous fuori luogo. Benché la ferite vada rimarginandosi fra I due Paesi, la riconciliazione non può avvenire che per moto spontaneo di popoli. La diplomazia, e il signor Parodi ne ha espresso le migliori intenzioni, farà tutto a possibile per aiutare il rapprocaement che. secondo un' qgXWÉSSSL deU'ambasciatore, 'procede a c passi lenti e lunghi ». Un diplomatico si trova a farla sempre da giornalista In un certo momento della sua missione. E* fl caso dell'ambasciatore di Francia che ha appunto chiesto l'ausilio en confrere della stampa politica italiana per raggiungere i rapporti di migliore intesa e di buon vicinato tra 1 due Paesi. Alessandro Parodi è un uomo di mezza 'età, magro, fine, di espressione amai giovanile e dolce. Non appartiene a partiti politici, sebbene abbia operato nel movimento deus reststen durante il periodo clandestino. Non sappiamo esattamente se il signor Parodi sia stato partigiano nel maquis vero e proprio o abbia lavorato nel movimento clandestino di Parigi, ove 1 risebi e le missioni erano più gravi e importanti. Egli è, tuttavia, un uomo che ha esperimentato I dolori e le sofferenze della guerra partigiana e deHa cospirazione ed è, quindi, qnaMAcato a farsi un'opinione esatte di una Italia che intento, parallela e sorella alla Francia, esce dalla vaste cospirazione della più forte guerra partigiana d'Europa dopo quella russa. Come Ministro del Lavoro conobbe a suo tempo e ricevette con parole nobili e fraterne la prima commissione sindacale Italiana che si refuori del confini ai Conmondiale di Parigi, che egli presiedeva. Le sue simpatia ed amicizie sono vaste Inefl'amblente delle sinistre: è amico di Saragat e di NennL Ma, naturalmente, non ha celato la sua ammirartene per l'opera difficile del Presidente De Gasperi. E un'opera alla quale concorre lui stesso per dò che concerne i rapporti italo-francesi. Essi vanno fondati su qualche cosa «di solido e di reciprocamente fiducioso». Per fortuna fra Italia e Francia c'è ciò che Parodi ha detto « Ics grande faits»; la Bmighenza e la interdipendette culture. Merci e libri Nel trattato commerciale firmato, che importa lo scambio di tre miliardi e mezzo di merci, vi è un capitolo per il valore di cinque milioni di libri stampati. Essi sono utttt e necessari ai francesi od agli italiani quanto gli agrumi che mandiamo ed I fosfati che riceviamo, le sete che si espora Lombardia ed no dalla Ruhr. Insomma za badare per il momento alle cifre, è importante il fatto. Cosi partiranno ventimila minatori italiani, sul milione di operai che fatalmente emigreranno sul suolo francese secondo le speranze di Nitti, ed avremo contemporaneamente uno scambio di studenti: VBcole de Some è già in funzione; vaia Medici lo sarà fra breve ed un gruppo di 29 studenti italiani andrà a Parigi a lavorare Insomma, non starno ancora atta normalità, a a passi elenti e lunghi» d si avvicina. Allo epeech di Parodi è gitila una conversazione. L'ambasciatore ha risposto come ha potuto atte domande rivoltegli. Esse bruciavano un poco il cuore di chi le poneva (ed eravamo tutti), ma nessuno poteva illudersi di ottenerne risposte esaurienti, I problemi più gravi detta nostra pace: confini, colonie, fiotta, ecc., potevano forse rivere qualche chiarimento dalle parole dell'an re. Non è a Roma e neppure a Parigi che ai risolvono certe cose — ha detto complessivamente Parodi — ma a Londra. Una precisazione, tuttavia, abbiamo ricevuto sul problema degil « espulsi » dalla Tunisia, i cui beni non sanno confiscati, ha asserito l'ambasciatore. Questi beni al trovano sotto sequestro temporaneo. Si tratta di un migliaio di capi-famiglia incorsi nei rigori dell'espulsione, che verranno indennizzati completamente. Per gU altri italiani ammessi a rimanere vigeranno le leggi francesi ed essi saranno cittadini di diritto comi me. Un funzionario dell'ambasciata non ha taciuto che il movimento collettivo organizzatosi a Palermo fra 1 reduci detta Tunisia diretto ad esporre all'U.N.O. i propri casi ha preoccupato fl Governo francese. I giornalisti hanno avuto occasione, inoltre, d'informare l'ambasciatore sutta vecchia popolarità detta più volte ventilata unione latina, di cui si è fatto iniziatore il Boncour in Francia. Ma Parodi è contrarte ai «blocchi».