CONTRO UL VUOTO di Ezio Bacino

CONTRO UL VUOTO "BATTAGLIA,, A MONTELEPRE CONTRO UL VUOTO I cespugli sono deserti - I cannoni e le mitragliatrici aparano, ma non trovano il nemico - Eppure l'insidia è sempre presente - Complicità e omertà ■ H "fronte,, visto da vicino (DAI. NOSTRO INVIATO) n. MONTELEPRE, gennaio. Quando da Partinico ci avviammo verso Montelepre tra i monumentali olivi atormenti, dai monti coìvi che in anfiteatro di rocce purpuree si levavano dinanzi, cingendo da presso atte spatte il borgo di Montelepre, giunse sull'onda del vento «1 mare era 11 a bordare la piana con uno specchio abbacinante) un lontano rombo di cannone. Il « fronte» si preannunciava con questi ac¬ certa, cm-il vuoto-detta etrada, fjcon il silenzio sospeso sui grep-ì pi, sui cespi di fichidindia, sui cespugli di carrube, desolati, ti borgo di Montelepre, biancheggiante in ascesa, pareva soffocato da quei misteriosi dossi sassosi che gU gravavano sopra co» la loro caotica galoppata. Verso il mare l'anfiteatro si protendeva con spalti di roccia fulva, alti e strapiombanti come cortine di fortezza, cinte da ruote lente di corvi. Atmosfera di guerra Ancora nessuna traccia di armi e di armati. Va strada aggredì la salita verso U borgo. Ed ecco che dotta destra, di dove il paese si offriva in for*f ma di conchiglia incastrata al monte (eoa le vertebre delle case in scalea per terminare nel vertice della chiesa e mila punta del campanile) staffilò Varia, fischiando sopra le nostre teste, una raffica di mitragliatrice. Si perdette nel vuoto e nel silenzio. Aceetterammo l'andatura détta macchina; giungemmo a un bivio con una fontana, di dove un troncone di strada imboccava direttamente il paese. Eravamo sul punto di infilarlo, quando un soldato, sortito misteriosamente e con aria circospetta dall'archivolto di una casa di quel bivio, ci fece con il mitra imbracciato un gesto perentorio di fermata. Attera scorgemmo altri soldati con elmo in testa, appostati sui tetti dette case intorno, e canne di mitragliatrici puntate sull'incrocio di strade e contro il paese che sorgeva di faccia a meno di un chilometro in li nea d'aria. Le casette erano vuote, il bivio deserto, con il nostro camioncino fermo nel mezzo come un bruco offerto allo sguardo di misteriosi occhi. Frequenti raffiche di mitragliatrice schioccavano dir l'intorno, sonoramente ripercosse dagli echi dei valloni. Un'atmosfera di guerra, di guerra « vera ». gravava sul paesaggio, in quell'aria deserta e sospesa, in quel comparire e scomparire arcano e guardingo di soldati con gli elmi e le scarpe infangate, con il mitra imbracciato. Il triangolo composto dai vertici di Borgetto, Partinico e Montelepre è stato dichiarato zona di operazioni militari: t comandi e i soldati della « Divisione Aosta» MSP e il & fanteria eli ZIP artiglieria) vi ope¬ vbbematnsp2co*t1zcrlgssappcscgcicdo fjWstrfcé vaga per Varia e ì ~ f ¬ rano con spirito e con metodo tipicamente militari e guerreschi. Dalla prima azione di polizia siamo all'azione di guerra. E i soldati quindi vi sanno gli atteggiamenti, la psicologia e la tattica del « fronte»: ne sanno anche un poco la psicosi. Ban ricevuto l'ordine di rare su tutti i civili e su tutte le macchine che si accostano o escono dal^borgo e transitano per a bivio, il quale con un tronco di strada porta verso Giardinétto, un altro paese do- fftqafdive si aggredisce la caserma dei\ carabinieri. Il fuoco di mitra- dossi attorno, frequente e -nervoso, contro un nemico invisibile. Polche questo nemico