Parigi scioglie il gruppo Action Directe (di estrema sinistra con metodi violenti)
Parigi scioglie il gruppo Action Directe (di estrema sinistra con metodi violenti) Subito applicata dal governo una delle misure antiterrorismo annunciate da Mitterrand Parigi scioglie il gruppo Action Directe (di estrema sinistra con metodi violenti) Nato alla fine degli Anni 70 il movimento era, secondo la polizia, in contatto con terroristi di vari Paesi, Italia compresa - Di legami si parla in un'intervista a «Le Matin» di cinque «pi pentiti» che mantengono l'anonimato PARIGI — Il governo francese ha deciso lo scioglimento del gruppo di estrema sinistra «Action Directe». Lo ha annunciato ieri; il consigliere speciale del presidente Mitterrand al termine del Consiglio del ministri, precisando che questo «movimento clandestino, formato da partigiani di azioni violente, in contatto con movimenti estremisti stranieri e costituito per azioni di commando istigava alla lotta armata utilizzando metodi terroristici». Lo scioglimento del gruppo era atteso dopo che Mitterrand aveva dichiarato ieri sera alla televisione che i gruppi che ricorrevano o istigavano alla violenza sarebbero stati sciolti. «Action Directe», creata alla fine degli Anni 70, dalla fusione di gruppi antifascisti (Gap e Napap), si era divisa negli ultimi tempi in varie fa zionl. Definita dalla polizia come una «nebulosa del terrorismo» per la sua collocazione politica non definita, «Action Directe» aveva compiuto negli ultimi tempi attentati con tro obiettivi israeliani ed ebrei. Secondo la polizia, lnol tre, «Action Directe» era in contatto con i terroristi di va' ri Paesi, tra cui italiani. Nel giorni scorsi una militante dell'organizzazione, Helyette Besse, era stata arrestata perché trovata in possesso di I carte di identità italiane In I bianco. L'esistenza di legami tra organizzazioni clandestine italiane e «Action Directe» è confermata da alcuni ex militanti di «Prima Linea» in un'intervista pubblicata ieri •dal quotidiano Le Matin. Questi legami — afferma uno degli intervistati che hanno voluto mantenere l'anonimato — esistono ma «nel caso di "Action Directe" non vanno molto lontani». «Può trattarsi — ha precisato — di facilitazioni di pernottamenti, prestiti di automobili ecc Ma, ad esemplo, non vi sono mai stati scambi di armi». •Abbiamo sempre diffidato di "Action Directe". Ha cattiva reputazione», ha aggiunto. Nell'intervista collettiva i cinque ex di «Prima Linea» che si sono dissociati dalla lotta armata, spiegano i moti' vi che 11 hanno spinti a scegliere la Francia, dopo la vittoria del socialisti nel maggio 1981. «/ segni erano chiari: le dichiarazioni di Robert Badinter (ministro della Giustizia, n.d.r.); l'amnistia, l'atteggiamento net confronti delle domande di estradizione ci hanno fatto pensare che la Francia era ridiventata una terra di asilo». Quanto alla loro attuale situazione, essi hanno dichiarato che i loro avvocati 'hanno inviato i loro dossier al ministero dell'Interno». La stampa francese ha accolto nel suo insieme abbastanza favorevolmente le misure contro il terrorismo annunciate martedì sera alla televisione dal presidente Francois Mitterrand. Quasi tutti 1 giornali parigini sottolineano in particolare il tono calmo e deciso con cui il capo di Stato ha cercato di rassicurare l'opinione pubblica, assai scossa negli ultimi tempi a causa di un'ondata di attentati. Anche il quotidiano conservatore Le Figaro, solitamente assai critico nei confronti del presidente socialista loda «la fermezza del tono, la scelta del vocabolario, la precisione delle misure adottate e la sorte promessa a coloro che erigono la violenza a sistema». Da parte dei giornali di sinistra, si esprime in particola re soddisfazione per il fatto che la lotta antiterrorismo non comporti leggi speciali Secondo il quotidiano Liberation (sinistra indipendente) non ricorrendo a una legislazione d'eccezione. Mitterrand •non ha ceduto al panico* e ha dato prova di coraggio. Quanto alle reazioni del dirigenti politici, il presidente dell'Udì Jean Lecanuet ha definito 'Improvvisate» le misure e affermato che «la disorganizzazione dei servizi di polizia e del servizi esterni ne ridurrà l'efficacia».
Persone citate: Besse, Francois Mitterrand, Jean Lecanuet, Mitterrand, Robert Badinter
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