CONSTANT L'INCOSTANTE

CONSTANT L'INCOSTANTE CONSTANT L'INCOSTANTE Constant for ever potrebbe essere il motto di Cario Condì è, fi quale dopo avere ristampato l'Adoìphe (è. a parte dichiarata la sua interpretazione), alcuni scritti politici giovanili del 1796-97, con un ampio studio introduttivo (Como, Mano rati ed.), dà fuori un grosso Constane antologico (Milano, Hoepli, 1946, pp. 449. Li. 360), nutritissimo di bibliografie particolari e generali, e di grande utilità per chi voglia ben conoscere tutu gli aspetti dell'amico della Stagi Di -cui. pure, il Cord!* ristampa, nel testo francese, le B6flexions sur la poto (Milano, Istituto editoriale italiano, 1946, pp. 186). Due intenti principali muovono fi nostro critico, che è tra I pochissimi detta nuova generazione che non si siano «perduti nell'oceano dell'estetica, ed ansi abbia sempre tenuto d'occhio le rive detta storia: contrastare 1 biograflsti, che da Sainte-Beuve a Bourget e a Bar-rèa non vedono in Constant che fi « eulte du mot », riaffermando la necessità di considerare anzitutto YAdolphe come un'opera d'arte; opporsi a coloro che nel campione del liberalismo storico, scorgono un dilettante di sensazioni più che un pensatore coerente. Par Cordiè. il delicato meccanismo costituzionale di Constant, la bilancia e il freno delle garanzie legislative, il suo amore tenace per la libertà, sono tuttora attuali, e di una vitalità feconda. Questo epilogo del Settecento, ha ancora per tal una parola da dire. Le due tori sono serie, e difendibili. Ma per parte mia, resto all'opposizione. ET certo che fi Sainte-Beuve, tornando più volte a trattare II Constant, era Influenzato da una simpatia ed ammirazione, che non ho mai condiviso, per la Staci, sua amica-nemica. Ma chi conosce II fondamentale equilibrio del grande critico, Il suo spirito di umanista squisito, scopre che l'avveratone ch'egli mostrò per Constant, e che raggiunse quasi l'Insofferenza, doveva radicarsi in un giudizio di questa spede: c Constant non è una persona seria», con la relativa conseguenza: « o non può_ impancarsi a riformatore politico», T—-J"~* andare che molti | politici furono sono e saranno del faroeura talora sassi noiosi, ma tatti credettero profondamente e coerentemente nelle loro teorie. Per istinto, Constant era liberala giacchè saedp | o a e o a a s a e o e o l'essenza dd liberalismo 'rimane l'individualismo, ma il ano spirito era. eminentemente anti sodale, ed è strano poi Che egli non pensasse ad altro che alla organizzazione politica, e alle tendenze religiose di una. società, rappresentata per lui dal salone e dal parlamento, preoccupandosi di difender l'individuo dalle convenzioni degli uni, e dalle sopraffazioni dei poteri pubblici. Ma una coscienza di classe egli non ebbe mal, e neppure quel gusto e sapore terrigno che fa il genio eU Oonrier. ~ Cosmopolita' 'per educazione, I francesi l'hanno adottato un po' a malincuore, e non l'amano. Kgii stesso usd In una stupenda definizione <n minuetto, per me, finisce sempre in qualche sgambetto». Non solo l'Inconrtanza era ta sua vera musa, ma anche in amore solo la contraddizione l'eccitava: la Bevue de Paris del luglio 1046 ha pubblicato altre preziose pagine dd diario sugli amori con la Récamier, da cui appara carne netta pia straordinaria frenesia, improvvisamente entratagli in corpo per una donna che frequentava da anni, egli conservasse un'implacabile chiaroveggenza. Dòrette Berthond che nella Seconde Madame Benjamin Constant (Losanna, Payot, 1943) ha ricostruito, sulle lettera finora Inedite di Carlotta von Hardenberg, fi romanzo dell'ultimo matrimonio, poteva pigliare per