bandito-separatista non fa la eguerra», fa la «guerriglia» mobile, subdola, rada: filtra attraverso le maglie dei plotoni e dette pattuglie che fanno puntate esplorative e rastrellamenti attorno a Montelepre, e su verso i canaloni e i smcBsmonti che la cingono alle spai-' "le. Non è un nemico locali^! »bile, non ha concentrarne-** «.: «luoghi di raccolta: si aduna,8per razione aggressiva, poi si.2rt££A*àm^\ che sono amici parenti, conni-1 venti o per solidarietà o per , orni tà. g, . ..COffle m UÀ aSSeaiO Mr-nteAnm a.. « „„„„,„„ *i ^LQJ^K. tJZÌZiL 1^JZU?J^£F1FiJ!Z; za proprio di fianco al borgo]co* "* ■"° co?^L a9Ygo!L *?Jrentorio, una liscia piramide di sasso'.q%a? una aìtalia' SKUa cui vetta ai scorge una casupo- la. Lassò a nemico si rivelò nei giorni 14 e 15 solo con una; grande bandiera giallo-rossa separatista che sventolava a sfida. Un colpo di cannone ben' aggiustato la abbattè. Bicom- parve, ed un altro colpo la fece ; avolar via di nuovo. Dovete ss-; rpere che il tenente comandan- te la sezione di cannoni da, campagna, che è postata qui sotto gli olivi a minacciare le' cate di Montelepre, è un gran puntatore e ci tiene a far cen-, tra con un sol colpo. In una; casetta bianco-rosata, dietro i ' cannoni v'è il Colonnello assai', compreso del suo compito di \ guerra, piuttosto nervoso, che ci vede arrivare, a noi giornalisti, come il fumo negli occhi e vorrebbe mandarci via al più presto: «E' meglio che se ne vadano, diano retta a me: qui\dsi fa 'ld guerra!». Gli tiene] compagnia nella casetta bianco-, rosa il sindaco di Montelepre, il\ povero signor Vannino, il qua-i ie se ne sta molto malinconici co, perchè era a Palermo quan-': do i conflitti cominciarono, ed ora non può più rientrare al suo. paese dove ha moglie e figli, j ri borgo si mostra con felsue case mute e deserte, le fi- nestre e le porte sono sbar- rate; il campanile detta chic-, sa ed un desolato ca3teUac-\ do lo coronano. Più in alto,! su di un costone a ridosso sii scorge unta casa rossa dalla ^—^ quale partono talvolta, verso Il crepuscolo, dei colpi isolati, f separatisti il primo giorno fecero un gran fuoco di mitragliatrici: domenica scorsa, quando i soldati deW*Aosta* arrivarono al centro del paese, furono accolti dalle finestre da UH di fucile e da colpi di bombe a mano. Ora sparano raramente. Il giorno quasi mai. Quando fa sera si odono colpi staccati di ta-pum, le armi tedesche di cui i banditi sono in possesso. Il paese cosi è co¬ \ me assediato: la popolazione, il prete, stanno tappati in cosa tre e porte sbarrate. Hanno sólo Za mattina due ore di tempo, dotte 10 atte 12. per accudire alle loro pia urgenti faccende. Pei per le strade deserte del paese i soldati fan fuoco su tutte le ombre. D'altra parte questo nemico è un'ombra: non è stata catturata neppure un'arma. Bolo un giorno sono stati rastrellati per Ut campagna tra ' "ontelepre e Giardinetto> 22 ! »""»'»'. in unJ!LSÌp0i &era : «tato fuoco aU'intorno, nuiqve,8" furono trovati senza divisa .c *enza a ■ \ Anche carri armati 1 Partono ora dei colpi da una , caverna il cui nero occhio si vede infossarsi alle radici deU la piramide di Montedoro, la dove la strada per Carini in Ode diagonalmente U monte; ottri «"P* Partono da una ca- «S «* margini del borgo; altri, *»•*» arrampicata sul costone ]aUe svaUc del paese. Bispon- Jde un furioso fuoco di mitra gllatrici, poi anche a cannone. I/abile tenente artigliere con UH ml ^Ipo infila Vimboccatu m ieUa caverna, con un altro ; demolisce il muro détta casa incriminata