Scalzone era pedinato da mesi in attesa di poterlo arrestare di Beppe Minello

Scalzone era pedinato da mesi in attesa di poterlo arrestare I carabinieri di Torino ne controllavano periodicamente gli spostamenti Scalzone era pedinato da mesi in attesa di poterlo arrestare Solo il nuovo ordine di cattura emesso dal giudice Spataro ha permesso di bloccare l'ex leader di Potere operaio - Quattro militi si trovavano da sette giorni a Parigi TORINO — Da mesi cara-, binierl e magistrati sapevano Che Oreste Scalzone, 35 anni, si trovava a Parigi: dal momento In cui l'ex leader di Potere Operaio aveva richiesto, e ottenuto, il permesso di soggiorno, per sé e la famiglia, in territorio francese. Era necessario però riuscire a dimostrare che il latitante fosse coinvolto In reati per 1 quali la magistratura d'Oltralpe, prevede l'estradizione. Pochi giorni fa ciò è stato possibile grazie al mandato di cattura internazionale, spiccato dal giudice istruttore di Milano, Spataro, per importazione clandestina di armi da guerra, partecipazione a bau da armata, associazione sovversiva, detenzione di armi comuni e da guerra, rapina e tentato omicidio nei confronti di Giuseppe Ghetti e Fausto Slllni. Giuseppe Ghetti, ufficiale sanitario del consorzio di Seveso (dove avvenne il disastro dcll'Icmcsa), venne ferito con cinque colpi di pistola alle gambe 11 19 maggio del 1977 nel suo ufficio, mentre Fausto Slllni, caporeparto della Broda a Sesto San Giovanni, venne «azzoppato* una ventina di giorni dopo davanti all'Ingresso dello stabilimento. Due fatti che gettano una luce nuova su Oreste Scalzonc considerato, da sempre, un «teorico» della lotta armata. Più volte 1 carabinieri del Nucleo operativo di Torino con I colleghi della 1* Sezione (quella che si dedica esclusivamente all'antiterrorismo) si sono recati in Francia. Non solo per tenere d'occhio gli spostamenti di Oreste Scalzone, ma soprattutto quel gruppo di 40-50 giovani appartenenti a diverse formazioni dell'estrema sinistra italiana rifugiatisi a Parigi quando il fenomeno del pentiti Incominciò ad Intaccare le formazioni terroristiche, soprattutto Prima linea. Un gruppo di giovani sicuramente In con¬ tatto fra loro e da cui è possibile ottenere appoggio e aiuto. Tutto ciò ha Influenzato Oreste Scalzone nella scelta di Parigi quale suo nascondiglio dopo che. il 24 marzo dell'anno scorso, decise di allontanarsi dalla casa dell'ingegnere Giorgio Ciucci, in via Ripetta 12 a Roma, una settimana prima che 11 giudice Priore spiccasse un mandato di cattura contro di lui. Oreste Scalzone aveva l'obbligo di risiedere nella capitale da quando, il 13 settembre 1980, in carcere per associazione sovversiva, aveva ottenuto la libertà per motivi di salute. o v a a I carabinieri torinesi (un maggiore, un maresciallo e almeno un paio di brigadieri) sono partiti alla volta di Parigi, all'Inizio della scorsa settimana, con 11 «nuovo» mandato di cattura. Fino a domenica mattina hanno osservato gli spostamenti di Oreste Scalzone, alloggiato In Rue Charles ■V 21, nel quarto distretto. I militari hanno atteso che fosse solo (la moglie Lucia e la figlia Linda, da un paio di giorni, non si vedevano più) e hanno suonato, alle 11,30, alla sua porta. Tranquillamente. 11 teorico della lotta armata ha aperto al carabinieri accompagnati da agenti della Brigade criminelle e si è fatto ammanettare, senza opporre resistenza. Una volta trasferito in una cella di sicurezza, gli investigatori hanno potuto dedicarsi con calma alla perquisizione dell'appartamento. Pare sia stata trovata una copiosa documentazione che è ancora al vaglio degli inquirenti. La procura di Parigi, ieri pomeriggio, ha trasformato il fermo di Scalzone in arresto il quale, giovedì prossimo, comparirà davanti alla sezione Istruttoria della corte d'appello della capitale francese che deve pronunciarsi sulla domanda di estradizione italiana partita da Roma già domenica sera. Non è la prima volta che un latitante viene catturato Parigi dagli Investigatori italiani (l'ultimo fu Marco Dona t-Cattln), ma ciò è avvenuto sempre grazie al carabinieri del Gruppo di Torino. Una coincidenza strana, ma non troppo se si considera' che buona parte del giovani allontanatisi dall'Italia dopo le rivelazioni del pentiti provengono proprio da Torino, dalle fila di Prima linea o, perlome no, da quelle organizzazioni come «Senza tregua», che fu rono la culla dell'eversione in Piemonte. Beppe Minello