Quarant'anni all' ascolto di trasmissioni solari

Quarant'anni all' ascolto di trasmissioni solari Quarant'anni all' ascolto di trasmissioni solari Iquest'anno il quarantesimo anniversario della nascita della Radioastronomia Solare. Che 11 Sole potesse emettere radio-onde, ossia onde elettromagentiche del tipo di quelle che costituiscono la luce, ma aventi una lunghezza d'onda milioni di volte maggiore, era stato intuito sin dalla fine dell'Ottocento. E' interessante ricordare che a quel tempo si sapeva già, da quasi un secolo, grazie a rudimentali ma ingegnose tecniche di osservai zione, che il Sole emette anche radiazioni invisibili, aventi una lunghezza d'onda minore di quella delle radiazioni violette (dette radiazioni ultraviolette) e radiazioni invisibili, aventi una lunghezza d'onda maggiore delle radiazioni rosse (dette radiazioni infrarosse). Quando poi, intorno al 1840. si scopri negli spettri delle radiazioni ultraviolette e infrarosse la presenza di righe analoghe a quelle che W. H. Wollaston nel 1802 e poi. indipendentemente, J. Fraunhofer nel 1814, avevano scoperto nello spettro della radiazione visibile, fu ampiamente accettata l'idea che radiazioni ultraviolette, visibili e infrarosse costituissero aspetti diversi dello stesso fenomeno. Solo dopo la sintesi teorica delle leggi che descrivono il comportamento dei campi elettromagnetici, sintesi operata da James Clerk Maxwell nel 1873. si capi che questo fenomeno consiste nella propagazione di onde elettromagnetiche di diversa lunghezza d'onda. Quattordici anni dopo la sintesi di Maxwell, H. Hertz riuscì a produrre per la pri¬ ma volta radio-onde artificiali aprendo cosi la strada a tutta la vasta gamma delle tecniche radiotelegrafiche, radiofoniche, televisive, di radiotelecomando e di radiotelerilevamento. E' a questo punto che iniziarono i tentativi dj rilevare radio-onde di origine solare: era infatti ragionevole pensare che una sorgente di radiazione elettromagnetica cosi potente nella regione visibile dello spettro avrebbe dovuto emettere anche nella regione delle radio-onde. Tutti questi primi tentativi risultarono però infruttuosi, sia per la bassa sensibilità dei rilevatori utilizzati, sia a causa del radloinquinamento industriale degli ambienti da cui a volte venivano fatte le osservazioni. Successivamente, nei primi anni di questo secolo, due fatti di grande rilevanza spinsero i potenziali radio-astronomi ad abbandonare i loro tentativi. Da una parte gli studiosi di radiocomunicazioni, in seguito alle esperienze di Marconi, che il 12 dicembre 1901 era riuscito a trasmettere onde elettromagnetiche attraverso l'Atlantico, dedussero l'esistenza nell'alta atmosfera di uno strato conduttore (che dal 1926 sarebbe stato indicato col termine ionosfera). Tale strato, come rifletteva le radio-onde artificiali verso il basso, cosi avrebbe dovuto riflettere verso l'alto eventuali radio-onde di provenienza cosmica, la cui lunghezza d'onda fosse superiore a circa venti metri, impedendone quindi il rilevamento. D'altra parte, la teoria della radiazione di M. K. Planck, che permette di valutare l'energia emessa dal Sole alle diverse lunghezze d'onda, sembrava escludere la possibilità di una emissione solare alle radio-onde sufficientemente intensa per essere rilevata. Il disinteresse continuò sino al 1932 quando, esattamente cinquanta anni fa, Karl Jansky della Bell Telephone Company scopri, accidentalmente, la radioemlssione della Via Lattea. Bisognò tuttavia aspettare ancora dieci anni prima che venisse rilevata, sempre accidentalmente, una radioemlssione di origine solare. Fu J. S. Hey che, analizzando, durante la seconda guerra mondiale, interferenze che avevano interessato nel febbraio del 1942 apparecchiature della rete radar dell'esercito britannico, operanti a lunghezze d'onda di 4-6 metri, scopri che la sorgente perturbante doveva essere il Sole durante un periodo di rilevante attività. Poco dopo la scoperta di Hey, tenuta segreta per motivi militari, C. O. Southworth (del Bell Telephone Laboratories) e O. Reber osservarono il Sole deliberatamente e indipendentemente dai risultati di Hey, a loro ancora sconosciuti, e rilevarono radio-onde anche dal Sole senza perturbazioni. Mentre, subito dopo i primi rilevamenti, la radioastronomia solare si stava rapidamente sviluppando verso le mete oggi raggiunte, ci si rese conto che già alcuni rumori rilevati alle onde corte da D. Arakawa e altri in coincidenza col peggioramento di radiocomunicazioni negli anni 1936-39, potevano essere dovuti a radio-onde emesse dal Sole in un periodo di rilevante attività. Giovanni Godoli

Persone citate: Arakawa, Giovanni Godoli, H. Hertz, James Clerk Maxwell, Karl Jansky, M. K. Planck, Marconi, Reber