di Montelepre, con aitTÌ due smantella Io casetta ' rossa. Le traiettorie sibilano sul cielo del borgo, scavalcan ; aolo. Nessuno risponde. Solo ; replicano a sfida le scritte sui muri aeì paese: e Viva l'Evis , liberatore!»; e quell'altra si lenziosa stampigliata sul Man' co muro della aggredita ca serma di Bettotampo, che raf, figura il profilo detta Sicilia ; senza l'Italia, collegata con ' una serie di tratti all'America ', attraverso il vuoto dell'Atlan \ fico. I soldati fanno un « fronte », mentre il nemico è fluido e si immedesima con quei cespugli di rovi, con quelle ■ caverne, quei costoni dirupati e calvi \deWaltopiano, dove domina il ] feudo e il deserto. Bono dei , combattenti, ma dei combat\ tenti banditi, legati per mille i fili alla toro terra, ai loro bori ghì, ai loro compaesani, che ': li risucchiano. Come quegli al tri che netta Sicilia sud-orien. tale, nelle campagne tra Gela, j Caltagirone, Ragusa, compalino e scompaiono in drap pelli di cavalieri, spesso in di visa di carabiniere, e scari, cono il mitra a bruciapelo ai \ crocicchi. ! In tali circostanze l'interveni to del cannone, che spara con tro il vuoto dei monti e contro il cecchino isolato, appare una \retorica inutile. E' questa una I e guerra» che nasce da una si~ j tuazione sociale, si colora di ! circostanze ambientali, e quindi è la più. difficile e inafferrabile. I plotoni fanno puntate nel deserto e trovano il vuoto i degli altipiani, l'assenza di case e sopra il cielo deserto e misterioso. I borghi agrari comej coVtitu^v^e Vw^sTpu^^Z ^A^hS^ie piécoT cannonate. carri ar-^t\ruchiCVf7^agua^i0chÌ ! vanno sh e gin pattugliando ' " Paese e la strada. Il Colon- : "f"?' "»» te scarpe infangate, ! •*«*» VL^J^^^mmSS^. ;«* "* cespuglio di fichidindia; «fjf .fon accento siciliano: ; ,ci„dispiace a tutti di fare i**"*"0 che facciamo: che sia! mo ***** **i"H dello stessa teri ™» MOn dico della stessa /fa ""-•'» Chissà che intendeva dire con quesVulHma reticen! sa~ li-- v~tKcl. ■ «nrnrKS ; una ranlCa ■ Sorpresa , Le mitragliatrici ora tacci* no; tacciono i monti rugginosi che incidono nel cielo di smal, to il loro interrogativo arco no; tace anche Montelepre tra gn ulivi con le case ab barbi cote a conchiglia contro il co; stane dotta casetta rossa. Si scorge nera la voragine aperta dal cannone nella casa da cui porti un colpo. Lasciamo U bi vio sotto le canne delle mitra gliatrici, dove i tre carri or mari sono in sosta al sole. Ci avviamo per la strada del ma re che corre verso Terrasini, Capaci, e quindi Palermo. Passa la strada sotto alti castelli di rupi rosse con i cui spalti il misterioso altipiano strapiomba sulla costa: bordeggia il mare tra olivi stormenti e siepi di fichidindia, traverso . paesi dai colori vivaci e pieni di gente sulle strade. Il paesaggio è di una serei nitd attica, il profilo delle co "c « dei promontori purissi mo: untane davvero sono le *evere ^Ize di afonfelepre e la sua « guerra*. Ma quando aiamo°l bivU> TJerraHni e Cimai una raffica di mitra repentina taglia la strada sopra di noi, si sperde sibilando verso il mare. Due ore più tardi allo stesso crocicchio un autocarro militare, colmo di soldati e di carabinieri che si retavano al * fronte» di Mon £!e*J*«; venica «»"*»*»*° P* "f*? "£'I™osl jf1" Trf »oldati caddero uccisi e quat tro fer,,i- S'acquerò riversi ai '5*«" aegli ulivi e deifichidin 1*»; *ro le TOS3e ruP| dei montl " mare aMiirro; in un gran.*» silenzio. Solo il vento fa ceva stormire i cespugli e i i macchioni deserti. 1 Ezio Bacino