Folla triste davanti a S. Pietro per ricevere il siero Bonifacio

Folla triste davanti a S. Pietro per ricevere il siero Bonifacio Somministrato in territorio vaticano per evitare arresti Folla triste davanti a S. Pietro per ricevere il siero Bonifacio Poco dopo le 8 le volanti di polizia e carabinieri hanno raggiunto il quartiere Testaccio per impedire la distribuzione - La gente si è data appuntamento alla Basilica DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Si è conclusa ieri, verso le quindici, in piazza S. Pietro, la distribuzione del siero Bonifacio alle centinaia di persone che fin dalla mattina erano in attesa di riceverlo in via Gustavo Bianchi, nel quartiere Testacelo, di fronte alla sede dell'Asibo (l'associazione prò siero Bonifacio). Verso le otto e un quarto due pattuglie della polizia e dei carabinieri sono arrivate nel popolare quartiere romano con l'ordine di impedire la distribuzione in seguito alle direttive ricevute dal magistrato Armati. L'angoscia si è diffusa subito fra tutti coloro che già venerdì erano arrivati a Roma con la certezza di ricevere 11 siero; i membri dell'associazione hanno cercato di calmarli. "Aspettiamo il presidente Jandolo — hanno detto alla folla in attesa — Tra poco sarà di ritorno con l'avvocato Mellini e il siero, una volta esaminato dagli uffici preposti dalla magistratura, potrà essere distribuito liberamente». Nel frattempo alcuni membri dell'associazione hanno cominciato a raccogliere i nomi e gli indirizzi dei presenti per cercare di ricostruire gli elenchi che il magistrato ha requisito. Per convincerlo del la validità del farmaco (che lo stesso Bonifacio ha discono- soluto) molti hanno deciso di Inviare al giudice un telegramma: «Ho provato il siero, non è né pirogeno né tossico •. Sulla questione già venerdì non erano mancate decise prese di posizione: durante una conferenza stampa indetta dall'Asibo in un albergo romano il dottor Jandolo, che ne è 11 presidente, l'avvocato radicale Mauro Melimi, il dottor Zora dell'Università di Messina, il vicepresidente dell'Accademia culturale scientifica d'Europa, Jovine, si sono iniettati a turno il siero, circondati da persone che ormai vivono la vicenda da perseguitati. I mille e cinquecento iscritti all'associazione che garantisce la distribuzione del farmaco, quasi tutti malati di cancro o parenti di persone malate, hanno per la prima volta ricevuto il siero il 6, 7, 8 luglio, poi ancora il 17 e il 31 luglio e il 14 agosto, in forma completamente gratuita. Solo dopo sono arrivati il divieto ufficiale di diffondere il siero e il conseguente sequestro: il responso del ministero della Sanità considera infatti fortemente tossico il preparato, in dissenso totale con le con vlnzioni dei membri dell'Asibo. Per questo ieri, il presidente dell'associazione, di ritorno alle 12 dal ministero della Sanità ha dichiarato di volersi assumere personalmente tutte le conseguenze della distri' buzione «fuori-legge»: la proposta non è stata accolta, ma l'organizzazione è partita ugualmente, al fine di non lasciare deluse le 7-800 persone che avevano riempito le strade del Testacelo. Divisa in gruppi, camminando avanti e indietro per confondere i carabinieri presenti, la folla di malati ha tentato prima di trasferirsi in una chiesa; poi. essendo questa chiusa, tutti si sono dati appuntamento in Piazza S, Pietro, convinti che il territorio vaticano potesse impedire qualsiasi intervento della po¬ lscmnlh e r i e ¬ lizia. Davanti alla basilica, sotto la cappa di afa che ha caratterizzato la giornata, 1 malati e 1 loro parenti, provenienti da tutte le parti d'Italia, ma soprattutto dal Sud, hanno ricevuto 11 siero. Quasi una comunione collettiva: senza dare nell'occhio, in ordine perfetto, 11 siero è stato tirato fuori dalle buste di plastica e dalle borse con cui 1 membri dell'Asibo lo avevano portato fin li. Divisi a seconda del tipo di tumore da cui sono affetti, i malati, dopo aver ritirato 11 cartellino di iscrizione all'associazione, hanno avuto il loro flacone e hanno rinnovato l'appuntamento per la prossima distribuzione, l'il e il 25 settembre in via Gustavo Bianchi. Ma la vicenda dal punto di vista giù diziarlo non è certo finita qui: 11 siero prodotto dall'associazione Asibo, ricavato da quel lo scoperto dal dottor Liborio Bonifacio, dovrà essere sottoposto alla perizia chimica ordinata dal sostituto procuratore Giancarlo Armati. L'esame avverrà su sei fiale del farmaco, quelle che Jandolo ha personalmente consegna to al magistrato ieri mattina, e dovrà appurare se esistono tracce di Inquinamento nel prodotto, cosi come era emerso dalle analisi predisposte dall'Istituto Superiore della Sanità Non si entrerà insomma, almeno per il momento nel me rito della validità del siero nella terapia cancerogena, ma si stabilirà solamente se è contaminato da batteri e se produce effetti collaterali come la febbre. Per il momento comunque c'è da registrare che le persone che si sono iniettate il siero pubblicamente venerdì mattina, apparivano oggi in buono stato di salute. La distribuzione in sordina avvenuta ieri in piazza S. Pietro dimostra la volontà dell'Asibo di non entrare In conflitto aperto con le decisioni della magistratura evitando azioni clamorose che potrebbero esasperare ancor di più la vicenda.

Persone citate: Giancarlo Armati, Jovine, Liborio Bonifacio, Mauro Melimi, Mellini

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma