Condono: c'è anche chi rischia di pagare più di quanto dovuto

Condono: c'è anche chi rischia di pagare più di quanto dovuto Il contribuente deve fare bene i conti prima di chiederlo Condono: c'è anche chi rischia di pagare più di quanto dovuto U condono tributario è stato approvato dal Parlamento che ha convertito in legge, con varie modificazioni, il decreto legge emanato dal Governo 11 io luglio scorso: si tratta di un provvedimento di ampia portata che praticamente riguarda tutte le imposte statali esistenti tra le quali l'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). l'imposta sul reddito delle persone giuridiche (Irpeg), l'Imposta locale sui redditi (Ilor), l'Iva, l'imposta di registro, l'imposta sulle successioni e donazioni e l'Invim. Due sono i punti fondamentali del provvedimento: il condono deve essere espressamente richiesto dal contribuente e riguarda tutti i tributi che non siano definitivamente accertati. Cosi se, prima dell'entrata in vigore del provvedimento di clemenza tributaria, erano scaduti i termini per ricorrere contro un avviso di accertamento o una decisione di Commissione, tributaria, il condono non è più applicabile. Inoltre ciascun contribuente, dovrà entro il 30 novembre prossimo, esaminare attentamente la propria situazione in relazione al singoli tributi e decidere se procedere o meno alla richiesta del condono. Purtroppo vi è da considerare che il tenore della legge (non sempre chiaro e di facile interpretazione) è tale da favorire sempre il contribuente che ha dichiarato di meno e .che , quindi, ha evaso di più, pagando un tributo inferiore: ne poteva ottenersi un risultato diverso, prendendo come base (unica o con altri elementi) la dichiarazione del contribuente. Cosi ammettendo la definizione dell'imposta di registro sull'acquisto di un immobile, con l'aumento del 20 per cento sul prezzo dichiarato si favorisce colui che ha dichiarato di meno e. quindi, ha frodato di più. Per esempio, se per un acquisto, il cui prezzo effettivo era di lire 100 milioni, sono state dichiarate lire 20 milioni, il valore sarà definibile, per condono, in lire 24 milioni; se la dichiarazione è stata più vicina al vero, le conseguenze saranno più pesanti: il prezzo dichiarato di di lire 80 milioni è definibile a lire 96 milioni. Se 11 contribuente, sempre per lo stesso acquisto, ha indicato il prezzo di lire 90 milioni, potrà ottenere 11 condono solo sulla base del valore di lire 108 milioni, superiore al prezzo effettivo. Ci sembra opportuno segnalare che 1 giudizi in corso e i termini di impugnativa pendenti alla data di entrata in vigore del decreto di condono sono sospesi fino al 30 novembre prossimo, come sono anche sospesi, fino a tale data, 1 termini per ricorrere contro gU avvisi di accertamento già notificati. Gianfranco Galli-Orsi

Persone citate: Gianfranco Galli-orsi