Vicino, un solo azzurro punta all'oro

Vicino, un solo azzurro punta all'oro Prendono il via oggi a Leicester in Inghilterra i mondiali di ciclismo su pista Vicino, un solo azzurro punta all'oro E* candidato alla vittoria nel mezzofondo - Nelle altre specialità qualche speranza ma nessuna certezza • I sacrifìci di Bincoletto e Bidinost - La profonda crisi del settore LEICESTER — Si aprono i mondiali della pista e si apre la consueta fiera della speranza per il ciclismo italiano. Dirigenti, tecnici e corridori, di fronte alla richiesta di un pronostico sul numero delle medaglie che verosimilmente potremo portare a casa, allargano desolatamente le braccia, volgendo gli occhi al cielo. L'opinione generale è che davvero ci vorrà l'aiuto di qualche dio della pista per riuscire a lasciare un segno in questi campionati, soprattutto fra i dilettanti. Il singhiozzo sommesso di questo o di quel settore è diventato un pianto corale: la pista non è considerata, la pista è trascurata e puntualmente ogni anno soltanto a ridosso dei mondiali ci si accorge della sua importanza e della sua crisi Questa denuncia non è nuova, ma lo sconcertante ora è che viene avanzata proprio da coloro verso i quali essa dovrebbe invece essere rivolta, e cioè i tecnici e i dirigenti federali. •Noi non possiamo fare niente — dicono Gianni Sommariva e Angelo Laverda. responsabili di questo settore per i dilettanti e per 1 professionisti —. Dà parte nostra facciamo tutto quello che possiamo, ma purtroppo abbiamo poco spazio per muoverci. Ogni anno dobbiamo ingaggiare un autentico braccio di ferro con i titolari delle società perché ci mettano a disposizione i corridori. Molti dicono di no subito, i pochi che alla fine cedono lo fanno quando ormai non è piii possibile preparare niente». E' perfino superfluo chiedersi perché questa posizione ostile delle società verso un settore In cui 11 ciclismo Italia no vanta un passato presti gloso a livello mondiale. La ragione è sempre la solita: l'eccessiva dipendenza del ci olismo dalle esigenze pubblicitarie. Eccoci allora ancora una volta a raccogliere questo pianto e a buttare nella mischia tra i più grandi speciali' sti mondiali'questa manciata di ragazzi di buona volontà! smpEptatPdpantmdisnl strappati alla strada all'ultimo momento e improvvisati pistard in maniera frettolosa. Essi quindi sono del tutto impreparati e anche visibilmente smarriti di fronte ai loro avversari che trascorrono tutto l'anno nei velodromi. Per provare che questo quadro non è eccessivamente pessimìstico, basta guardare alla realtà: tra i dilettanti non c'è nessun pistard puro, tra 1 professionisti segnaliamo la grande passione di Bidinost, il quale tuttavia milita in una squadra di professionisti della strada, e il. talento naturale di Bincoletto, anche lui dichiaratamente innamo¬ rato dei maggiori allettamenti che vengono dall'altro settore. Poi c'è lo sparuto manipolo degli «Amici della pista», un sodalizio fondato sulla buona volontà e'sul modesto contributo di alcuni «sponsor» milanesi appassionati e pietosi, nel quale sono raccolti alcuni corridori disoccupati, quelli cioè che nessuna delle tredici squadre professionistiche della strada ha voluto ingaggiare. Eppure tra questi c'è l'uomo più vicino (è un gioco di parole involontario) alla certezza della medaglia, e cioè Bruno Vicino, secondo un anno fa a Brno a conclusione di una finale con molte ombre nei confronti del vincitore, l'olandese Kos. Molti tecnici lo danno come principale favorito nel mezzofondo e anche nel «clan» ita; liano non si nasconde questa grande speranza. A gettare una manciata di sconforto ora è giunto l'incidente occor. so al suo allenatore Domenico ; De Lilio, l'uomo cioè che deve aprirgli la strada con la motocicletta, lo stesso che lo pilotò un anno fa verso la medaglia d'argento. De Lillo è caduto in allenamento ed ha riportato la frattura al perone destro. E' stato subito immobilizzato e ha giurato che riuscirà a reggere fino alla finale. Tra gli «Amici della pista» c'è anche quel cavallo pazzo di Ottavio Dazzan, italo-ar- gemino, ottimo sprinter ma bizzarro e incostante. Dazzan corre in pista a livello mondiale dall'età di 16 anni, quan do vinse il titolo Juniores, ma ancora non è riuscito a conquistarsi un posto. Ih ogni caso nella velocità professionisti ogni varco è chiuso ermetica- : mente dai giapponesi capeg- ; glatl da Nakano (che ha vinto consecutivamente gli. ultimi cinque titoli), da francesi, ca-; nadesi e australiani. Sempre nel libro del sognifigura anche un piazzamentodi Bidinost nell'inseguimentoprofessionisti; di Bincolettonell'Individuale a punti e di Rossella Galbiati nella veloci-tà femminile. Con questo materiale a disposizione — dicono i tecnicidei dilettanti —, noi lavoria-mo soprattutto per le Olimpiadi, sempre se le società e la federazione ci aiuteranno a portare i corridori in pista»Legata a questa speranza c'è la proposta di riportare in vita il «Club Azzurro», un sodalizio di soli «pistards» che la Federazione coltivava in pista qualche anno fa, un po' con la frusta e un po' con lo zucche rino, cioè con un vincolo coattivo e con premi di incentiva ztone. Sembra davvero l'unica strada per non ritrovarci a Los Angeles a raccogliere ipianto dipggLCarIoVaIeri

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