La vera questione

La vera questione La vera questione Sarebbe facile, in ne del convegno di Mosca, come di quelli che segairaano, tessere un vistoso elenco di « problemi infcernaxkv -*ali », e per ciasmno di sciorinare dati di fatto attuali, precedenti, previsioni. Sarebbe fatile, coni, una beQa figura e un bel numero di ne. Facile, ma anche sterile, e— se dobbiamo «sosti schietti—leggermente nan seànte. Di «problemi internaxk>-j nali» tuta, ormai, siamo £3£^1.$^EP^S\serio: notisiari di articoli di giornale, tini di infognacene, gap di re rivisto apposite, chiaro che tatto questo « problemismo », tutto sto tasso di, infensi . non Brodoso nessun effetto pratico. I governi, naturai' mente, non ne hanno Uso-gno, perchè hanno 1 low 4 dosslers > ben fai iiHI. e i loro « tecnici ». Il pohwlec ci ai perde dsntrp, (ani irrita, o più sempneentonte ci si annoia. Di fronte alle dismssiooA dei politici e dei giornalisti, di frante alle conferenze stampa, alle di ehiaraaioni programmatiche nei parlamenti e fuori; ni contegni a'tre e con relativi comunicati li. rimessione che si va diffomlnido è che «pina ne duÈmge, «jg cW.fa yé|at sKoas ». Tmipiv wfoBO che genera dapprima un senso di amarezza, poi di sesttfc e di indifferenza. E* uno afato d^mhTO,jjno- stroso. Le fanaazfcnto d'une nuova coceieasK »è : ora, un to d'animo' pre per la s via che ha guerra del 1914,. quella del 1939. — rebbe ai ceti dirìgenti • ai. governi la spinta più poderosa per una nuora organizzazione inf Occorre dunque più die mai esercitare un'opera di illaminazione e di ectacazi ne dell'opinione pubblica nelle questioni internaxion IL Ma occorra ateraj re dorsi ben conto del carattere che quest'opera deve avere, per riuscire veramente proficua. Necessita, certo, una cognizione precisa ed una esposi lione obbiettiva delle Smanie questioni, dei «14, e poi a dati di fatto, Ma questo è sempl riale, che va messo io opera secondo criteri approfonditi é con spìrito unitario. Di sotto alle realtà immediate occorre vedere le ragioni profonde; attraverso le diverse questioni bisogna scorgere fl nesso intimo, ed arrivare così a una valuta rione di insieme, d nocciolo della questione. Prendiamo, ad Prendiamo, ad esempio, la questione dell'ora: quel- la deIJ'AitKbaigian. Essa è semplicemente parte di una questione più vasta: fl destino deOa Persia, o Iran. Questo a sua volta non h che ano dd casi molteplici d'uà paese, « oggetto » onora della politica delle grandi potenze, (diriamo, un paese c coloniale »), che, attraverso nn pescar* travaglio, sta diventando soggetto nd mondo mterna&onaie. H problema dell'Iran è, fondamentalmente, anello stesso dell'Egitto, deùa Siria, dd1 Lìdia, deUladoaeaia, del l'Indocina. Può variare le stadio del problema, variano i dati particolari; a li essenziali sono i mi. Si tratta di paesi che, ed momento stesso che d aforzano di realizzare la loro autonomia di asolano, costituiscono un terreno di incontro di iuici'esjd esterni cospicui, e sono agitati all'interno da conflitti politi* co-sociali, che difficilmente da soli possono padroneggiare. La Russia tende a esercjtarc^un^oflnemnt ralla Far- totempo su quella meridionale. Per la prima, l'Iran è un territorio di grande importanza perche limìtrofo della Russia enneade» e di quella adatico-centnle -, per la seconda, d tratta di un paese intermedio fra fl mondo arabo e quello indiano, e cioè fin due sono di interesse virate p« Timpero britannico. E d sono, come tatti sanno, i petroli; quelli ddl'A rrebaigien, che interessano ai rumi, m quelli della Persia «u,i occidentale, sfrattati già da tempo da inglesi e ama ni E intanto, da più di ti anni, un oscuro, ccmplés-So rivolgimento ai agito ine ora, per quel che pcsaiaraointravedere, ai accresce e d complica per gii effètti economico-sociali che la guerra, con gli incrementi di traffici e Inondazione didementi esteri he portatoseno nun nazione pervia na j \^ Popoli a se stessi l'Iran. dei- di adeguare la iraniana con la in zone di inneu'accordo dd 31 agosto Ud (o aglT inglesi): giù;le nauti, e lanciate la Persia ai i^titós? rat ne in Cina, le situazioni lai risolvano sulla, base pura e semplice deU'fakupenden za nazionale, abbandona " Occorre coacOiare le auto¬ nomie nazionali eoa non direzione internazionale, sn- Sazionalo. Questa dovrà n domani quella ddl'Vno; oggi — l'abbiamo già detto e lo ripetiamo — è quella dd c Big Three ». Ma che costoro si rendano ben conto di qua! è hi loro parte, la loro responsabilità! Se essi pensano soltanto agli interessi loro e ai compromessi relativi, faranno il danno altrui, e anche fl proprio. Solo se sapranno deverai alla consjdaraztone dell'interesse comune, e riconoscere in questo — con l'unico realismo autentico, queOo della coscienza morale — il vantaggio proprio: solo allora end potranno dare pace al mondo, e mettere le fondamenta dell'indispensabile nuovo assetto internazionale. La potenza tonale non è un priè uh servizio a prò dell

Persone citate: Three