Palermo dietro la facciata di Ezio Bacino

Palermo dietro la facciata Palermo dietro la facciata Anche qui la guerra ha cautoUerrato la vita del popolo - Palasi in decadenze e blasoni in penombra - 11 separatismo in' città e in campagna ;™~, — —r™ J17T*. fl»*0 le ali dal grande volo dei \ timpani. (Dai. hosbo inviato) PALERMO, febbraio. a Quattro Canti» sono fi frontone quadripartito detta Palermo patrizia, fendale e spagnolesca: la nobile facciata detta città. Quattro tendi araldici, posti in cerchio a mirarsi fUn Valtro, dal cui seno aggetta ama scultorea scenografia dì fontane, di colonne statue: sui cui timpani «iati ai Inalberano votanti «temati di murato come vettiìH.' Lungo i diritti vertiginosi alNneaatenri di Via Maqueda e di via Vittorio Em., ai affiancano Fan Poltro come fa rigida i palazzi della Palermo nobiliare e barocca, le chiese, le fontane. Elevano una salda continua facciata, una sce-' uografia teatrale che, quasi bastione e diga di una tradì-siane e di una casta, contiene e cela la miseria ed II tritaste edilizio detta Palermo popolare la quale dietro le Wneorfe quinte di quel prospetto di antico prestigio urge e tumultua. Singolare contrasto Non V» certo città d'Italia che ostenti sulla tua fronte maggior superbia patrizia e pik vivo il contrasto e la con-' vivenza con le strade e i quartieri della minuta a colorita cita popolate. Mai si vide tanto vano orgoglio di «tesimi sui frontoni di palassi e di ville; e non colo su quelli del sei e del settecento, ma anche sn quatti deVottoceMo e del primo novecento che, ad esempio su via detta Uberto, proseguono echeggiane in modali pi* modesti e pacati, di già quasi borghesi, gli ampi accenti e i pan-I ueggiamenti barocchi di via Maqueda, di «fa Ruggiero Set-i «sto e di via Vittorio emanuele. Pia semplici e Macia queste vttte tra i palmeti, pia modesti di proporzioni questi paisàfra le vegetazioni eeott- lori piccolo «tornata che pare sia dimagrito ed abbia La guerra aereo ha profon-dementa inciso e sassata rpa «arsene detta città; quella aristocratico come in quello popolare. Coti che anche quel risentito co «tratto tra lufacciata fastosa e la sordidarealtà di miseria retrosb non à pia che Un mito, una illusione; retaggio anch'etto di un tempo finito. B* ancora In immagine detta città quale la plasmò Vela del barocco e dei Viceré: tt costume spagnolo, a la società feudale. Ma quanto ancora quel volta che pur ci si offre cosi eloquente risponde ad una reale attualità di vita?/ palasti ancora allineati in parata sulle prosgetttos irraggiatili dai e Quattro Canti» non sono, ad un pia attento esame, che fantasmi di una magnificenza trascorsa ed ora inesistente. La guerra e Ut Palermo popolerà ti hanno aggrediti e sommersi con la duplice ondata veniente dalFalto e dotte foro «palle, dall'intrico fatiscente dette atesse sordide, la gran parte essi sono colpiti, sbrecciati e vuoti: i deli d'oro dei loro saloni, colmi di oUuv pi e Si «tiri affrescati, so, crollati, gli «tu si mi hanno te ali spezzate, i timpatst infranti, te facciate butterate di schegge. Molte dette grandi casate palermitane Jton tt abitano pus da gran tempo, ritiratesi esss in maggior parto tra i parchi delle elite pia tarde ai marpia* della città. 