epigrafe quatta che 10 stesso Constant aveva preparato: « Non sono diventato pezzo d'amore, che nel momento ta cui sono sorti degli ostacoli». Tutta la sua vita sentimentale, e la politica, è piena di voltafaccia: Constant ha bisogno di scontrarsi con un impedimento, per spiegare la sua forza: la passione, l'intelllgensa, sono a questo prezzo. Lasciato in riposo, è volentieri torpido, mediocre, conraso nello scrivere, pronto a perderai In mille superficialità inondane. Checche ne pensi Cordiè, in lui non c/era nataru d'artista, anima contemplativa: esaurito fi fondo autobiografico, poco o natta l'interessava la commedia ir»1*"*; non aveva tempra di descrittore e di ossei»alme. Le idee Io attraevano assai più della persone; la forma era per tal Indifferente: non c'è ano etile Constant, ma dette belle pagine occasionili. Degli altri settecentisti, ha l'aridità, la lucidità, non II frizzante dello spirito, fi ghigno e il tocco volterriano, o II colorito dd paesisti, alta Diderot od alta Rousseau. Quel suo deismo.non è una forinola utilitaria, o una vaga affermazione: risponde alle esigenza ch'io definirai tedesche del ano ingegno. Eppure, detta Germania egli non sentiva il paganesimo goethtano, e ta condensa rione e adattamento dd Wattenstein di Schiller ch'egli opero, è nello spirito delle tragedie di Voltaire, classicismo stantio. Confessava: «non ho scritto con l'immaginazione ». E dò giustifica il biografiamo che trascina, Inevitabilmente, gli studiosi di Constant. Dietro sita pagina, al rapitolo, atta riga, fiutano il movente personale, l'umore, fi capriccio, lo spunto storico o crtonlslico. Constant non era un letterato, a col la politica serva di pretesto per far libelli; aveva un fondo d'idee e di principi, che adattava alle circostanze, ma che tendeva a salvaguardare: era, come dice benissimo Cordiè, un «girondino evoluto», sapeva, in tutta coscienza, di appartenere alta razza degf indipendenti, «quelle teste balzane di cui adocchi e governi non sanno che farsi, e che costituiscono la parte più importante del genera umano ». Credeva ta buona fede che «runico motore detta sua esistenza era quello di stabilire pacificamente la libertà costi turionsls»: In realtà, egli concepiva la libertà come «ta garanzia del tranquillo godimento delTIndipendenza privata ». ISwCdIoistQ dcflpfajjopfls loft elio accusa i suol limiti. E che Constant non vedesse la marea soririe, prima della rivoluzione, poi dell'Industrialismo dell'Ottocento, è spiegabile, Voltaire, altrettanto egoista, ma più acuto, teneva conto della natura e dd popolo, e non fidandosene 11 sorvegliava: l'Inattualità di Constant, è proprio nel sentire ch'egli non avverte la fotta, quasi gii sembra non esista, Inteso com'è al suol congegni costituzionali, precursore dei borghesi di Luigi Filippo, che non riconoscevano elettori se non 1 proprietari. Comunque, una vita e una opera in cui confluiscono passioni e idee di cinquantanni di storia europea, dalla rivoluzione francese alle giornate di luglio. E per la prima volta fra noi. s'adunano seriamente testi, nell'originale; d raccolgono con sagace coordinamento, notizie disperse e rare. E 11 florilegio s'Ispira rum al pettegolezzo, atta denigrazione, ma ad un senso dell'Interpretazione storica, che è acuto ed equilibrato. Era molto facile, a tentatore, rare un Constant petit maitre, un rome: senza tradire il vero. Ma è forse meglio che, un giovane, Carlo Cordiè, abbia veduto e additato in lui, quanto di più nobile e alto ha il suo penderò, scegliendo, in luogo del libertino, l'immagine dd preromantico. Arrigo Cajuroi

Luoghi citati: Como, Germania, Milano