Rossellini di nuovo presidente della Gaumont odesso vuol essere incoronato re di Venezia

Rossellini di nuovo presidente della Gaumont odesso vuol essere incoronato re di Venezia Dopo le dimissioni per la fuga dal set della Loren - La Casa alla Biennale con 10 film Rossellini di nuovo presidente della Gaumont odesso vuol essere incoronato re di Venezia ROMA — Renzo Rossellini, che ha compiuto Ieri 41 anni, è stato confermato Presidente della Gaumont italiana dagli azionisti francesi della grande società di produzione e distribuzione cinematografica, dopo una riunione che per due settimane ha analizzato e programmato la politica futura del gruppo. E' dunque da presidente che accoglierà a Venezia nel Palazzo Dario sul Canal Grande preso In affitto per la durata della Mostra del cinema come propria residenza, i molti ospiti internazionali, gli Invitati a pranzi, serate e cocktails previsti per festeggiare autori e attori dei tanti film Gaumont che dominano il festival imminente. Rossellini aveva dato le dimissioni dalla presidenza, assunta dalla nascita della Gaumont-Italia nel 1978, dopo il fallimento dèi progetto intorno al film lieta d'Agreste, che avrebbe dovuto essere diretto da Lina Wertmuller e interpretato da Sophia Loren. Si trattava di uno scacco cosi Importante da giustificare le sue dimissioni? — Doveva essere più dt un film: il prototipo di un nuovo prodotto e di un nuovo modo di produrre. Un vero film, e otto vere puntate televisive fatte come dev'essere fatto un e e i o e a autentico spettacolo televisivo intelligente, cioè qualcosa di molto raro a vedersi nelle Tv europee. Una formula economico-industriale nuova, che prevedeva il convergere di capitali cinematografici e televisivi intemaeionali. Uno sforno enorme. E' andata male. Dovevo dare le dimissioni: per lealtà versò i miei azionisti, per consentire loro di verificare se nel fallimento c'erano mie responsabilità specifiche. Ma mi stava a cuore anche una verifica di tutta la politica della Gaumont. Entrambe le verifiche hanno avuto esito positivo. Allora, nessuna crisi della Gaumont italiana? « — Nessuna crisi. Nessun mutamento di dirigenti, se non nel senso d'un adegua mento alla crescita costante della società: nel 1978 avevamo, 5 miliardi di fatturato, quest'anno ne avremo 45,miliardi. E' inevitabile allargare gli organici, redistribuire le funzioni. Anche cambiare politica? — No. Faremo con più decisione e con maggiori investimenti produttivi quello che abbiamo fatto sino ad oggi, Faremo una politica di maggiore rigore economico coniugato al maggior rigore culturale, evitando gli estremi pericolosi: Il superbuongusto come la superspeculazione. Il nostro ventaglio di offerte resterà ti più ampio possibile, dal Tempo delle mele a Anni di piombo, da Lo stato delie cose di Wenders al Marchese del Grillo.- una massa Indistinta di spettatori non esiste, noi crediamo net diversi tipi di pubblico, nelle Intelligenze. Il problema non era cambiare politica. Qual era, Invece? — Era un accordo complessivo che permettesse d'affrontare i nodi di quella che viene chiamata •crisi del cinema» Si- affiancano due fenomeni, la riduzione del consumo di film nelle sale cinematografi che; l'esplosione del consumo dt film attraverso altri mezzi, Questi fenomeni vanno affrontati con un atteggiamento propositivo e coerente: contenere la crisi delle sale cinematogràfiche riorganizzandone ti mercato: inserirsi con molta decisione nella produzione di film per la televisione destina ti anche al maggiore mercato audiovisivo, quello degli Stati - I/nifi. Un accordo complessivo In questo senso, che coinvolge Internazionalmente tutto II gruppo, lo abbiamo trovato. E' un accordo o un monopolio? - In Italia, la Gaumont rischia di diventare monopolio per mancanza di concorrenza, per inesistenza altrui, per assenza di alternative alla nostra politica. E'anche un pericolo. E' un pericolo che quest'anno alla Mostra del cinema di Venezia la Gaumont domini con dieci film Importanti prodotti, comprodotti o distribuiti: 1 tre film italiani di Bellocchio, Brasati e Amelio, 1 due film di Fassbinder, quello di Wenders, quello di Losey? E' della Gaumont 11 film che inaugura la Mostra, /I fratello maggiore di Girod. E' della Gaumont il film che conclu¬ derà la Mostra, Rolling stones di Ashby. Sara della Gaumont anche 11 film che vincerai! Leone d'oro? — L'anno scorso ne abbiamo vinti due, di Leoni d'oro: con ti film di Nannt Moretti e con Anni di piombo. L'anno precedente abbiamo preso ti Leone d'oro ex-aequo con Atlantic City di Malie. Abbiamo già vinto adesso tre dei •Biglietti d'oro» destinati ai film di maggiore incasso: con Tempo delle mele, col Marchese del Grillo e con La pelle della Cavani, che ha fatto un sacco di soldi. Dico queste cose sema arroganza, e anche senza molta allegria: essere presenti a Venezia con dieci film è molto fastidioso. Fastidioso? — Ma sì. Investire In un'arena scatenata come la Mostra del cinema II massimo del proprio lavoro, correndo l rischi sproporzionati che nascono dall'Isteria dell'ambiente e dalle tensioni dell'occasione, non è gradevole né conveniente. Ma quando i film II hai, quando te II chiedono, quando i co-produttori e gli autori lo desiderano, come fai a rifiutare t festival? A un festival, to chiederei maggiori criteri di selezione. Fosse stato per me, a Venezia avrei mandato soltanto Colpire al cuore.* perché Gianni Amelio è un regista che ha bisogno di farsi conoscere, uno che si deve affermare. Però, francamente, se non ci fosse stata la Gaumont con t suoi film non so cosa sarebbe successo. A chi? —Alla Mostra di Venezia. Lietta Tor nabuoni Ha 41 anni, guida a Gaumont-Italia dalla nascita nel '78. Da 5 miliardi di fatturato a 45 miliardi. Tre Leoni d'oro vinti negli ultimi 2 anni. I rischi del -monopolio e timori per un'arena scatenata come quella della Mostra Rossellini: «Le dimissioni sono servite per importanti verìfiche»

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