1 negati hanno occupato i plani terreni, uffici e comandi i piani noMJi: la vita minata del pesate M ha allagati. Bai loggiati aersi deite corti, dotte balaustre delle scelse, sventolano i Manchi artfiamma dei panni «tesi ad sdogare. Un naturale decadi mento, «sa inevitabile ava sione nel costume artsteeraHco, e la guerra in concomitanza, hanno condotto rassetto e C rutta quella superstite pi «ansa di dissidio tra la facciata fastosa ed attera a la m porta naturalezza dalla vita pòpolare. I.portali si «pstonos ovante «a mirerà prospettivi dl fangose, cadenti, i mari si sorreggono Pun Poltro con travi piantate tra le due facciate fronteggienti. La guerra,.come dovunque, anche qnl ha dissotterrato {.infranta la crosta dagli scoppi dette bostlie) la vita del popolo, Fha rivelala e /atto pie «coperto, Fsa portata ad occupa9 centro cittadino. I/e intrallazzo come qui ha nome tt mercato nero, domina l marciapiedi anche di via MaqueLe vetrine dei pasticceri san colme di quei fastosi e canotti dolci siciliani; dinanzi al negozi e sui marciapiedi, in messo Olle strade anguste, tortuóse s fangose, tra cumuli di macerie che si aggrumano attorno ad alte superstiti cupole barocche^ i generi alimentari di ogni sorta compongono montagne colorate e splendenti di aranci; si atteggiano, secondo un autoctono gusto decorativo e religioso, quasi in problematici altari con l'Immagine sacra illuminata in vetta: altari eretti ad un pagano dio gastrono- FortHizib reazionario La guerra ha dunque definitivamente appannato il volta detta Falerno regale, ancor pia scoprendo quella popolare dietro la scenografica architettura patrizia. Un velo di ineluttabile decadimento è disceso , «si palassi di via Maqueda cosulle sontuose ville tra i parchi della favorita e di Bagheria, al due capi detta Conca d'Oro. Si sente crollato dalVintemo 9 puntello di quella vite, di quei prestigio, di quella economia che ancora negli alitali decenni dell'ottocento « al primi del novecento facevano di quelle case oasi e fortilizi di sontuosità patrizia. La pista di quella antica fiera delle vanità ancora spagnolesche, la passeggiata del Foro Italico Hugo il stare. Ira I due pilastri terminali, tt roseo massiccio del Monte Pellegrino e 9 Capo Zafferano che da lungi prospetticamente la inquadrano, non è ora che un sassoso fondo di torrente in secca: le bombo lo hanno inaridito sbrecciando le alte riva dei sedassi fronteggiantt il mare e scotennando le chiome dei pshnnri. Le granài famiglie palermitano, quelle famiglie dai stolti palassi to città, dai numerosi feudi sugli altipiani ^ciascuno dei quali reca un titolo od un quarto ad intessere, la scacchiera detto stemma) i Paterna, i Teseo, i Belmonte, I Deepughee Santo Stefano, i Lenza di Traete, i Lanza Maturino, gli Attésia, esistono pur tempie e fanno una vita racchiusa di circolo, allo «Sport Club » al « Circolo Bellini », e non ptà passeggiano ini cocchi troie alte palme del Foro ■ Italico. In esss, usi loro secolari retaggi feudali, molta propagane politica iodica a fortilizio reazionario del separatismo siciliano. Ma si pad più fondatamente dire che il separatismo è Ispessono di campagna pia Ohe di città: riflettendo anche te «netto campo II dissidio geografico, economico e psicologico tra la SicOta costiera e la Sicilia interiore. In città ha attuai ispiratoli, alcuni tuoi fiancheggiatori ideologici tra i ceti professionali e studenteschi, ma nelle grosse città paedell'interno, nei borghi cinti dal deserto di sasso dei fendi, là dove la Sicilia è pia segreta ed intatta, come a Coltagtreue come a Partinico, il separatismo ha 9 suo maggior seguito come frutto autentico di una mentalità isolana, prigioniera di pregiudizi e di campanilismi. Lassa, con il favore dell'isolamento, che divora la ossa sperduta e solitaria, la presenza del selvaggi di roccia che costella, no gtt altipiani, e con la connivenza, fatta di omertà e di poltra, dei grossi borghi, ridotte del bracciantato agricolo, si veste, ricalcando antiche tradizioni autoctone, di banditismo. Ezio Bacino

Persone citate: Belmonte, Lanza Maturino, Ruggiero Set-i